Quinzano d’Oglio, Brescia, 16 luglio 1926 - Macatuba, Brasile, 16 aprile 1984
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Nato a Quinzano d’Oglio il 16 luglio 1926, ordinato sacerdote a Quinzano d’Oglio il 29 giugno 1949, quesciente a Arco per alcuni anni per motivi di salute, parroco a Povaglio Sotto dal 1954 al 1958, Vicario cooperatore a Bedizzole dal 1959 al 1961. Nel 1961 parte per il Brasile e risiede presso il seminario Rogazionista Pio XII a Criciuma nello stato di S. Caterina. Nel 1979 è parroco di Macatuba nello stato di S. Paolo. Viene assassinato da malviventi (si escludono motivi politici) a Macatuba il 16 aprile 1984 ed ora è sepolto nella parrocchia di Macatuba a S. Paolo in Brasile. Nel 1990 gli viene dedicata una lapide nella cappella dei sacerdoti al cimitero di Quinzano d’Oglio. Nel 1991 Quinzano d’Oglio gli dedica una via.
Il mattino del 17 aprile la stampa locale dava la notizia dell’assassinio di un sacerdote bresciano missionario in Brasile. Non furono pochi gli interrogativi posti di fronte ad una notizia così tragica: don Giuseppe Corsini fu colpito da 4 pugnalate al cuore sul far della sera del 16 Aprile.
In capo a pochi giorni la polizia Brasiliana potè con più esattezza ricostruire l’accaduto.
Si può affermare che il missionario bresciano sia stato vittima della sua generosità : infatti aveva accolto in casa e aiutato un giovane sbandato in cerca di lavoro. Sorpreso a rubare ed invitato da don Corsini a lasciare perdere, il giovana ha perso il controllo di se stesso, temendo di essere denunciato, e si è avventato contro il suo benefattore. Poco dopo don Giuseppe è stato ritrovato in casa sua morto dai suoi stessi parrocchiani di Macatuba.
La gente di questa località del Brasile voleva bene a don Corsini. Infatti si trovava in terra Brasiliana da 23 anni ininterrottamente ed era legato alla sua gente. Del resto, come può un sacerdote rimanere tanti anni di seguito in una località di missione se non è animato da profondo amore apostolico?
Don Giuseppe Corsini, di Quinzano, era giunto in Brasile nel 1961 dopo essere stato parroco di Provaglio Sotto e curato a Bedizzole . Aveva scelto a 40 anni di diventare brasiliano con i brasiliani e non era più tornato a casa. Scriveva ai familiari, all’anziana madre, ai fratelli, ma di tornare non ne voleva sapere: il suo posto era tra i tagliatori di canna da zucchero, gente povera e sfruttata. Ed in questo senso don Giuseppe si esprimeva in occasione di rari incontri che avvenivano con confratelli e laici di passaggio da Macatuba e che lo invitavano ad un viaggio anche breve in Italia. E infatti don Giuseppe è rimasto sempre fra i suoi, in situazioni difficili condividendo la povertà e la bollente situazione di tensione fra lavoratori e "padroni dello zucchero".
Don Giuseppe aveva raggiunto i 58 anni quando la sua missione è stata interrotta. Aveva ancora molto da dare, ma forse il regalo più bello che ha fatto alla sua gente è stato di avere vissuto , fino a lasciare la vita , tutta la precarietà della loro situazione. Una situazione di povertà che a volte esplode in turbolenza che non ha risparmiato nemmeno l’amato parroco. La sua morte ha dimostrato cosa vuol dire essere come gli ultimi.
La virtù sacerdotale che meglio si può ricordare di Don Corsini è la comprensione . Egli ha compreso la sua gente. Abbiamo tutti i motivi per pensare che sia morto con parole di perdono sulle labbra , come accade talvolta ai Missionari. La sua inclinazione, per indole oltre che per fede, al perdono è testimonianza peraltro dalle sue lettere che ora costituiscono l’unico ricordo di don Corsini, in quanto i suoi resti mortali riposano in terra brasiliana. Quinzano gli ha dedicato una via.
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