Ravenna, 21 agosto 1880 - Ravenna, 17 aprile 1958
Don Angelo Lolli nasce a Ravenna il 21 agosto 1880. Dopo avervi frequentato il seminario arcivescovile, è ordinato sacerdote il 6 giugno 1903 dall’Arcivescovo Conforti, ora Santo. Si è calato profondamente nella realtà umana e sociale in cui è vissuto. Utilizzava tutti i mezzi che la Provvidenza gli ispirava per poter allievare i poveri e i sofferenti. Frequentando le case, si rende conto che vi sono malati cronici che per la gravità della malattia non possono stare nelle proprie case, ma neanche andare in altre strutture, perché poveri. Matura così l’idea dell’Ospizio Cronici Abbandonati di S. Teresa del B.G., una Casa Rifugio per i cronici, i più poveri, i più malati a Ravenna. Nel 1931 nasce anche la comunità religiosa femminile, riconosciuta ufficialmente nel 1955 come "Suore della Piccola Famiglia di Santa Teresa del Bambino Gesù". La morte giunge il 17 aprile 1958.
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Asciugare le lacrime calde che rigano il volto dei poveri più miseri, dei malati senza speranza di guarire, dei malinconici che hanno smarrito la loro gioia in un tempo che fu. Leccare le ferite degli esseri umani. Fu questa la missione di don Angelo Lolli.
Per questo generoso sacerdote romagnolo, gli “scarti umani” profumavano di Dio. Sarà l’amico dei poveri, disposto a tutto per vedere un cenno di gioia sul loro volto, sarà padre e fratello degli emarginati della storia.
Eppure nei primi anni della sua vita il “monello di Dio”, come lui stesso amava definirsi, non fu propriamente un angioletto. Entra nel seminario di Ravenna a 10 anni, il 3 novembre 1890. Le regole rigide del seminario insegnano ad Angelo la disciplina, ma non ne piegano l’irruenza e la vivacità. Si distinguerà sempre, da bambino come da adulto, per quella forza di osare, di andare al di là, di salire le vette.
Viene ordinato sacerdote il 6 giugno 1903 dall’Arcivescovo Guido Maria Conforti (fondatore dei Missionari Saveriani di Parma, ora santo). È solo l’inizio di una vita nuova, di una promessa per la gente di Ravenna. Una promessa che verrà mantenuta, e continua ad esserlo oggi, anche grazie alla generosità di tanti romagnoli. Prete per gli altri. Scriverà il 3 marzo 1906: «Ti sei fatto prete per salvare gli altri, per condurre gli uomini a Dio non solo curando il benessere spirituale, ma anche quello materiale».
I primi anni di sacerdozio sono anni di tormento interiore, anni in cui sente tutta la sua miseria e inadeguatezza di uomo; prova disprezzo per il mondo, dove vede solo egoismo e vanità. Si sente tiepido, inutile, insoddisfatto. Attraverso l’ascolto, la preghiera, il silenzio, un’intensa vita contemplativa, imparerà a lasciarsi portare da Dio, a ‘lasciarsi fare’.
Lolli insegue un ventaglio di progetti, riceve dall’arcivescovo incarichi di fiducia come quello di tenere una serie articolata di lezioni di cultura religiosa ad un pubblico colto ed elitario della città. Medita “se mi spingessi in una lotta esteriore col male” e prega di poter divenire “un campione” avvertendo però la sottile insidia “quando le lodi degli altri vengono ad esaltarmi”.
Dio, però, gli manda precisi e ripetuti segnali in tutt’altra direzione. Ormai l’atmosfera di dolore lo avvolge e penetra. Ha finalmente trovata la sua vocazione e scoperto il disegno pensato per lui fin dall’eternità.
Sarà “Il professionista, lo specialista della bontà”. E continua:“Sarò l’amico degli sventurati. Vi prego, Signore, di dare a me una parte di quelle sofferenze”.
