Nacque nella città di Salamanca (Spagna), dove professò nell'Ordine agostiniano nel 1553. Mentre attendeva agli studi, a soli 23 anni, si imbarcò per il Perù con altri confratelli. Al suo arrivo a Lima venne ordinato sacerdote. Ben presto si distinse per l'impegno missionario tra gli indios uros. In seguito ricevette l'incarico di insegnare nei conventi di Lima e di Trujillo, e più tardi, occupò la cattedra di teologia nell'Università di S. Marco di Lima. Rivestì più volte l'incarico di superiore locale, definito re e priore provinciale, benvoluto da tutti per il suo entusiasmo unito alla testimonianza di vita.
Prese parte al III e al IV Concilio di Lima, al primo in qualità di teologo, al secondo come superiore della Provincia agostiniana del Perù. Preconizzato nel 1591 vescovo di Rio della Plata, l'odierna Asunciòn (Paraguay), accettò soltanto su richiesta delle autorità e dei suoi superiori. Nell'attesa della bolla pontificia di elezione, durante una visita ufficiale all'udienza di Charcas (Bolivia), lo raggiunse invece la nomina per il vescovado di Quito. Il suo fecondo lavoro pastorale abbracciò tutti i campi. Celebrò due sinodi diocesani, la cui legislazione durò in pratica fino alla metà del XIX secolo.
Fondò due seminari, uno dei quali per il clero indigeno, "dal quale - come scrisse al re Filippo II - potranno uscirne soggetti in grado di ottenere più frutto con gli indios di noialtri spagnoli, considerato il piacere col quale si sente la propria lingua e i propri conterranei". Visitò varie volte la diocesi, arrivando fin negli angoli più remoti. Tra le sue preoccupazioni pastorali spiccò la ferma posizione in difesa della giustizia, in particolare in favore dei diritti, spesso calpestati, degli indigeni.
Tale comportamento fu causa per lui di non poche sofferenze, compresa la minaccia dell'esilio. Di fronte agli abusi degli encomenderos e del potere civile, manifestò chiaramente che era disposto a non cedere e ad affrontare qualunque pericolo. Nel 1601, ancora una volta vicino a San Toribio de Mogrovejo, partecipo al V Concilio di Lima. Delicato di salute a causa degli anni, pensava di ritirarsi, quando fu promosso arcivescovo di Charcas (Sucre, Bolivia). Mentre era diretto verso la nuova destinazione, durante una sosta nel convento di S. Agostino di Lima, da lui fondato, si ammalò e poco dopo mori. Era il 5 luglio del 1606. Ottenuto il nihil obstat (2 febbr.1995), fu istruita a Lima e Quito l'inchiesta diocesana (13.08.96 - 11.09.98), e in seguito si ebbe il decreto di validità da parte della Congregazione dei Santi (16.04.1999).
Autore: Fernando Rojo O.S.A.
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