Sono martiri di origine sconosciuta, il cui culto è testimoniato dal Martirologio Geronimiano, dove i loro nomi appaiono dispersi tra altri, ugualmente ignoti, nella nota del 28 febbraio (v. anche CEREALE, PUPOLO, CAIO e SERAPIONE), insieme con un gruppo di martiri certamente alessandrini (i nomi vi sono riportati in grafie varie ed incerte: Maccaris o Macharis, Rufiniae o Refinae, Iusti, Theofili o Thyopili o Epoli od Opoli).
Si pensa che possa trattarsi anche qui di martiri alessandrini: Macario e Teofilo sono anche ricordati (ma non è certo che si tratti dei nostri) nella lettera di Dionigi Alessandrino a Fabio d'Antiochia; secondo la stessa Hist. Eccl., Giusto fu eletto vescovo di Alessandria nel 119-120; inoltre il Martirologio Geronimiano celebra (erroneamente) un Rufino martire alessandrino al 22 giugno. Si aggiunga che, da un papiro di Ossirinco, si conosce un martyrion dedicato ad un martire Giusto, pure di Alessandria.
Il Martirologio Romano raggruppa questi quattro martiri sotto l'indicazione topografica di Roma. Il corpo di S. Giusto si trova nella chiesa parrocchiale di Castelpoto (Benevento) all'interno del simulacro. Fu prelevato a Roma dalle catacombe di Santa Ciriaca e donato il 25 maggio 1819 da Papa Pio VII all'arciprete Don Cosimo Antonio De Mennato.
Autore: Giovanni Lucchesi
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