Uomo di azione e di fede ardente – un contemplativo nelle strade – riesce a dare vita a numerose iniziative con una poliedrica creatività. Nel 1911 fonda due istituzioni parallele, le prime e uniche nel loro genere a Ravenna: la “Biblioteca cattolica circolante” e la “Pia Opera Assistenza Infermi poveri a domicilio”.
Profondamente innamorato di Dio, come testimoniano molte pagine dei suoi scritti, scrive di sé e delle sue collaboratrici: «Siamo gente assillata dal dolce tormento di Dio, desideriamo Lui solo, Lo cerchiamo sempre e dovunque». Don Lolli utilizza tutti i mezzi che la Provvidenza gli ispira per poter allievare i poveri e i sofferenti. Ripete spesso: «Andare all’anima attraverso il corpo».
Frequentando le case, don Lolli si rende conto che vi sono malati cronici che, per la gravità della malattia, non possono né vivere a domicilio né essere ricoverati in altre strutture perché senza il denaro necessario. Matura così l’idea dell’Ospizio Cronici Abbandonati di Santa Teresa del Bambino Gesù, una Casa Rifugio per i cronici, i più poveri, i più ammalati, i più abbandonati: l’inaugurazione ha luogo il 25 gennaio 1928 a Ravenna.
Così come l’ha concepito don Lolli, l’Ospizio ha bisogno di anime generose per l’assistenza a queste creature. Non una professione quindi, ma una vocazione, una donazione totale, assoluta.
Nel 1931 il primo nucleo, formatosi spontaneamente, si costituiva in comunità religiosa, seguendo lo spirito di umiltà, di abbandono, di semplicità e confidenza in Dio di S. Teresa del Bambino Gesù, da poco proclamata Santa. Nel 1955 il riconoscimento ufficiale con la denominazione: «Suore della Piccola Famiglia di Santa Teresa del Bambino Gesù».
Tra il 1931 e il 1933 fece visita a don Rinaldi, successore di don Bosco, a Torino e poi alle Opere di don Guanella e di don Orione, traendone preziose ispirazioni per l’Ospizio e la Famiglia religiosa.
Attraverso le sue molteplici attività, don Lolli ha sempre manifestato uno sconfinato amore per i poveri e gli infermi, particolarmente per i cronici e abbandonati, conservando un grande spirito di umiltà, di silenzio e di raccoglimento: mai ha fatto mostra di sé e delle sue attività. Parlava poco e pregava a lungo e intensamente. Don Lolli diceva spesso: «Compi il bene e gettalo in mare. Dio lo raccoglierà».
Nel 1938 infine si trasferì nell’Ospizio, prendendo qui stabile dimora fino alla morte. Gli anni che seguiranno, come sempre, lo vedranno impegnato continuamente nel curare e formare spiritualmente le Religiose e tutte le persone (ed erano un numero considerevole) che si affidavano alla sua direzione spirituale, cercando sempre di cogliere i segni che gli mandava il Signore per far crescere sempre di più le sue Opere e la sua Famiglia religiosa attraverso un costante e sempre più profondo abbandono in Dio.
Morì santamente il 17 aprile 1958. Dall’aprile del 1962 la salma del Servo di Dio è posta in un apposito sarcofago nella Cripta dell’Opera Santa Teresa.
La Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio don Angelo Lolli, aperta solennemente il 7 maggio 2000, dall’Arcivescovo di Ravenna-Cervia, S. Ecc. Mons. Luigi Amaducci, a S. Maria in Porto in Ravenna, si è conclusa, nella sua fase diocesana, il 20 aprile 2008 nel Duomo ravennate, con una cerimonia presieduta dall’Arcivescovo S. Ecc.za Mons. Giuseppe Verucchi, suggestivo coronamento dei festeggiamenti in occasione del 50° anniversario della morte del Servo di Dio.
Autore: Suore della Piccola Famiglia di Santa Teresa di Gesù Bambino
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