Prete savoiardo, Camillo avrebbe potuto approfittare del suo elevato rango sociale, ma preferì donare la sua vita ai più bisognosi, sacrificando una bella carriera per consacrarsi agli orfani, ai poveri, alla gioventù. La sua esistenza è una vita di abnegazione e di sacrificio, tutta radicata nella fede in Dio e nella dedizione senza riserve ai ragazzi più abbandonati e alla loro educazione.
Nacque a Chambéry il 17 febbraio 1841. Suo padre era il marchese Pantaleone Camillo, sposato nel 1834 con Marta de Saint Georges de Vérac, dalla quale avrà 11 figli. Camillo, il quinto, sarà educato soprattutto dalla madre, essendo sovente il padre preso dai suoi affari presso la corte di Torino. Un’educazione severa, essenziale, segnata anche dall’influenza del precettore di famiglia, l’abbé Ferdinando Favre. Nel 1848, a 7 anni, Camillo fu affidato ai Fratelli di La Motte Servolex, poi nel 1850 ai gesuiti, rifugiati in Belgio a Brugelette, nei pressi di Mons. Nel 1854, quando i gesuiti rientrarono in Francia, li seguì a Vannes. Colpito da una congestione polmonare, Camillo faticò a recuperare la salute e per tale motivo proseguì i suoi studi a Santa Maria di Tolosa. Sempre troppo debole, tornò alla Motte nel 1857 per completare i suoi studi sotto la guida di un precettore che lo accompagnerà fino alla fine della vita: l’abbé Claude-François Chenal.
Dal 1858 al 1861 attraversò una grande crisi religiosa, abbandonò le pratiche religiose e il suo amore per la pietà. Nel 1861 alcuni libri spirituali lo fanno riflettere e vive una profonda conversione religiosa: "Rivedo un pilastro della cattedrale di Chambéry dietro il quale ero in ginocchio, dopo una comunione preparata da suppliche, e dove ho pianto lacrime molto dolci, perché fu il giorno del mio ritorno a Dio... quel giorno la mia anima per sempre ha preso possesso del mio Dio e questo fu, io credo, l'origine della mia vocazione sacerdotale". Nel 1863, a 22 anni, preparato dall’abbé Chenal, si presentò per l'esame di filosofia davanti al cardinale Billiet e ottenne un sorprendente successo. Nel frattempo la Savoia fu riunita alla Francia e i Beauregard operarono molto per questo. Così Pantaleone De Beauregard fu ricevuto a Parigi da Napoleone III e nominato presidente del Consiglio Generale. Dopo il successo in filosofia, Camillo seguirà gli studi teologici a Roma per diventare prete in san Giovanni in Laterano il 28 maggio 1866, all'età di 25 anni.Rientrato a Chambéry, ricevette la carica di quarto vicario della Cattedrale, "funzione non retribuita", ma era deciso a prendersi cura dei poveri, dei lavoratori, secondo la spiritualità di Benedetto Labre, scoperto a Roma con l’abbé Chenal. Alla fine di agosto del 1867 il colera si abbatte sulla città; avvengono molte morti e Camillo decide di soccorrere gli orfani, scoprendo la sua seconda vocazione! Per raccogliere gli orfani, affittò un edificio, una vecchia casa doganale, dal conte Ernesto de Boigne, che promise un affitto gratuito per otto anni! E’ il colpo di fulmine: Camillo sarà d’ora in poi il padre degli orfani e consacrerà la sua vita a questa missione. Grazie alla sua famiglia, specialmente alla madre, e grazie al conte di Boigne, trova i soldi per sfamare i suoi orfani, per fare dei lavori e preparare gli ingrandimenti. Nel gennaio 1868 il conte di Boigne propose di costituire un consiglio di amministrazione e soprattutto fece la donazione degli edifici; pertanto venne approvata l'idea di trasformare gli edifici in uno stabilimento agricolo.
