Milano, 7 settembre 1811 - Pavia, 11 novembre 1888
Religiosa Canossiana, nacque a Milano il 7 settembre 1811. Era un’anima infiammata di amor di Dio e di zelo per la salvezza delle anime. Dinamica, intuitiva e materna, in breve tempo riuscì a cambiare il volto triste e depresso della povera gente di Pavia. Fu promotrice delle Missioni Canossiane in Cina e per 35 anni fu guida sagace ed amata della sua Comunità. Morì in concetto di santità a Pavia l’11 novembre 1888.
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Luigia Grassi, pioniera delle Missioni Canossiane, nacque a Milano nel popolare quartiere Ticinese, il 7 settembre 1811, da Angelo e Giuseppa Rossi, primogenita di otto figli. Buona, assennata e pia, si distinse fin da fanciulla per il suo amore a Gesù Eucaristico.
Frequentando la scuola presso le Figlie della Carità in via della Chiusa, fu affascinata dal loro zelo e dall’ardente carità verso i poveri e sentì vivo il desiderio di seguirle in una via di donazione a dio e al prossimo.
Gli incontri con la Fondatrice, Maddalena di Canossa rafforzò questo suo desiderio e poté realizzarlo entrando nell’Istituto delle Figlie della Carità a Milano il 31 dicembre 1833.
In possesso della “patente” di maestra, ebbe l’incarico della scuola e si occupò anche delle sordomute, avendo appreso fin da novizia il metodo di istruirle.
Nel 1847 viene mandata come Superiora nella nuova casa di Porta Comasina ove si prodigò con dedizione instancabile e con intelligenza per l’educazione delle ragazze povere del popoloso quartiere.
Nel marzo del 1848 si trovò coinvolta nelle vicende delle Cinque giornate e aprì la casa e il cuore ad una folla terrorizzata dai colpi dell’artiglieria austriaca, sparati dal vicino Castello. Ospitò tutti generosamente finché fu cessato il pericolo.
Nel 1852 venne aperta una casa canossiana in Pavia, a seguito delle accorate sollecitazioni del Vescovo Mons. Angelo Ramazzotti, fondatore dell’Istituto per le Missioni Estere di Milano e Madre Grassi ebbe l’incarico di Superiora della nuova comunità.
Fedelissima alle direttive del Vescovo con il quale si teneva costantemente in relazione, la Grassi diede inizio alle opere di carità con prudenza, avvedutezza e grande zelo, trasmettendolo anche alle Sorelle che guidava e animava con sapienza.
Quando Mons. Ramazzotti, nominato nel frattempo Patriarca di Venezia, fu vivamente sollecitato di ricercare Suore missionarie per la Cina, egli si rivolse a M. Grassi, di cui ben conosceva lo zelo apostolico. Ella aderì con entusiasmo, ma siccome le Costituzioni Canossiane non contemplavano allora l’attività missionaria, Mons. Ramazzotti si adoperò presso la S. Sede ed ottenne da Pio XII che vi fossero introdotte le necessarie modifiche. Così le prime missionarie canossiane partirono da Pavia scortate da M. Grassi. Unendosi ad altre due di Venezia ricevettero il Crocifisso dal Patriarca e da lui benedette salparono per Hong Kong.
Da allora M. Grassi, organizzò ben sedici spedizioni per le missioni sobbarcandosi una mole di lavoro sia per gli adempimenti burocratici sia per la difficoltosa ricerca di mezzi. Ma ben più impegnativa era la scelta e la formazione delle Sorelle da inviare in missione. A tale scopo ottenne anche nel 1879 l’erezione di un noviziato missionario nella casa di Pavia.
M. Grassi fu costantemente un punto di riferimento per le Sorelle missionarie che a lei si rivolgevano per i crescenti bisogni delle opere che andavano dilatandosi. Lei stessa con il suo ardente slancio avrebbe voluto recarsi in missione, ma l’obbedienza la tratteneva in patria. Tuttavia non mancò di esplicare anche qui il suo zelo.
Realizzò altre fondazioni, nella stessa Pavia, a Bologna e a Roma per invito del Card. Parocchi e infine a Belgioioso.
La mirabile attività apostolica di M. Grassi era sostenuta da una grande fede e da un forte impegno ascetico che l’andava sempre più conformando a Gesù Crocifisso. In questo cammino la incoraggiava e la guidava il Card. Parocchi che la diresse spiritualmente a Pavia dov’era stato Vescovo e in seguito mantenendosi in relazione epistolare.
Più volte rieletta Superiora a pieni voti, M. Grassi fu colta dalla morte l’11 novembre 1888 ancora impegnata in questo servizio, ripreso dopo una breve interruzione.
Unanime fu il compianto non solo delle figlie, ma di tutta la città con le autorità religiose e civili.
Il 24 febbraio 1994 il Vescovo di Pavia, Mons. Giovanni Volta, aprì il Processo Diocesano Cognizionale sulla vita, virtù e fama di santità della Serva di Dio.
Fonte:
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www.postulazionecanossiana.org
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