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Tordera, Spagna, 2 dicembre 1909 - Blanes, Spagna, 30 luglio 1936
Studente e agricoltore, fu ucciso dai repubblicani insieme a padre Jaime Puig Mirosa durante le persecuzioni anticattoliche nel 1936. I due misero in salvo l’immagine della Madonna del santuario di Blanes. Beatificato il 13 ottobre 2013.
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Sebastián Llorens Telarroja, nato nel 1909, morì per mano del Fronte popolare nel 1936, a 27 anni, insieme a un altro prossimo beato, il sacerdote Jaime Puig Mirosa, primo martire dei Figli della Sacra Famiglia (in tutto sono 19 i membri della congregazione che saranno beatificati a ottobre insieme a questo laico). Ex allievo serale della scuola di Santa María di Blanes, Gerona, era un giovane studioso e lavoratore agricolo, membro della Federazione dei Giovani Cristiani della Catalogna e terziario dell’ordine di san Francesco.
L’Eucaristia e la Vergine del Vilar, patrona di Blanes, erano i suoi due grandi amori. Viveva testimoniando l’incontro con Cristo e servendolo attraverso diverse opere di misericordia. Pur sapendo di mettere a rischio la propria vita, mise in salvo dalla furia dei “rossi” l’immagine della Vergine del Vilar conservata nell’omonimo santuario, e accompagnò fino alla morte il suo insegnante, padre Mirosa appunto. Quest’ultimo, nonostante la giovane età, mostrava grande capacità e serietà nella gestione dell’istituto Santa María, di cui era direttore, e nella formazione degli studenti. Sapeva essere padre e maestro, creando un’atmosfera familiare all’interno della scuola.
Il 19 luglio del 1936, dopo una prima registrazione da parte di miliziani repubblicani entrati nell’istituto, don Jaime fu portato di fronte a una commissione per essere interrogato sulle proprietà Figli della Sacra Famiglia, che in seguito furono saccheggiate, come accadde anche ad altre comunità religiose e al clero di Barcellona. Una volta rilasciato, il sacerdote si rifugiò prima a casa di un amico del collegio, poi il 25 luglio andò fuori città proprio dal suo ex studente Sebastián, che aiutò a nascondere l’antica immagine della Vergine del Vilar, nonostante i pericoli. Nella notte del 30 luglio 1936, però, una pattuglia di repubblicani lo fermò e lo portò al comitato dove subì un lungo interrogatorio. Fu accusato pretestuosamente di aver cambiato indirizzo senza informare il comitato. Liberato, trovò il giovane Sebastián ad aspettarlo.
Ma i repubblicani avevano preparato per loro un’imboscata, e i due furono catturati insieme mentre tornavano a casa. Lungo la strada, i miliziani del Fronte popolare ordinarono alla gente di chiudere porte e finestre in modo che non potessero testimoniare l’omicidio premeditato. Poi portarono padre Puig Mirosa e Sebastián fuori città, dove alcuni repubblicani sbucarono da dietro un muro e spararono contro il religioso e il suo alunno, che lo aveva preso tra le braccia per sostenerlo. Prima di morire, il prete riuscì a mormorare: «Mio Dio, mio Dio». Sebastian, invece, rimasto ferito, fu freddato con alcuni colpi alla testa. I due cadaveri giacquero sulla strada finché non furono raccolti e portati al cimitero locale. Riconosciuto nel 1941, il corpo di Jaime Puig Mirosa è stato deposto prima in una nicchia della congregazione, poi, nel 2007, nel cimitero della cappella parrocchiale di San José Mañanet a Barcellona. Il popolo ha eretto un monumento nel luogo del suo martirio e sono dedicate a lui le due strade che conducono lì.
Autore: Benedetta Frigerio
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