Isabella d'Aviz fu una figura storica di rilievo come seconda figlia di Manuele I del Portogallo e Maria d'Aragona e Castiglia, nonché come imperatrice del Sacro Romano Impero e sovrana consorte dei vasti domini di Carlo V. La sua vita si distinse non solo per il ruolo politico che ricoprì, ma anche per le sue virtù cristiane, che si manifestarono nel servizio al bene comune, nella pazienza e nel coraggio mostrato nelle difficoltà.
La sua educazione Isabella nacque come secondogenita del re Manuele I del Portogallo e della sua seconda moglie Maria d'Aragona e Castiglia. Fin dall'infanzia, Isabella fu educata con rigore morale e intellettuale, sotto la supervisione della governante Elvira de Mendoza. Studiò varie discipline come matematica, latino, e dottrina cristiana, dimostrando fin da giovane una sincera devozione religiosa e un forte senso della giustizia e del dovere. La sua educazione, in particolare in ambito cristiano, formò in lei un carattere solido e orientato al bene comune, come dimostrò più tardi nelle sue azioni da reggente.
Matrimonio e Alleanze Nel suo matrimonio con Carlo V, Isabella incarnò l’ideale di unione politica e cristiana tra Spagna e Portogallo, secondo il volere dei suoi nonni, la Serva di Dio Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona. Pur trattandosi di un'unione politica, il loro rapporto si distinse per un affetto sincero e profondo. Carlo rimase colpito dalla sua bellezza e ancor più dalle sue virtù cristiane, che le permisero di sopportare le frequenti e lunghe assenze del marito. Durante i suoi periodi di solitudine, Isabella mostrò un’incredibile forza spirituale, dedicandosi alla cura dei loro figli e mantenendo vivo un intenso scambio epistolare con Carlo, con il quale condivise sempre l’obiettivo di servire il bene della cristianità.
La Reggenza Isabella venne nominata reggente in diverse occasioni, durante le assenze di Carlo per campagne militari e questioni politiche. In questa veste, manifestò un profondo senso di responsabilità e giustizia. Difese con fermezza i diritti del popolo spagnolo, mostrando un’incrollabile integrità morale e una profonda attenzione alle questioni sociali. Partecipò attivamente alle decisioni governative, proponendo soluzioni innovative e sempre orientate al bene comune, rifiutando interessi particolari. Dimostrò una gestione prudente delle risorse e una fedele tutela della giustizia, promuovendo un ordine sociale stabile e sicuro.
Morte e Ricordo Nel 1539, Isabella morì prematuramente all'età di 35 anni, dopo complicazioni durante una gravidanza. La sua morte lasciò un vuoto profondo nella vita di Carlo V, che scelse di non risposarsi mai e di vestirsi di nero per il resto della sua vita in segno di lutto. La fede e le virtù cristiane di Isabella lasciarono un segno anche nella memoria dei sudditi e della famiglia. Carlo, ancora profondamente devoto a lei, commissionò opere d'arte e musica in sua memoria, tra cui la celebre Missa Mort m'a privé del compositore Thomas Crecquillon, che esprimeva il suo desiderio di ritrovarla nell’eternità. In sintesi, Isabella d’Aviz fu un esempio di virtù cristiane: una donna di fede e rettitudine, capace di coniugare la devozione religiosa con il suo ruolo politico. La sua vita e il suo impegno al servizio della Spagna e della cristianità rimangono tutt'oggi un esempio di dedizione e sacrificio per il bene comune.
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