Chaje Kalb nacque il 26 ag. 1899 a Jarosław, nella Galizia Orientale (Polonia), allora sotto la dominazione austriaca. Subito dopo la sua nascita i Kalb, una famiglia ebrea molto credente, si trasferirono a Rzeszów. Chaje (Helena) fu la primogenita di sei figli. Il padre era commerciante; la madre, casalinga, seguì in modo accurato l’educazione dei figli ai quali la sera leggeva spesso la Bibbia e raccontava della venuta del Messia. Sin dalla fanciullezza Chaje ebbe un grande desiderio di trovare la Verità. Il padre, prima che scoppiasse la Prima Guerra Mondiale, partì per l’America in cerca di lavoro, dove morì negli anni Venti, senza far mai ritorno in patria. Nel 1916 morì la madre Jütte a seguito del contagio che prese curando gli ammalati durante un’epidemia di tifo. Il destino di Chaje e dei fratelli cambiò bruscamente. I più grandi dovettero provvedere al proprio sostentamento, i più piccoli (Natan e Rachel) furono affidati ai parenti, ma dopo un breve periodo vennero destinati ad un orfanotrofio. Chaje, dopo le scuole elementari, potè comunque frequentare il ginnasio. A diciassette anni, durante un ricovero in ospedale, incontrò alcune suore il cui servizio disinteressato al prossimo nel nome di Cristo lasciò un segno profondo nel cuore. Decise così di convertirsi al cattolicesimo e il 18 gen. 1919 fu battezzata nella Cattedrale di Przemyśl, con il nome di Maria Magdalena. Questa scelta purtroppo volle dire l’allontanamento dalla famiglia. Nell’ott. 1919, insieme ai fratelli più piccoli, giunse a Miejsce Piastowe e si fermò in una comunità da poco costituitasi - la futura Congregazione di San Michele Arcangelo - nell’Istituto “Lavoro e Temperanza”. Da pochi anni, il 29 gen. 1912, era morto il fondatore, il beato Bronislao Markiewicz. Anche i fratelli più piccoli decisero di convertirsi e ricevettero, nel 1921, il battesimo. Maria Magdalena completò la sua istruzione nell’Istituto Statale Magistrale di Krosno e nel 1923 ottenne il diploma e l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole pubbliche. Nel 1925, anelando la vita claustrale, partì lasciando a Miejsce Piastowe un ottimo ricordo di sè, come insegnante, ma soprattutto per bontà e per dedizione alla preghiera. Dopo un breve periodo vissuto a Łomna, nei pressi di Turka (ora Ucraina), nell’Istituto delle Suore Francescane della Famiglia di Maria, Maria Magdalena seguì finalmente il desiderio di consacrarsi al Signore. A Cracovia, nel 1927, entrò nella Congregazione delle Suore Canonichesse dello Spirito Santo in Sassia. Ammessa al noviziato nell’ag. del 1928, ricevette il nome di suor Emanuela. Trascorsi due anni fece la prima professione religiosa e, in seguito, nel 1933, quella perpetua. Lavorò come insegnante nelle Scuole Elementari e negli asili; conquistò presto la fiducia delle Superiore che le affidarono posti di responsabilità: fu per due volte maestra delle novizie e più volte superiora locale, nonché vicaria in diverse case. Dal 1957 visse ininterrottamete nella comunità di Cracovia dove morì il 18 gen. 1986, all’età di 87 anni.
La serva di Dio condusse una vita interiore molto profonda, come testimoniano i suoi scritti e il diario che tenne per ordine del confessore. Ebbe una sollecitudine particolare per la salvezza del prossimo. Scrisse: “Vivo l’unione al Crocifisso. Generare nella sofferenza le anime! Sulla terra, del resto, non desidero un amore diverso”. In spirito di riparazione si offrì totalmente a Dio, sentiva di dover pregare per i sacerdoti, in particolare per coloro che, nel periodo successivo al Concilio Vaticano II, vivevano una crisi di fedeltà. Con queste intenzioni sopportò dolori e prove di fede. Per quaranta anni soffì di problemi di udito.
“Come posso esprimere quello splendore che a volte Tu mi concedi di provare. È un mistero che si può vivere, ma esprimerlo con le parole m’è impossibile. Mi affascina ciò che in te è inafferrabile; Ti adoro perché Sei Colui che È” (Diario, 1933). “Che cosa possiamo dare al Signore? È Lui Stesso la nostra Proprietà. Dunque, anche il Suo Sangue versato per la salvezza del mondo ci appartiene. Nell’amore tutto diventa comune. Quindi all’immensità del Suo Amore unisco un briciolo del mio io. Così ci sarà un grande dono e si potrebbe ottenere molto” (da una lettera del 1981).
Papa Francesco l'ha dichiarata Venerabile il 14 dicembre 2015.
Autore: Daniele Bolognini
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