IV sec.
Tradizioni tramandate narrano di lei come compagna di Santa Orsola, scampata al massacro del 451 grazie all'intervento del re frisone Radbodo. Accolta nella sua dimora, Cunera sarebbe stata vittima della gelosia della moglie del re, che la strangolò e ne nascose il corpo nella stalla. La leggenda narra che la padrona, impazzita per il rimorso, si suicidò, mentre Radbodo, pentito, trasformò la stalla in una cappella. San Willibrordo, attratto dai prodigi che si verificavano presso la tomba di Cunera, ne trasferì le reliquie nella chiesa di Rhenen, consacrandola alla santa. La devozione popolare crebbe esponenzialmente, tanto che il nome di Cunera divenne frequente tra le bambine. La sua fama si diffuse oltre i confini di Rhenen, con reliquie trasferite in Portogallo, Anversa, Emmerik, Utrecht, Berlicum e Heeswijk.
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Secondo una leggenda (non anteriore al sec. XIV), Cunera sarebbe stata una delle compagne di s. Orsola, scampata alla strage del 451 perché protetta da un certo Radbodo, re di Frisia. Accolta in casa di costui, a Rhenen presso Utrecht, sarebbe poi stata strangolata dalla moglie ingelosita e sepolta nella stessa stalla in cui era stata uccisa. La padrona poi, impazzita, si sarebbe suicidata, mentre Radbodo avrebbe trasformato la stalla in una cappella riccamente dotata. Di lì s. Willibrordo (m. 739) avrebbe trasferito le reliquie di Cunera, ormai famosa per i molti prodigi avvenuti sul suo sepolcro, nella chiesa di Rhenen.
A giudizio di Papebroch, il nucleo storico della leggenda potrebbe essere questo: Cunera doveva essere una schiava cristiana di qualche principe frisone convertito al Cristianesimo da s. Willibrordo, uccisa dalla padrona per gelosia e poi, a causa dei prodigi avvenuti sul suo sepolcro, onorata come santa con l’approvazione dello stesso s. Willibrordo o di qualcuno dei suoi successori che provvidero a trasferirne il corpo nella chiesa di Rhenen.
In verità, una chiesa in onore di Cunera e detentrice delle sue reliquie è ricordata a Rhenen nella Vita di s. Meinwerco, vescovo di Ratisbona (m. 1036), redatta nel sec. XIII. Secondo questa Vita, a Rhenen si usava giurare sulle reliquie della santa, indizio della grande venerazione popolare che non venne mai meno. Papebroch ricorda che al suo tempo era di uso frequente imporre il nome di Cunera alle bambine. Egli riporta anche un breve elogio della santa trovato tra le carte del p. Rosweyde: “Rhenis, ad pedem sublimis atque magnificae turris, stat ornatissima S. Cunerae ecclesia, ibi, ut fertur, martyrizatae: cuius ibi corpus requiescit, et sepulchrum visitatur ab hominibus, equis et bobus, gravi morbo laborantibus: curantur autem ibi praecipue saucium dolores”.
Alcune reliquie della santa furono trasferite nel 1565 in Portogallo, donde, però, furono riportate ad Anversa. Altre ossa passarono nel 1602 nel collegio dei Gesuiti di Emmerik, altre ancora sono ricordate come presenti nella cattedrale di Utrecht, a Berlicum e ad Heeswijk. A Rhenen ne furono fatte due ricognizioni, nel 1615 e nel 1638. La festa di Cunera è celebrata il 12 giugno a Rhenen e a Nibbixwoud, dove ella è patrona della chiesa. I contadini la invocano come protettrice del bestiame.
La santa è rappresentata, nelle scarse immagini che di lei si hanno, nel momento del martirio: seduta, con la fune al collo e la palma nella destra, oppure vestita da nobile dama,con la corona, mentre viene strangolata da due ancelle.
Autore: Willibrord Lampen
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