São João del-Rei, Brasile, 1808 – Baependi, Brasile, 14 giugno 1895
Francisca de Paula de Jesus nasce nel 1808 a São João del-Rei, nello Stato brasiliano di Minas Gerais, figlia di una schiava e di padre ignoto. Affrancata dalla schiavitù, si trasferisce nella città di Baependi con la madre e con un fratellastro, ma diventa orfana pochi mesi dopo. Pur ricevendo varie proposte di matrimonio, resta fedele ai consigli della madre: decide di dedicare la propria vita alla preghiera, alla carità e all'aiuto del prossimo. Nonostante la sua umile condizione sociale e la mancanza di istruzione, diventa una figura di riferimento spirituale: offre consigli e conforto a persone di ogni estrazione sociale e presenta tutto alla Madonna. Attraverso di lei, molte persone ottengono grazie e guarigioni. Oltre al suo ministero spirituale, “nhá Chica” (“zia Francesca”), come viene soprannominata, si dedica anche all'assistenza ai poveri, organizzando pranzi settimanali e donando tutto ciò che ha. Erede di una grande fortuna dopo la morte del fratello, la utilizza per ampliare le sue opere di carità e costruire una cappella dedicata all'Immacolata Concezione. Muore il 14 giugno 1895 a Baependi. È stata beatificata il 4 maggio 2013 nella spianata G. A. Pedras di Baependi, sotto il pontificato di papa Francesco. I suoi resti mortali riposano nel santuario dell’Immacolata Concezione a Baapendi, ovvero la cappella da lei stessa fatta edificare; accanto al santuario continuano le opere caritative nel suo nome. La memoria liturgica di “nhá Chica” ricorre il 14 giugno, giorno della sua nascita al Cielo.
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“Nhá Chica”, cioè zia Francesca: così in Brasile conoscevano in vita Francisca de Paula de Jesus e così la conoscono adesso, a oltre centovent’anni dalla morte. E c’è da giurarci che continueranno a chiamarla così anche se e quando sarà elevata alla massima gloria degli altari, tanta è la confidenza dei brasiliani verso questa umile donna.
Nasce nel 1808, figlia di padre ignoto, probabilmente il padrone della fazenda in cui sua madre, Izabel Maria, è a servizio. Al Battesimo le impongono il nome di san Francesco di Paola, di cui sono particolarmente devoti gli schiavi sudamericani, e cresce senza cognome, cui non ha diritto in quanto figlia naturale di donna schiava. Affrancata dalla schiavitù, si trasferisce nella città di Baependi con la mamma e con un fratello nato da una precedente unione, restando orfana appena adolescente.
Completamente analfabeta, ha ricevuto da mamma soltanto l’educazione religiosa, insieme alla raccomandazione di vivere una vita ritirata per meglio dedicarsi alla preghiera ed alla carità: un impegno cui resterà fedele per tutta la vita, malgrado le numerose proposte di matrimonio che riceve. Perché Francisca non passa inosservata: bella, bruna e slanciata, diventa la donna dei sogni di molti coetanei, che puntualmente si vedono, anche se in bel modo, respinti.
Senza aver per niente chiaro cosa Dio e gli altri vogliano da lei, inizia molto semplicemente ad organizzare incontri quotidiani di preghiera nella sua casa: è l’unico modo a sua disposizione per farsi carico dei bisogni spirituali della sua gente. Che comincia ad arrivare, alla spicciolata o a piccoli gruppi, per riversare tra quelle quattro mura i suoi problemi.
Francisca tutto raccoglie e tutto presenta alla «mia Signora», cioè alla Madonna, raffigurata in un’umile statuetta di terracotta con le sembianze dell’Immacolata. Incredibilmente, trovano risposta le intercessioni presentate attraverso l’umile Francisca, che con una disarmante semplicità non fa che ammettere: «Io la prego e Mia Signora mi risponde».
In cerca di consigli, suggerimenti, parole di conforto, guarigione fisiche o spirituali da lei si presentano persone umili ed altolocate, consiglieri imperiali e professionisti, giovani ed anziani: a ciascuno Francisca trasmette il messaggio che attinge dalla Madonna, ben lontana dall’atteggiarsi a profetessa, con l’umiltà di chi sa di altro non essere che il canale per far incontrare cielo e terra, quasi nascondendosi dietro il suo semplice ruolo di intermediaria, in virtù del quale ripete incessantemente: «Rispetto ciò che mi dice la Madonna e niente più».
Parallelamente a questo suo ministero di consiglio e di consolazione, Francisca svolge anche un ruolo di carità concreta, organizzando settimanalmente un pranzo per i poveri e donando generosamente a chiunque bussa alla sua porta per chiedere un aiuto e così, benché povera come loro, diventa “madre dei poveri”.