La donazione finale, approvata dal cardinale Billiet, fu firmata il 24 marzo 1868 con questa clausola: "L’opera progettata sarà continuamente diretta da religiosi o da ecclesiastici approvati dall’arcivescovo di Chambéry." Nel mese di apr. 10 bambini dai 6 ai 13 anni furono ospitati nella nuova casa e il primo di essi fu Victor Berthollier, nato a Chambéry, ma portato a Torino dai suoi genitori, che erano dei lavoratori; a questo ragazzo don Bosco fece fare la prima comunione. Tuttavia, quando nel 1867 il colera infuriò a Torino e il padre di Victor morì, la madre fu costretta a tornare a Chambéry. Un giorno Camillo la incontra mentre sta facendo la lavandaia e le propone di accogliere il suo figlio di 13 anni. Da quel momento l'orfanotrofio cresce rapidamente e alla fine dell’anno raggiunse 21 ragazzi. Nel novembre 1868 Camillo fu nominato canonico della cattedrale dal cardinale Billiet, titolo invidiato da molti e che creò delle gelosie, ma il Venerabile non farà mai sfoggio di questa prerogativa, al punto che la sua famiglia lo verrà a sapere molto tempo dopo!
Nel 1869 Camillo decise di visitare opere simili per trarne ispirazione: andò ad Amiens a visitare un orfanotrofio di 150 giovani, tenuto di fratelli di San Vincenzo de' Paoli; ad Arras vide l’opera del Padre Halluin; a Marsiglia quella dell’abbé Timon David. Il suo progetto matura spiritualmente e umanamente: rifiutando il sistema repressivo e lo spiritualismo disincarnato, vuole promuovere insieme la formazione umana e cristiana dei giovani, vuole formare uomini e cristiani e affida ai fratelli l’impegno degli studi e delle attività educative, riservandosi la formazione spirituale, basata sulla devozione all'eucaristia, al Sacro Cuore, all’Immacolata Vergine Maria, a San Giuseppe e al Papa. Nel 1873, dopo essere andato a Lourdes, fece erigere nel cortile dell'orfanotrofio una grotta con una statua di Maria. L’anno seguente avvenne una guarigione miracolosa: Maria Paget, di 18 anni, era venuta a riposare presso l'orfanotrofio prima di andare a subire un intervento chirurgico a Lione a causa di un ascesso al fegato. Una novena fu decisiva per lei: l'ultimo giorno, dopo la comunione, Maria sta improvvisamente meglio; l'operazione non si farà più!
Gradualmente, con il passare dei mesi, Camillo concretizza e precisa la sua idea di basare la formazione dei giovani sull’agricoltura. Ciò richiede terreni, nuovi acquisti, richieste di aiuto che arrivano dalla sua famiglia, dagli amici, da qualche personalità. Inoltre, decide di vivere definitivamente tra i giovani e scrive il suo progetto di educazione. Insieme all’istruzione scolastica e all’apprendistato agricolo Camillo cura il teatro, le passeggiate in montagna e varie attività spirituali. L’orfanotrofio cresce, anche se non mancano le prove: il crollo di un di una volta, un’inondazione, fallimenti con alcuni bambini che bisogna mandar via, o con alcuni collaboratori che non sono all’altezza del compito. Nel 1874 l'orfanotrofio ospita 101 bambini!
Camillo nel 1875 aprì una nuova scuola agricola a La Villette: è possibile avere una vera fattoria con mucche, cavalli, giovenche, ovini, pollame, tacchini, lavori nei campi, viticultura... Camillo vive a La Villette e affida il Bocage a l’abbé Chenal. In queste istituzioni gioia e pietà vanno di pari passo con una buona educazione umana e spirituale. Ma i guai arrivarono con gli sviluppi politici anticlericali, con il conflitto tra repubblicani e conservatori, con l’arrivo di Jules Ferry al potere. A Chambéry nel 1879 il consiglio comunale votò per sopprimere ogni istruzione dipendente da congregazioni. Camillo, su consiglio di don Bosco, con il quale aveva stretti legami e di cui aveva visitato l’opera in Torino nel 1879, decise di affidare la sua opera nelle mani di una società civile. Inoltre, nel 1884 morì sua madre, l’abbé Costa, suo ex allievo ordinato nel 1880 e poi l’anno seguente anche l’abbé Chenal. Tutto questo, oltre alle difficoltà di organizzazione, a La Villette costrinsero Camillo a ritornare a Le Bocage e a lasciare La Villette nelle mani dei Fratelli delle Scuole Cristiane che ne diventarono proprietari.
