Nasce a Parigi il 26 aprile 1898, in una famiglia,originaria della Lorena, che da benestante si è ridotta sul lastrico a causa dell’invalidità del papà. Medico militare, in servizio nell’Africa del nord, l’invalidità se l’è procurata nel soccorrere un bimbo musulmano malato di difterite, che per essere salvato da morte certa ha bisogno di medicine urgenti, reperibili solo a Tunisi. Il medico, che si sta riprendendo da una frattura ed al quale è stato proibito di cavalcare per almeno sei mesi, non bada al rischio personale e percorre a cavallo i 60 chilometri che lo separano dalla città, con il risultato di far guarire il piccolo, ma di rimetterci in salute, diventando da quel giorno in poi permanentemente inabile alla professione. Quanto però non riesce a garantire in denaro alla famiglia, lo fa con la trasmissione dei valori, contagiando tutti con il suo amore per l’Africa, il rispetto per le altre religioni, una carità smisurata e una fede solida. Peccato che la morte falcidi la sua famiglia, con due bimbi morti in fasce, due figli al fronte e una figlia suora di meningite, cosicché non gli resta che Magdeleine, alla quale nel 1921 fa ancora un ulteriore regalo, facendola innamorare di Charles de Foucauld, del quale legge insieme a lei la biografia.
E’ il classico colpo di fulmine per Magdeleine, che nel monaco-eremita, morto nel 1916, è certa di aver trovato "il vangelo vissuto ...la povertà totale... e soprattutto l'amore in tutta la sua totalità". Ne resta anzi così conquistata da essere certa che il Signore la chiama a diventare una delle piccole sorelle tanto desiderate da fr. Charles di Gesù, anche se umanamente la strada sembra a lei preclusa soprattutto a causa della salute fragile. Con una fede a dir poco folle in “Gesù padrone dell’impossibile”, ogni sera supplica il Signore di affrettare la sua partenza per l’Africa del Nord e per tutta risposta nel 1935 è colpita da un’artrite deformante, che evolve molto in fretta e le prospetta l’infausta diagnosi di essere, nel giro di qualche anno, totalmente inferma. L’unica alternativa, a giudizio dei medici, potrebbe essere andare a vivere in un paese dal clima assolutamente secco, dove non cade una goccia d’acqua…come il Sahara! È il suo direttore spirituale ad aiutare Magdeleine ad interpretare come segno divino questa perlomeno strana prescrizione medica, incitandola a partire subito: “È proprio perché umanamente non è più capace di niente che le dico che deve partire, poiché nel caso facesse qualcosa, sarà il buon Dio che avrà fatto tutto, perché senza di Lui non potrà fare assolutamente niente”.
Magdeleine non se lo fa dire due volte, tanto che già nel 1936 sbarca ad Algeri, accompagnata dall’anziana mamma e da una ragazza che condivide i suoi ideali. "Gesù mi ha preso per mano... e ciecamente l’ho seguito ": da quel momento Magdeleine altro non fa che lasciarsi guidare, in un’alternanza di chiaroscuri, di lumi che le arrivano dall’esterno e di ispirazioni che le fioriscono in cuore, verso la nascita delle Piccole Sorelle di Gesù. Le vuole “mischiate alla massa umana come il lievito nella pasta”, autenticamente “povere tra i poveri”, avendo come “modello unico Gesù”, portatrici di un amore universale e disinteressato, da “testimoniare gratuitamente, cioè senza attendere nessuna riconoscenza, nessun risultato, fosse pure di apostolato”.
Dopo aver seminato amore in Algeria si sente chiamata ad inviare le Piccole Sorelle, che intanto sono cresciute di numero, in altri paesi, con preferenza per quelli in cui ci sono steccati da superare e muri da abbattere. Nei paesi più industrializzati chiede loro di vivere mescolate in mezzo alla classe operaia, “operaie in mezzo agli operai”, come in Algeria sono state “arabe in mezzo agli arabi”, “nomadi in mezzo ai nomadi”. Comincia a sognare anche i paesi dell’Est, nei quali non può trasferirsi per questione di visti e permessi, ma nei quali, a partire dal 1956, si reca ogni anno e per 33 anni consecutivi, come “turista”e dove, seppur in sordina, cominciano a vivere e prosperare le Piccole Sorelle.
È in conseguenza di una brutta caduta, proprio al ritorno da uno di questi viaggi nell’Est, che nel 1989 inizia il suo declino. Magdeleine Hutin muore il 6 novembre di quello stesso anno a Roma e non soltanto i cattolici si danno appuntamento quattro giorni dopo al suo funerale, a testimonianza di quanti steccati è riuscita ad abbattere e del dialogo ecumenico che ha potuto intessere. Non solo: quella stessa sera, crolla anche il muro di Berlino e, per qualcuno, non è solo una coincidenza.
Autore: Gianpiero Pettiti
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