Cimego, Trento, 20 ottobre 1932 - Karaganda, Kazakhstan, 27 marzo 2002
Bernardo Antonini nasce a Cimego, presso Trento, il 20 ottobre 1932, ma ancora bambino si trasferisce con la famiglia a Raldon, in provincia di Verona. Nel 1942 entra nel Seminario diocesano, presso la sede di Roverè Veronese. Il 26 giugno 1955 viene ordinato sacerdote. Completa gli studi laureandosi in Lingue Straniere Moderne all’Università Cattolica di Milano e ottenendo la licenza in Teologia Dogmatica presso la sede distaccata della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale nel Seminario di Venegono Inferiore. Intanto è stato nominato vicario parrocchiale a San Michele Extra, nella città di Verona. Sembra avviato a una carriera di docente, ma la vera svolta per il suo cammino avviene nel 1989, quando, dopo le aperture concesse da Gorbaciov, nelle quali ravvisava le circostanze favorevoli perché si realizzasse il messaggio delle apparizioni di Fatima, riesce a partire per la Russia come sacerdote “fidei donum”. Come membro dell’Istituto Gesù Sacerdote, uno degli Istituti Secolari aggregati alla Famiglia Paolina, fa uso dei mezzi di comunicazione per far circolare il Vangelo. Nel 1998 riceve il titolo di Protonotario apostolico. Nel 2001 chiede di essere destinato a Karaganda, nel Kazakhstan, diocesi priva di clero, nonché di mezzi. Diventa quindi vicerettore del Seminario maggiore, direttore del giornale della diocesi e vicario episcopale per la pastorale. Il 27 marzo 2002 viene trovato morto nella sua stanza del Seminario, a causa di un aneurisma Il 21 dicembre 2020 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui monsignor Antonini, le cui spoglie mortali riposano dal 2013 nella chiesa parrocchiale di Raldon, veniva dichiarato Venerabile.
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Il classico colpo di fulmine gli arriva davanti ad un quadro della Madonna di Fatima, quando lo sentono esclamare: «In Russia c’è tanta lotta alla Chiesa, ma la Madonna di Fatima ha detto che la Russia si convertirà…». È un bimbetto di otto anni appena, Bernardo Antonini, nato a Cimego (Trento), il 20 ottobre 1932, ma cresciuto a Raldon (Verona), dove la famiglia si è trasferita.
La Russia continuerà ad attrarlo anche negli anni successivi ed a solleticare un’ansia missionaria, che sembra tuttavia destinata ad essere per lui un sogno nel cassetto, anche perché le circostanze della vita sembrano fargli affondare sempre più le radici nella diocesi veronese.
Bernardo, infatti, è quello che si suol dire un gran “bel cranio”: entrato nel 1942 nel seminario diocesano di Roverè Veronese e ordinato sacerdote il 26 giugno 1955, nel 1962 si laurea in lingue e letterature straniere moderne, due anni dopo ottiene la Licenza di Dogmatica e nel 1975 la licenza in Sacra Scrittura.
Sembra destinato, cioè, ad essere professore a vita e tale lo è infatti, nel seminario di Verona, fin quasi a sessant’anni; giornalista pubblicista nei ritagli di tempo per un sacco di testate veronesi, nel 1984 si vede conferire anche l’incarico della direzione del Centro Istruzione e Formazione Religiosa della Diocesi.
Intanto, nel 1977, è entrato a far parte dell’Istituto Gesù Sacerdote, uno degli Istituti Secolari aggregati alla Famiglia Paolina fondata dal Beato Giacomo Alberione: continua a essere incardinato nella sua diocesi, ma fa propria la spiritualità da lui indicata, che punta sulla centralità di Cristo e sull’urgenza di portare il Vangelo a tutto il mondo di oggi e con i mezzi di oggi.
Don Bernardo a quell’epoca ancora non sa che il fondatore ha sempre nutrito la sofferta speranza che i suoi figli potessero un giorno entrare in Russia (quelle che si chiamano le “dio-incidenze”!), ma per il momento si lascia plasmare.
Nel 1989 ha l’opportunità di andare temporaneamente a Mosca per un corso di studi ed è forse l’evento che lo porta al grande passo: nel 1991 si mette a disposizione di monsignor Tadeusz Kondrusiewicz, che dalla Bielorussia sta per essere inviato come vescovo a Mosca, ed al quale non sembra vero di trovare un prete ancor prima di arrivare in quella terra senza preti.
Il fatto è che l’era Gorbaciov ha praticamente aperto, in modo insperato, le frontiere russe alla penetrazione delle varie confessioni religiose: una rivoluzione copernicana per un paese soggetto da più di 70 anni all’ateismo di stato. Una povertà religiosa immensa è sotto gli occhi di tutti: mancano non soltanto i preti, ma anche i libri liturgici e religiosi, la formazione dei laici, l’iniziativa apostolica con i mezzi della comunicazione sociale, le attività caritative, la catechesi.
Partito da Verona come sacerdote “fidei donum”, cioè con il sostegno e la piena approvazione del suo vescovo, don Bernardo viene accolto a braccia aperte a Mosca, dove inizia subito un intensissimo apostolato, grazie al quale già nel 1993 riesce ad aprire il primo seminario, in una sede provvisoria e precaria, dove si patisce il freddo e si soffre la fame, ma in cui ben 13 giovani si preparano al sacerdozio.
È felice come un bambino, quando nel 1999 tre di essi vengono ordinati: sono i primi preti dopo 81 anni di vuoto assoluto nel clero locale. Non sono soltanto suoi studenti: sono vocazioni che don Bernardo ha coltivato e fatto crescere con la sua preghiera e il suo esempio. «L’ho visto pregare notti intere per un seminarista o per un sacerdote in difficoltà», attesta oggi chi gli è vissuto accanto, mentre qualcun altro afferma che «era un sacerdote felice che pregava con amore, non negava a nessuno il suo sorriso e conosceva 10 lingue. In realtà ne parlava perfettamente solo una, quella dell’amore sconfinato di Cristo».
A Mosca come nel Kazakhstan, da Vice-Rettore del Seminario o come Vicario Episcopale per la Pastorale, come predicatore oppure nella direzione del giornale «Svet Evengelija », di cui è stato il fondatore, come insegnante di Sacra Scrittura ma anche come conferenziere instancabile, don Bernardo non si concede riposo, come divorato da un’ansia insaziabile di giungere a tutti, per tutti portare a Cristo. È però un aneurisma a far cessare improvvisamente di battere il suo cuore il 27 marzo 2002.
Sepolto nel suo paese di Raldon, alla sua tomba accorrono pellegrinaggi dalla Russia e da tutto il Veneto, che inducono la diocesi di Verona ad aprire la sua causa di beatificazione e canonizzazione. La fase diocesana si è svolta dall’11 febbraio 2009 al 20 ottobre 2013, stesso anno e stesso mese in cui le sue spoglie sono state traslate nella chiesa parrocchiale di Raldon dal cimitero cittadino.
Il 21 dicembre 2020, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui monsignor Bernardo Antonini veniva dichiarato Venerabile.
Autore: Gianpiero Pettiti
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