Tuttavia lo slancio prosegue e Le Bocage si sviluppa, la sua fama supera i confini della Savoia, si stabiliscono legami con istituzioni simili e si inizia la partecipazione a concorsi agricoli. Purtroppo Camillo conosce problemi di salute e deve fare delle cure in Germania, Belgio, Svizzera, Italia. Nel 1889 oltre alle donazioni regolari di molti benefattori, della Chartreuse, della sua famiglia, Le Bocage riceve 61 ettari dal conte Leonid Marius Servolex de la Motte e soprattutto Ernest Costa de Beauregard, un nipote di Camillo, diventato sacerdote nel 1896, si trasferì al Bocage, che raggiunse allora 150 studenti. Così che tutto può continuare, la successione è assicurata e Camillo può lasciare la sua fondazione in buone mani: muore malato, stanco, consumato il venerdì santo 25 marzo 1910!
Ernest assume la successione e assicura la direzione dal 1910 al 1954, quando, prima di morire, l’affida a sua volta ai Salesiani di Don Bosco. Attualmente la Fondation du Bocage conta una Casa d’Infanzia a carattere sociale e l’istituto agrario Costa de Beauregard.
In nome dell’amicizia che aveva legato don Camille a san Giovanni Bosco, la Postulazione Generale dei Salesiani ha seguito da sempre la sua causa di beatificazione e canonizzazione, con il sostegno dell’Arcidiocesi di Chambéry, del Comitato Costa de Beauregard e della Fondation du Bocage.
Il decreto sull’introduzione della Causa è datato il 25 gennaio 1961, mentre del 22 gennaio 1991 è il decreto sulle virtù eroiche.
La Postulazione ha preso in esame il caso di una presunta guarigione miracolosa, i cui incartamenti sono stati ritrovati nel 2015. Si tratta di un fatto avvenuto il 27 settembre 1910, quando un bambino, René Jacquemond, durante una passeggiata con gli altri orfani del Bocage, fu ferito all’occhio destro da un compagno, che gli aveva tirato addosso un frutto di bardana, un’erba campestre.
Appena rientrato, fu curato da suor Joséphine Rigaud, delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli in servizio all’orfanotrofio, con un lavaggio oculare e una pomata allo iodoformio, trattamento che fu approvato dal medico dell’orfanotrofio il 27 settembre.
Il 1° ottobre 1910, dopo una visita oculistica, fu prescritta una cura diversa, ulteriormente cambiata perché la ferita peggiorava; la diagnosi precisa fu “trauma oculare da frutto di Bardana con lesione della cornea e ferita della congiuntiva”.
Col passare delle settimane svanì ogni speranza di guarigione. Per quella ragione, la suora infermiera iniziò una novena a don Camille, a partire dal 20 ottobre 1910; alla sua preghiera si unirono tutta la comunità religiosa, i bambini dell’Orfanotrofio (compreso lo stesso malato) e alcuni sacerdoti.
Inoltre, suor Joséphine pose sull’occhio ferito un pezzo di panno che aveva toccato gli oggetti usati da don Camille, morto appena sette mesi prima. Questo avvenne il 26 ottobre, settimo giorno della novena, quando l’occhio apparve molto peggiorato.
Il 28 ottobre, ultimo giorno della novena, sollevato il panno, l’occhio destro apparve guarito e privo di lesioni. I medici che avevano esaminato il paziente al tempo si dichiararono incapaci di spiegare scientificamente l’accaduto. René, cresciuto, lavorò come sarto.
Il ritrovamento dei documenti sul presunto miracolo diede nuovo impulso alla causa di don Camille. Furono compiute nuove perizie, a cui si aggiunse un’inchiesta suppletiva nel 2021 presso la Curia Ecclesiastica di Chambéry, i cui risultati furono trasmessi alla Congregazione delle Cause dei Santi.
Il 30 aprile 2023 la Consulta Medica di quello che, nel frattempo, era diventato il Dicastero delle Cause dei Santi riconobbe la guarigione come inspiegabile, appoggiandosi alla documentazione raccolta e al lavoro di due periti a loro volta membri della Consulta, che avevano esaminato previamente il caso.
Sia il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi, il 19 ottobre 2023, sia la Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi, il 27 febbraio 2024, si pronunciarono affermativamente circa l’asserita guarigione.
Il 14 marzo 2024, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto col quale la guarigione di René era riconosciuta miracolosa e ottenuta per intercessione di don Camille, aprendo la via alla sua beatificazione.
Autore: Don Pierluigi Cameroni
|