Falces, Spagna, 8 febbraio 1875 - San Sebastián, Spagna, 17 gennaio 1954
Monaca professa della Società di Maria Nostra Signora, Papa Francesco l'ha dichiarata Venerabile il 22 gennaio 2015.
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«L’amore non ha mai fine» (I Cor13,8).
Queste parole sulla carità della Lettera ai Corinti, risuonarono nel cuore della Serva di Dio Coínta Jáuregui Osés quando chiedeva al Signore che infondesse in lei “le delicatezza della carità”. Il suo modo di essere e di porsi nella vita lasciarono una profonda impronta in quelli che la conobbero e per quello proclamarono che era una donna santa. Coínta irradiava pazienza, abnegazione e donazione senza riserve, sempre con una umiltà che la faceva molto umana e, allo stesso tempo, dotata di una sapienza che solo hanno coloro che si sentono colmati da qualcuno che li trascende.
La Serva di Dio nacque nel paese navarro di Falces, l’8 febbraio del 1875. Visse nella Spagna del finale del secolo XIX e della prima metà del XX, un’epoca segnata dal contrasto tra grandi progressi scientifici e tecnologici ed enormi regressi causati da due guerre mondiali e dalla guerra civile spagnola. In questo contesto si andò forgiando il suo essere.
Nella piena gioventù aveva scoperto Dio come l’amore del suo cuore, l’unico che poteva ridare senso al mondo in mezzo alla distruzione e alla violenza. Innamorata del Signore lasciò tutto per seguirlo e trovò nell’Ordine della Compagnia di Maria Nostra Signora e nella sua missione educativa, la strada per realizzare i suoi desideri di servizio e donazione.
Coínta aveva ricevuto una educazione integrale impartita dalle religiose, fondate da Santa Giovanna de Lestonnac, delle quali voleva ora formar parte. Desiderava mettere tutte le sue forze nell’impegno di evangelizzare le giovani attraverso una educazione che rispondesse alle sfide che la società presentava in quel momento. La Vergine Maria era il modello di donna che lei voleva essere e che voleva mostrare ad altre donne. Il giorno 18 ottobre del 1893, entrò nella comunità di Tudela per cominciare la sua formazione come religiosa.
Lungo la sua vita svolse differenti servizi: lezioni alle bambine e giovani, governo, amministrazione, formazione... e in tutti seppe coniugare dolcezza e fermezza, coraggio e generosità, umiltà e fortezza. Le molte generazioni che educò l’avrebbero ricordata sempre per la sua bontà e per la finezza del suo trattamento.
Il 17 novembre del 1899 fu una delle religiose che uscirono da Tudela per andare a Talavera de la Reina, dove fondarono una nuova casa dell’Ordine. Fu Superiora di questa Casa dal 1915 al 1921 e dal 1925 al 1928. Nel 1931 fu inviata a Limoges, Francia, per conoscere l’esperienza di quella comunità che era sopravvissuta all’instabilità politica e alla persecuzione religiosa. Conobbe poi le comunità di Orduña e San Sebastián. Lasciò in questi luoghi il ricordo della sua umiltà e della sua carità squisita. Al suo ritorno fu nominata nuovamente superiora, disimpegnò questo servizio dal 1932 al 1940.
Con la sapienza che nasce da una dedizione incondizionata, affrontò le difficoltà che si fecero sentire con forza quando la guerra arrivò fino a Talavera de la Reina. Dal 5 settembre del 1936 fino al 13 novembre del 1939, lei e la sua comunità dovettero abbandonare il convento, che fu trasformato in ospedale per curare e assistere i feriti in combattimento. In questo periodo fu progettata la partenza di alcune religiose a Badajoz e Coínta diede impulso all’apertura di una scuola in questa città.
La Serva di Dio, con coraggio e fermezza, formava parte del gruppo -in qualche momento ne era stata anche leader- che si opponeva all’unione di tutte le Case dell’Ordine, la sua bandiera era allora la fedeltà alle origini e alla tradizione. Tuttavia, con lo stesso coraggio e per il suo amore alla verità, seppe accogliere più tardi la luce che Dio le offriva per comprendere, attraverso la conoscenza di altre realtà e in mezzo a circostanze difficili, che l’unione che si continuava a cercare in quei momenti nella Compagnia e nella Chiesa era il volere del Signore. Senza curarsi delle critiche e incomprensioni, non dubitò allora di ritrattarsi e unirsi, nel giugno del 1941, a quello che prima aveva combattuto.
Questo fatto che segnò l’ultima tappa della sua vita le richiese un arduo distacco dalla comunità di Talavera. Fu inviata alla Casa di San Sebastián dove si erano già realizzati da prima i cambiamenti promossi, e dal 1921 faceva parte dell’Unione. Lì dette grandi prove di umiltà servendo nella misura delle sue forze che già andavano diminuendo, irradiando sempre bontà, comprensione e pazienza. In pochi anni la sua santità fu percepita da quelli che le stettero vicino e dalle suore che l’accompagnarono fino alla fine.
Madre Coínta muore a San Sebastián il 17 gennaio del 1954. Saputa la notizia, cominciarono ad arrivare numerose manifestazioni scritte che riflettevano un sentire comune sulla santità della sua vita. Tutti avevano compreso dalla sua testimonianza che è l’amore quello che fa i santi, quello che fa che il mondo scopra in essi il vero volto di Dio. Nella quotidianità, nei gesti semplici di ogni giorno, era stata una religiosa straordinaria. Molti cominciarono a raccomandarsi a lei e a sentirsi favoriti dalla sua intercessione.
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