Maria Antonia Soligo nacque a Trevignano (Treviso) il 24 gennaio 1910. A soli diciotto anni entrò nell’Istituto delle Suore Missionarie della Consolata di Torino dove 29 gennaio 1930 fece la vestizione religiosa prendendo il nome di Maria Quintilla. Nel maggio 1935 partì per la Somalia, con destinazione l’Ospedale Martino di Mogadiscio. Alternando il lavoro ospedaliero all’attività nei poveri villaggi interni del paese, giunse, il 29 Gennaio 1936, alla professione perpetua. Era presente Monsignor Venazio Filippini, Vicario Apostolico, che ebbe modo di conoscerne, negli anni a venire, la fede profonda. La Somalia, colonia italiana dal 1936, teatro di scontri e guerriglie, nel 1941 divenne colonia Britannica. Suor Quintilla ricordò sempre questo periodo per le tante sofferenze dei militari e dei civili che conobbe. Furono molti i padri di famiglia che le chiesero di mettere in salvo i propri figli, con sguardi e parole che le rimasero per sempre nel cuore. Nel luglio 1943, nel pieno infuriare della Seconda Guerra Mondiale, alcune Missionarie della Consolata furono richiamate in patria. Tra queste, per motivi di salute, suor Quintilla che dopo un breve periodo trascorso nel Monferrato, fu impegnata a Firenze nell’opera negli ospedali militari da campo. Finita l’emergenza sanitaria della guerra, suor Quintilla si trovò a collaborare, con altre consorelle, nell’Opera Madonnina del Grappa, dove venivano assistiti ragazzi, in gran parte orfani di guerra. Quando le consorelle rientrarono a Torino, suor Quintilla, dopo un serio discernimento, prese la sofferta decisione di rimanere nell’Opera Madonnina del Grappa. Nell’ottobre 1945 lasciò definitivamente l’Istituto per fondare a Firenze, il 16 Novembre 1949, le Sorelle Apostole della Consolata. Insieme ad alcune giovani compagne iniziò la nuova esperienza, convinta che quando Dio chiama, bisogna solo rispondere con generosità. Ogni giorno, nella chiesa di San Marco o della Santissima Annunziata, trovò la forza necessaria. Confidò sempre nella protezione della Vergine Consolata di cui rimase grande devota. Tra i suoi appunti leggiamo: "Fin dalla mia giovinezza sentivo tutta l’attrattiva per l’apostolato tra i rifiuti dell'umanità, senza distinzione, vedendo in ogni (anche deformato) corpo, l’anima stillante il sangue di Cristo... ", "Fede, fede ma di quella sincera, soda, così otterremo ogni grazia dal donatore di tutti i beni. Preghiera, ma non soltanto di quella letta sui libri: preghiera di piena e totale confidenza in Dio, come il figlio con la mamma". "Ho tanta fiducia nella Madonna Vergine Consolata e sento che è la mia vera mamma da sempre, sento il bisogno di ripetere spesso che l'amo, l'amo unita al suo e mio Gesù, di un amore immenso". "Voglio sapervi sempre tutte nella gioia, in quella gioia che nasce soltanto dal dire di sì sempre e non negare mai nulla a Gesù che è vita delle nostre anime, e di quelle che, per vocazione, vi affida". "Desidero cooperare come il granello di senape al grande edificio della Chiesa".
Il novello istituto trovò una prima sistemazione, grazie ad una benefattrice. Seguirono dei trasferimenti, sempre nel centro di Firenze. L’opera venne intanto conosciuta ed apprezzata tanto che si moltiplicarono le richieste di collaborazione. Il 25 luglio 1951 le Sorelle Apostole della Consolata presero in affitto dai Marchesi Gerini una Villa a Sesto Fiorentino, dove si poterono accogliere tante giovani che venivano educate ed avviate al lavoro. Nell’autunno del 1957 Madre Maria Quintilla acquistò Villa La Nerlaia, in Via delle Bagnese a Firenze, che divenne Villa Consolata, futura Casa Madre dell’Istituto.
Negli anni ’60, cessate in parte le povertà del dopoguerra, suor Soligo intravide un altro campo d’apostolato: l’accoglienza degli anziani soli. Con fiducia nella Divina Provvidenza e un po’ di audacia, operò una trasformazione della Villa. Intanto l’Istituto crebbe. Numerose piccole comunità si formarono nel Veneto, in Lombardia, nel Lazio, in Toscana, in Campania e Sicilia. Le Suore Apostole della Consolata il 31 Luglio 1972 divennero Congregazione religiosa di Diritto diocesano. Madre Quintilla, attenta ai segni dei tempi, fu attenta nel seguire il rinnovamento della liturgia, l’approfondimento della sacra Scrittura, il coinvolgimento dei laici alle nuove forme di apostolato, con grande attenzione per la famiglia.
Colpita da un cancro, Madre Quintilla morì il 27 marzo 1973. Nel 1981 venne aperta una missione nel Benin (Africa) e nel gennaio 1996 a Cochin in Kerala (India). Il 24 Aprile 1999 la salma di Madre Quintilla fu traslata nella cappella di Casa Madre.
Autore: Daniele Bolognini
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