Jean-Paul Hyvernat nacque a Saint-Germain-du-Plain, nella regione di Saona e Loira, l’11 settembre 1956, quarto di sette figli, e ricevette il Battesimo due giorni dopo la nascita. Frequentò le scuole elementari presso i Fratelli delle Scuole Cristiane e ricevette la sua Prima Comunione a sei anni, nella Collegiata di Notre-Dame-en-Vaux, nella regione dello Champagne.
Gli anni della sua adolescenza furono marcati da due eventi significativi: la sua Promessa come Scout nel 1970 e un ritiro tenuto dai Religiosi Cooperatori Parrocchiali di Cristo Re presso la Basilica del Sacré-Coeur a Montmartre, nel dicembre 1973. In quell’occasione, egli capì di essere chiamato al Sacerdozio: quando ne parlò ai suoi familiari, non trovò nessun ostacolo da parte loro.
Per ricevere una formazione solida, chiese di essere ammesso nel Seminario di Écône, in Svizzera, all’epoca in situazione regolare, e vi entrò nel 1975. Lì apprese lo splendore della tradizione cattolica, approfondì la filosofia di san Tommaso d’Aquino e compì la sua vestizione il 2 febbraio 1976. Pochi mesi dopo, però, monsignor Lefebvre ordinò per la prima volta dei sacerdoti senza incardinarli in alcuna diocesi: Jean-Paul capì la gravità dell’evento, ma la sua vocazione non vacillò. In attesa di capire come proseguire la propria formazione, accettò la proposta di un amico di famiglia e compì il servizio militare fra i Cacciatori Paracadutisti a Tolosa; la domenica, invece, aiutava il parroco di una chiesa non molto distante, a Nègrepelisse.
Nel frattempo, un gruppo di professori e seminaristi aveva deciso di lasciare Écône ed era in cerca di una sede per continuare gli studi in comunione con Roma: il giovane si unì a loro dapprima a Saint-Hélier in Bretagna, poi, per concessione del Papa, al Pontificio Collegio Nepomuceno. Continuò gli studi presso l’Ateneo Angelicum e, in vista della sua incardinazione nella diocesi di Versailles, al Pontificio Seminario Francese; nel tempo libero, invece, si occupava del gruppo scout di San Luigi dei Francesi. A partire dal giugno 1982 iniziò a vivere stabilmente nella sua parrocchia di destinazione, la Collegiata di Notre-Dame a Poissy.
Un anno dopo, il 12 giugno 1983, ricevette l’ordinazione diaconale e, il 26 novembre dello stesso anno, quella sacerdotale. In tale occasione, l’ormai don Jean-Paul compose di proprio pugno un Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Nell’estate 1984, ricevette una nuova destinazione come vicario nella parrocchia della Cattedrale di Versailles, Saint-Louis. Il suo campo d’azione prediletto erano i giovani: per sviluppare in loro una profonda vita di fede, istituì degli incontri quindicinali al mercoledì, i “Mercredi de Saint-Louis” e, per quelli più motivati, la “Cordée Spirituelle”, che fruttò molte vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa. Il rapporto con lo scoutismo proseguì, in quanto divenne cappellano delle unità scout che frequentavano la parrocchia. Anche anziani, malati e gruppi familiari beneficiarono della sua vicinanza e del suo sorriso.
Per quanto riguarda la sua spiritualità, egli cercava di applicare, per quanto possibile data la natura del ministero diocesano, la regola di san Benedetto. Tra i suoi santi preferiti, san Francesco di Sales, la lettura delle cui opere raccomandava come aiuto nella vita di fede, santa Teresa di Gesù Bambino e la giovane Serva di Dio Claire de Castelbajac. Inoltre, teneva moltissimo all’abito ecclesiastico e amava la liturgia ben celebrata e il canto.
Fondamentali, per lui e i suoi giovani, furono i pellegrinaggi a piedi in vista delle Giornate Mondiali della Gioventù a Santiago de Compostela nel 1989 e a Czestochowa nel 1991. Di ritorno da quest’ultimo viaggio, si rimise subito in marcia, insieme ad alcuni dei pellegrini, per raggiungere i suoi familiari e pregare per la nuova parrocchia dove sarebbe andato nel settembre successivo, Saint-Martin a Montigny le Bretonneux. Dieci giorni dopo, il 28 agosto, il gruppo subì un incidente: mentre stava per affrontare il Ghiacciaio dei Bossons, vicino Chamonix, fu travolto da un blocco di roccia che si era staccato dalla montagna. Due giovani rimasero feriti in modo lieve, ma per don Jean-Paul la situazione era più grave. Morì perdendo molto sangue, in mezzo a coloro a cui aveva tanto dato e che amò fino alla fine.
Vale la pena, per comprenderlo meglio, di leggere il suo testamento spirituale:
«Versailles, festa del Battesimo di Nostro Signore, domenica 12 gennaio 1986.
Chiedo perdono a tutti coloro che ho potuto ferire o scandalizzare durante la mia vita terrena. Perdono a tutti coloro che hanno visto nella mia vita sacerdotale una contro-testimonianza: il Sacerdozio è una realtà così bella che non la si può tradire.
Avrei voluto essere un santo... avrei voluto che tutti fossero infiammati d’Amore, avrei voluto essere un prete donato, mangiato, avrei voluto che tutti fossero innamorati di Cristo, avrei voluto assolvere i peccati di tutti i peccatori che ho incontrato, avrei voluto che Maria regnasse in tutti affinché tutti fossero di Gesù, avrei voluto far amare l’Amore, avrei voluto che l’Eucaristia fosse il centro della mia vita, avrei voluto... Che qualcun altro mi dia il cambio e salga l’Altare e sia un santo!
E pregate per il povero peccatore che sono, io che ho solo tradito il mio Dio, io che non ho saputo fare penitenza, io che ho solo bisogno della Misericordia.
Che i giovani, e fra di loro tutti noi scout e guide, siano assetati d’assoluto, di purezza, di trasparenza, di gioia e di santità.
Dio è Amore. La Chiesa è bella, perché è sua: guidato da Maria, io non rimpiango nulla di tutto quello che ho contemplato in essa. Rendo grazie a Dio per la Santa Chiesa cattolica e romana, per la mia diocesi di Versailles, e chiedo perdono al mio vescovo per averlo deluso!...
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Lode e Gloria alla Stella della mia vita, Maria purissima.
Jean-Paul Hyvernat, cristiano, scout, prete per l’eternità».
Per approfondire:
Daniel et Odette Germain, Prêtre pour l’eternité. Jean-Paul Hyvernat, Editions Pierre Téqui, Paris 1997.
Jean-Paul Hyvernat, Paroles sur la vie chrétienne, Editions Pierre Téqui, Paris 1999.
Autore: Emilia Flocchini
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