Nacque il 2 dicembre del 1848 a Gilcomston, un sobborgo di Aberdeen, nella Scozia. Seconda di sette figli dei quali soltanto quattro sopravvissero al difficile periodo della fanciullezza. Suo padre Robert era un ciabattino, sempre ubriaco, sua madre, di contro, era una donna pia e profondamente attratta dall’opera missionaria svolta dalle chiese Presbiteriane in Nigeria.
Nonostante la grave situazione familiare, la donna era determinata a dare ai propri figli un’adeguata educazione cristiana, per questo, quando la famiglia si trasferì a Dundee, la Signora Slessor divenne membra della locale chiesa evangelica che prendeva nome dall’indomito predicatore George Wishart, morto mentre annunciava l’Evangelo alle vittime di una grave epidemia che colpì il paese nel 1544.
Mary Slessor riuscì a beneficiare di un minimo di educazione, ma soprattutto sviluppò un intenso desiderio di servire il Signore e, non appena la comunità locale aprì una piccola missione, Mary si consacrò subito all’opera evangelistica che riusciva a portare avanti nonostante il suo lavoro gravoso presso un’industria tessile dove aveva iniziato a lavorare regolarmente nel 1864. Questo fu un periodo di formazione per Mary che dovette affrontare svariate difficoltà a livello fisico e mentale, oltre che spirituale. Delle bande di teppisti la osteggiarono per diversi mesi fino a quando, uno ad uno, divennero tutti membri della Scuola Domenicale da lei fondata in quella missione.
Nel 1876 si trasferì a Edinburgo, per breve tempo, al fine di prepararsi presso la Società Missionaria Presbiteriana e partire poi, il 5 agosto 1876, alla volta dell’Africa occidentale. Aveva 28 anni quando iniziò il suo lavoro missionario nella regione di Calabar (parte di quella che ora è la Nigeria), il suo grande entusiasmo le faceva superare ogni difficoltà e, nel 1880, aprì ufficialmente la sua prima missione evangelica volta, soprattutto, ad aiutare i bambini orfani che erano abbandonati o uccisi in riti di stregoneria. Ma la sua opera di evangelizzazione non era da meno! Studiò con grande passione la lingua locale ed erano memorabili i suoi viaggi da predicatrice itinerante. Annunciava la vita in un paese di morte; si faceva precedere da due ragazzi che suonavano il tamburo per chiamare a raccolta le persone e proclamare l’Evangelo. Si fermava sotto un grande albero dove gli indigeni dicevano che il diavolo aveva fatto una casa per gli spiriti dei morti e da lì leggeva Giovanni 5:1-24, in particolare il v. 24:
“In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”.
La Parola di Dio raggiunse molti cuori, la dolcezza del suo messaggio produsse dei risultati che soltanto il cielo rivelerà appieno.
La sua attività missionaria si estese dalla città di Ekenge ad Akpap e successivamente tra le tribù Aros e Ibibios spingendosi sempre più nelle zone interne della Nigeria. Nonostante il suo stato di salute ormai compromesso dalle malattie infettive che aveva contratto, nel 1910 apre un’altra missione a Ikpe. Nel 1915, le forze fisiche l’avevano abbandonata e, quella donna che aveva passato notti intere a camminare nella foresta, poteva muoversi ora soltanto su una carrozzella. Il 13 gennaio 1915, dopo un’ulteriore e prolungata crisi di febbre, Mary Slessor incontra il suo Salvatore; aveva “terminato il corso e serbata la fede” ora l’attendeva la corona di giustizia che il Signore aveva preparato anche per lei.
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