Nacque a Cianuri, provincia di Vizcaya, diocesi di Vitoria, il 15 luglio 1893 e nello stesso giorno fu battezzato nella chiesa parrocchiale di Nostra Signora di S. Maria; a sei anni, il 19 luglio 1899, ricevette la cresima. I suoi genitori Atanasio e Teodora seppero improntare a tanta pietà il loro focolare domestico che dei loro sei figli ben tre furono francescani missionari: padre Félix, padre Luis e padre Augustin.
Già da piccolo il Beato mostrò un precoce amore per le virtù, tanto che fu pressoché naturale lo sbocciare in lui della vocazione religiosa. A undici anni fu ricevuto nel collegio serafico di Chipiona, Cadice; qui, dopo gli anni di probandato e gli studi umanistici, fu ammesso alla vestizione dell’abito serafico il 5 settembre 1908 e alla professione dei voti semplici il 6 settembre 1909. Dopo i corsi di filosofia e teologia, il 7 settembre 1912 fece la professione solenne e, terminati con profitto gli studi, fu ordinato sacerdote da Mons. Francisco Cervera, Vicario Apostolico del Marocco, nella chiesa di Santa Maria della Regola a Chipiona il 16 luglio 1916.Nello stesso anno dell’ordinazione sacerdotale passò alla comunità di Vélez Màlaga, dove restò di famiglia due anni, finché nel 1918 fu destinato a Lebrija (Sevilla).
Nel capitolo di Chipiona dell’aprile 1919 venne nominato rettore e professore del collegio serafico, nonché organista e maestro di coro del santuario. Nel 1921 passò a Estepa (Sevilla) per poi ritornare, dopo un anno, a Chipiona come vicario del collegio, direttore del Terzo Ordine Francescano e delle scuole domenicali, nonché della pia unione di S. Antonio; occupò inoltre dal 1922 al 1926 la cattedra di teologia dogmatica. Nei corsi 1926-1928 insegnò letteratura universale e spagnola. Pochi religiosi hanno dimostrato simultaneamente e con un ritmo sostenuto tanta competenza quanta padre Félix in attività così varie e gravose.
Fu anche primo superiore e rettore del collegio di San Pantaleón de Aras (Santander), dal giorno dell’inaugurazione 16 novembre 1930 fino al 16 luglio 1932, restandovi poi come vicario per un’altro anno. All’insegnamento nel collegio, alla cura di tutto ciò che necessitava per ben compiere i suoi uffici, aggiungeva sempre con generosità l’esercizio della parola e l’amministrazione dei sacramenti, tanto nella chiesa conventuale che nella parrocchia.
Desideroso di farsi missionario tra gli infedeli, ottenne di andare in Marocco il 16 settembre 1933, ma a causa di un serio e prolungato stato febbrile dovette rinunciarvi; il 16 dicembre 1933 fu nominato Guardiano di Fuenteobejuna, servizio che occupò fino all’incarceramento e al martirio, accolto con eroismo di vero testimone di Cristo nella notte tra il 21 ed il 22 settembre 1936 a 43 anni di età, 27 di religione e 20 di sacerdozio.
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