Maria Anna Lindmayr nacque il 24 settembre 1657 a Monaco di Baviera, in una famiglia profondamente religiosa; fu battezzata lo stesso giorno nell’antica parrocchia di San Pietro. Aveva otto sorelle e sei fratelli: una divenne carmelitana a Praga e nel 1711, a Monaco, fu la prima priora del costituendo monastero. Quattro fratelli furono preti: due carmelitani, un religioso premostratense e un sacerdote diocesano.
Fin dalla tenera età Maria Anna assimilò in famiglia un interesse per la vita religiosa e una particolare devozione per le anime del Purgatorio. In particolare frequentava la chiesa dei Gesuiti e cominciò a prendere lezioni di latino. Quindicenne, dopo una confessione generale, decise di dedicare la propria esistenza a Cristo. A partire dai diciotto anni fece alcuni tentativi per entrare in clausura - a St. Wallburg-Augsburg, ad Anger Kloster di Monaco e a Schoenenfeld-Eichstaett - ma, per la malferma salute, non vi riuscì. Erano altri i piani divini su di lei.
Nel 1676 Maria Anna perfezionò la sua educazione, in particolare con lezioni di canto e, a sua volta, si preoccupava dell’istruzione dei suoi giovani fratelli. Dedicava molte ore alla preghiera, si imponeva digiuni, sentiva la volontà di essere utile alle necessità del prossimo. Incontrò però anche incomprensioni e contrarietà e qualcuno le consigliò di sposarsi. Trentenne, nella festa della Madonna del Carmelo, ricevette solennemente lo scapolare. Divenne membro del terz’ordine carmelitano, rimanendo nel mondo, con i voti però di povertà, castità e obbedienza. Nel 1690 morì il padre, due anni più tardi, in una visione, Cristo richiamò la sua attenzione alle colpe dei “servi della sua Chiesa e delle case regnanti”. Il suo carisma cominciò a far notizia tanto che, per qualche tempo, il parroco le proibì di far uso dei suoi doni straordinari. Morì anche la madre e Anna Maria aumentò l’impegno verso i fratelli. Per cinque anni visse però in un “buio mistico dell’anima”.
Nel luglio 1704, di fronte ai pericoli della guerra e della peste, chiese al clero, alla nobiltà e al popolo di Monaco di fare un voto solenne con l’impegno di costruire una chiesa in onore della Santissima Trinità. Nell’ottobre 1711 fu benedetta la prima pietra e nelle immediate vicinanze fu aperto il monastero delle Carmelitane (la consacrazione solenne avvenne poi il 29 maggio 1718 e in quella chiesa, nel 1730, troveranno accoglienza i Padri Carmelitani). Finalmente, Maria Anna poté realizzare il suo desiderio: il 25 maggio 1713 fece la professione solenne prendendo il nome di Maria Anna Josepha di Gesù. Tra le sue prime mansioni vi fu quello di infermiera, ma già nel 1716 fu eletta priora e nel 1722 maestra delle novizie. Dopo un’esistenza tutta spesa a “maggior gloria di Dio”, il 6 dicembre 1726, poco dopo le dieci di sera, Madre Anna Maria morì accompagnata dalla preghiera delle sue consorelle. Fu sepolta nella cripta, dietro l’altare.
Fu donna dal carisma eccezionale e, a testimonianza delle preclari virtù, esistono numerosi scritti che ella stese in obbedienza al confessore, p. Candidus di S. Elesaeo. Oggi sono conservati nell’archivio arcivescovile ed in quello provinciale bavarese delle Carmelitane. Dai suoi pensieri è possibile cogliere doni straordinari. Padre Barnabas, confessore delle Clarisse di Anger, nel 1704, se ne accertò dopo che per incarico del Principe Vescovo, sottopose Maria Anna ad un profondo esame.
La Serva di Dio scrisse: “Nella mia meraviglia per le grandi grazie che Dio mi ha spesso donato, talvolta dissi a Cristo, tra le lacrime: Oh Signore! Perché mi hai dato tali grazie che non ho meritato, le quali sei solito dare a coloro che ti amano nel modo giusto?“. “Fin dalla prima giovinezza fui portata all’amore per le anime del Purgatorio. Quando ebbi raggiunta una maggior comprensione, offrii ai cari defunti le mie azioni a compenso delle loro mancanze, li tenni presenti in tutti i miei esercizi e per molti anni feci opere espiatorie. […] In un’ occasione esse mi dissero ch’io dovevo e potevo aiutarle; chiedevano specialmente la S. Messa e la S. Comunione. […] Dio mi ha insegnato ciò di cui le anime hanno bisogno e come si sarebbe potuto aiutarle. Sono venute delle anime con gli occhi rossi di pianto, che mi hanno pregata di far penitenza per loro. Altre mi sono apparse affamate, consumate, con un aspetto indescrivibile; queste mi pregarono di aiutarle con digiuni a pane ed acqua per compensare i peccati fatti in vita, altre mi hanno detto di aiutarle con atti di pazienza e mitezza”. Madre Lindmayr, grazie alle sue esperienze, venne a conoscenza che alle colpe corrispondevano le pene: con opere di misericordia potevano essere aiutate anime che sulla terra furono dure di cuore. Ebbe anche visioni relative a religiosi che nella loro esistenza avevano stimato troppo il danaro e i beni terreni. Vide che soffrivano grandi pene ed imploravano aiuto. Un giorno scrisse: “Nessun periodo della mia vita fu per me più felice e ricco di grazie di quello che passai con e per le anime del Purgatorio. Ho poi saputo da Dio che con l’amore per le anime del Purgatorio gli si fa il massimo piacere, perché queste anime gli stanno molto a cuore, ma sono anche le più misere, non potendo più far nulla per se stesse”.
Nel volgere di pochi anni ebbe inizio la causa diocesana di beatificazione di Madre Maria Anna, al momento non conclusa. Nel 1802 avvenne la confisca del monastero, le monache furono costrette a migrare a Neuburg-Donau, dove portarono alcuni cimeli della Lindmayr. Tra questi oggi si conserva il dipinto dell’Ecce-Homo cui era molto devota. Le sepolture della chiesa del monastero furono poi rimosse e le ossa delle religiose portate indistintamente nel cimitero di S. Stefano. Nel 1921 le carmelitane poterono tornare a Monaco. Nel 1945 la chiesa della SS. Trinità fu tra le poche a resistere ai devastanti bombardamenti cittadini.
Autore: Daniele Bolognini
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