Nel 1862, a dire il vero, anche lei ha l’occasione di dare una svolta alla propria vita: il fratello, che ha fatto carriera e si è arricchito nel commercio, morendo in quell’anno senza figli, la nomina sua erede universale e mette di fatto nelle sue mani una fortuna immensa. Francisca coglie al volo l’occasione per meglio organizzare le sue opere di carità ed assistenza, moltiplicare le sue elemosine, venire incontro ai bisogni più disparati.
Utilizzando una parte di quei beni “piovuti dal cielo” riesce anche ad esaudire un desiderio che dice esserle stato chiesto direttamente e da tanto tempo dalla Madonna: costruire una cappella dedicata all’Immacolata Concezione. Appena può, comunque, si spoglia di tutto, lasciando la parrocchia erede di tutti i suoi averi e tornando ad essere povera come sempre e continuando comunque ad arricchire spiritualmente tanti.
Muore il 14 giugno 1895. Viene sepolta nella cappella da lei fatta edificare per il culto dell’Immacolata, successivamente abbattuta, ricostruita e ampliata. Il 2 dicembre 2019 la chiesa dell’Immacolata Concezione è diventata Santuario: alla sua ombra continuano le opere di carità avviate da Francisca.
La sua causa di beatificazione e canonizzazione inizia quasi cent’anni dopo la sua morte. Ottenuto il nulla osta dalla Congregazione delle Cause dei Santi il 17 gennaio 1992, si è svolta dal 1993 al 1995 una prima inchiesta diocesana nella diocesi di Campanha, a cui si è aggiunta una seconda inchiesta suppletiva nel 1998.
Gli atti delle inchieste sono stati convalidati col decreto del 12 maggio 1999. La “Positio super virtutibus”, consegnata nel 2001, è stata valutata positivamente nella Seduta dei Consultori Storici del 30 ottobre 2001. I Consultori Teologi, nel loro Congresso del 8 giugno 2010, hanno riconosciuto che Francisca aveva esercitato in grado eroico le virtù cristiane. Analogo parere positivo è venuto dalla Sessione Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi, l’11 gennaio 2011.
Il 14 gennaio 2011, ricevendo in udienza privata il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione del decreto sulle virtù eroiche di Francisca.
Tra le numerose grazie attribuite alla sua intercessione è stato preso in esame il caso di Ana Lúcia Meirelles Leite, sessantatreenne, di Caxambu nello Stato di Minas Gerais. Nel luglio 1995, in seguito a un’ischemia oculare, si era sottoposta a esami medici, dai quali era emerso un difetto cardiaco congenito: il sangue non passava correttamente all’interno del cuore, causando una grave ipertensione polmonare, affaticamento e stanchezza.
L’unico trattamento possibile era tramite intervento chirurgico: tuttavia, venuto il giorno stabilito, la paziente era stata colta da febbre alta. Col passare dei giorni, non solo la febbre era venuta meno, ma era subentrato un miglioramento progressivo.
Sei mesi più tardi, Ana Lúcia aveva affrontato un altro esame per prepararsi all’operazione: avrebbe dovuto durare una quarantina di minuti, ma si era protratto per quasi due ore. Mentre veniva intubata, la donnan aveva iniziato a pregare l’Ave Maria e la Salve Regina, invocando anche a più riprese “nhá Chica”, della quale era da sempre devota; l’aveva fatto anche prima che le venisse la febbre. Il medico che seguiva l’esame le aveva risposto, dopo alcuni minuti, che il difetto cardiaco si era risolto: l’intervento non era più necessario.
L’inchiesta diocesana sull’asserito miracolo si è svolta nel 1998, nella diocesi di Campanha. Il 14 ottobre 2011 la Consulta Medica della Congregazione delle Cause dei Santi si è espressa all’unanimità circa l’impossibilità di spiegare il fatto con le conoscenze scientifiche del tempo.
Nel Congresso dei Consultori Teologi, il 18 febbraio 2012, è stato confermato il nesso tra la guarigione e l’invocazione di “nhá Chica”; analogo parere positivo è emerso dalla Sessione Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi, il 5 giugno 2012. Il 28 giugno 2012, ricevendo in udienza privata il cardinal Amato, papa Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione del decreto sul miracolo.
La beatificazione di Francisca è stata celebrata il 4 maggio 2013 nella spianata G. A. Pedras di Baependi, col rito presieduto dal cardinal Amato come inviato di papa Francesco. La memoria liturgica della nuova Beata è stata fissata al 14 giugno, giorno della sua nascita al Cielo.
Autore: Gianpiero Pettiti ed Emilia Flocchini
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