La Serva di Dio Maria Francesca delle Piaghe, nacque a Quito, Ecuador, l’11 dicembre 1874, da madre nubile; il papà, che poi riconobbe la figlia, si chiamava José Cornejo. Ricevette il battesimo lo stesso giorno della nascita con i nomi di Rosa Elena.
La bambina fu educata dalla mamma, appartenente al Terzo Ordine Francescano. Con lei la Serva di Dio imparò molto presto la devozione alla Madonna. Frequentò la scuola delle Suore di Carità le quali, nel 1884, la prepararono anche alla Prima Comunione. L’infanzia e la gioventù della Serva di Dio si svolsero a casa della famiglia Demarquet, dove la mamma lavorava come cucitrice e domestica.
Dopo la morte della mamma, nel 1893 continuò a vivere con la famiglia Demarquet, dedicandosi al lavoro, alla pietà e alla vita spirituale. È di quegli anni la chiamata alla vita religiosa, con una consacrazione totale a Dio, che maturò con il tempo.
Il 4 maggio 1897, i liberali antireligiosi profanarono sacrilegamente la Santissima Eucaristia nella città di Riobamba, nel tempio del collegio San Filippo Neri, assassinando il p. Emilio Moscoso, sj. Il fatto commosse profondamente tutto il paese, e dappertutto si tennero atti di riparazione. Nella città di Quito, un gruppo di giovani terziarie francescane, tra cui Rosa Elena, decise di fondare un istituto religioso dedito all’adorazione riparatrice dei sacrilegi e delle profanazioni della Santissima Eucaristia. Con l’approvazione dell’’assistente spirituale, Padre Antonio María Argelich OFM, quattro di esse, il 4 giugno 1897, diedero avvio al nuovo istituto nella casa francescana di esercizi di San Diego (a Quito).
La Serva di Dio affrontò, con le prime compagne anni di povertà e di prove, per consolidare il carisma del nuovo istituto, nel quale emisero la prima professione il 5 giugno 1902.
Restata priva del consiglio e dell’assistenza spirituale dei padri francescani, Suor Maria Francesca delle Piaghe, questo il nome religioso assunto dalla Serva di Dio, fu il vero strumento di consolidamento dell’Istituto. Con la sua mansuetudine e umiltà seppe superare le difficoltà che continuarono anche negli anni successivi. Soffrì molto, ma si rifugiò nel Sacro Cuore di Gesù e nella preghiera, nella devozione eucaristica e nella pratica della Via Crucis., sostenendo con il suo esempio le altre sorelle.
Nel 1913 la Congregazione venne aggregata canonicamente all’Ordine Francescano.
Nel 1936 la Serva di Dio fu eletta all’unanimità Superiora Generale dell’Istituto e poi, nel 1942, Superiora Generale vitalizia. Madre Maria Francesca guidò l’Istituto con la preghiera, l’esempio e la parola, sempre prudente.
Nel 1950 la Serva di Dio fece un viaggio a Roma per assistere alla canonizzazione della santa ecuatoriana Mariana de Jesús Paredes e per cercare l’appoggio in vista dell’approvazione pontificia dell’Istituto. Andò allora anche ad Assisi come pellegrina francescana per chiedere aiuto per le sue figlie. Anche all’estero, nel Cile, si aprì una casa dell’Istituto durante la vita della Serva di Dio, nel 1959.
Una delle grandi gioie della Serva di Dio fu l’aver ricevuto il Decretum laudis dal beato Giovanni XXIII, il 12 aprile 1962. Ormai ammalata ed allettata visse gli ultimi anni di vita accettando con pazienza e amore la malattia dovuta alla vecchiaia, ed edificando tutte le suore. Morì a Quito il 24 ottobre 1964.
La Causa ebbe inizio il 13 giugno 1986, a Quito.
Il Santo Padre Benedetto XVI ha riconosciuto l’eroicità delle sue virtù il 20 dicembre 2012.
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