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Castellbisbal, Barcellona, Spagna, 17 gennaio 1877 - Mataró, 1° settembre 1936
Il 23 gennaio 2010, a Barcellona, è stato proclamato Beato José Samsó i Elías, sacerdote e martire catalano, ucciso durante la guerra civile. Nato in Spagna a Castellbisbal il 17 gennaio 1887 da buona famiglia, maturò la decisione di entrare in Seminario, divenendo sacerdote. Negli anni della persecuzione religiosa in Spagna fu parroco della Basilica di Santa Maria de Mataró, una bella chiesa del XVI secolo, con facciata medioevale e neoromanica, situata nel pieno della zona barcellonese del Maresme. Don Giuseppe è arrestato perché è prete. Non ritratta nulla di fronte ai suoi aguzzini di quanto egli rappresenta per Dio e per la Chiesa di Roma. Viene ucciso, in odio alla Fede, il 1° settembre 1936. Da vero testimone di Cristo, morì perdonando i suoi persecutori. Per i sacerdoti, specialmente per i parroci, egli costituisce un modello di dedizione alla catechesi e alla carità verso i poveri.
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Il Servo di Dio nacque, il 17 gennaio 1877, a Castellbisbal (Barcellona, Spagna). Trascorse il periodo della fanciullezza nella cittadina di Rubí (Barcellona) dove compì gli studi primari nel Collegio dei Fratelli Maristi. Entrato nel Seminario Diocesano di Barcellona portò a termine gli studi ecclesiastici e, poi, in quello Pontificio di Tarragona ottenne il grado di Licenza in Teologia. L’Ecc.mo Vescovo di Barcellona Mons Laguarda, del quale il Servo di Dio era segretario particolare, lo ordinò sacerdote il 12 marzo 1910, celebrando la prima Messa solenne il 19 dello stesso mese. Chiese e ottenne dal suo Vescovo di poter lasciare il servizio di segretario per poter dedicarsi alla vita parrocchiale e, così, fu nominato, il 13 luglio 1910, coadiutore nella Parrocchia di Argentona (Barcellona); l’11 gennaio 1917 fu trasferito nella Parrocchia di S. Joan de Mediona (Barcellona) come Parroco e finalmente, il 1 settembre 1919, all’Arcipretale Parrocchia di Santa Maria di Mataro, prima come economo parrocchiale e poi, dall’11 gennaio 1924, come Parroco. Dedicò tutte le sue energie e qualità nel ministero e nell’apostolato parrocchiale. Il suo moto sacerdotale era: “Tutto per tutti, per guadagnarli a tutti”. Nella città di Mataró, in modo speciale, svolse instancabilmente la sua attività nell’organizzare la pietà parrocchiale, nella predicazione, nello splendore del culto e della liturgia e nel restauro dello splendido tempio parrocchiale.
Innamorato dei fanciulli, da giovane lavorò arduamente nella formazione catechetica dei piccoli, e per questo elaborò un Catechismo modello, chiamato Guida per i Catechisti. L’Azione Cattolica e l’aiuto solerte a coloro che soffrono, erano per il Servo di Dio, altri due campi dove mise a disposizione di tutti il suo zelo e la sua carità inesauribile.
Non è da stupirsi che, il 28 luglio 1936, nell’essere fatto prigioniero e portato nel carcere della città, dove egli era entrato tante volte come Parroco per recare consolazione a chi era tra le sbarre, si sentì come se fosse a casa sua.
Coloro che condivisero ore e giorni di prigionia, raccontano che, con il suo sorriso già caratteristico e le sue parole dolci, fu di consolazione per tutti. Chi per la prima volta attraversava la soglia del carcere era accolto per il Servo di Dio con le braccia aperte e avvicinandolo al suo cuore lo trasformava completamente, ritornandogli la gioia che aveva perso, illuminando e serenando il suo spirito.
Nell’angolo del carcere dove si trovava il gruppo del Servo di Dio si pregava il Santo Rosario ed i nuovi arrivati si univano, alcuni anche d’idee contrarie alle sue, attratti dalla simpatia che egli traspirava ed ogni giorno, dopo cena, raccontava ai compagni di prigionia la vita dei grandi santi, arringando così a coloro che un giorno dovrebbero diventare confessori e martiri di Cristo.
La sua prigionia durò un mese, poiché il 1° settembre 1936 fu portato alla morte, come vittima innocente. Nella sommità del cimitero della città, che lo aveva avuto per ben 17 anni come Padre e Pastore solerte, morì perdonando i suoi aguzzini.
La notizia della sua morte lasciò la città in lacrime e, deplorarono la sua morte alcuni anche tra i rivoluzionari che lo avevano conosciuto, affermando: “Era una persona buona!”.
I 26 anni di servizio sacerdotale del Servo di Dio furono immagine del Buon Pastore, rivelandosi come maestro eminente nell’insegnamento del catechismo, nella formazione dei giovani e nella direzione spirituale delle anime, e solerte nella ricerca dello splendore della casa di Dio.
Il 23 ottobre 1944, le sue spoglie furono tumulate, con grande partecipazione dei fedeli, nella Basilica Parrocchiale di Santa Maria di Mataró, che lo ebbe come zelante Pastore e Parroco, nella Cappella delle Martiri Patrone della città, Sante Giuliana e Semproniana.
Nel 1958, l’allora Vescovo di Barcellona, Mons. Gregorio Modrego diede inizio alla Causa di Canonizazione o Dichiarazione di Martirio dei Servi di Dio: Mons. Manuel Irurita, Vescov di Barcellona, e dei Rev.di Gaietà Clausellas, Josep Guardiet, Josep Samsó e altri sacerdoti diocesani morti “in odium fidei”. Nel 1964, Papa Paolo VI, sospese tutti i processi dei martiri della guerra spagnola del 1936, e così anche quello del Servo di Dio. Quando il Papa Giovanni Paolo II autorizzò la riapertura dei processi dei martiri, l’allora Cardinale Arcivescovo di Barcellona decretò che i processi venissero trattati separatamente. Nel frattempo, il Parroco di Santa Maria di Mataró insieme ai suoi più stretti collaboratori avevano raccolto innumerevoli notizie sul Servo di Dio e mantenuta viva la sua memoria tra i fedeli.
Il 27 gennaio 1996 la Congregazione per le Cause dei Santi concesse il “nihil obstat” per avviare il processo diocesano. Il 13 marzo stesso anno, si aprì “ex novo” il processo costituendosi il Tribunale della Causa. La conclusione del proceso ebbe luogo il 18 marzo 1999 e il giorno dopo furono consegnati gli Atti nella Congregazione per le Cause dei Santi procedendosi all’apertura nello stesso giorno. In data 4 aprile 2009, la Causa è stata studiata dai Teologi che hanno dato il suo voto affermativo e il 16 giugno stesso anno furono i Padri Cardinali, che dopo lo studio della medesima diedero il loro voto affermativo.
Il Papa Benedetto XVI, in data 3 luglio 2009, autorizzò a promulgare il Decreto riguardante il martirio del Servo di Dio.
Il 23 gennaio 2010 fu beatificato nella città di Mataró, nella stessa Parrocchia dove aveva esercitato il ministero sacerdotale.
Autore: P. Ramon Julià, scolopio, Postulatore
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