Il 1° ottobre 1995 san Giovanni Paolo II, in piazza san Pietro a Roma, beatificò un altro notevole gruppo di candidati agli altari. Uno solo non era martire, lo scolopio padre Pietro Casani, che fu il primo compagno di san Giuseppe Calasanzio. Gli altri erano 64 vittime della Rivoluzione Francese (Jean-Baptiste Souzy e compagni) e 45 martiri caduti durante la guerra civile spagnola, che sono l’oggetto di questa scheda.
Primo nell’elenco il vescovo della Diocesi di Teruel, Anselmo Polanco Fontecha, insieme al suo vicario generale, Felipe Ripoll Morata. A seguire, nove membri dei Sacerdoti Operai Diocesani del Cuore di Gesù, tredici padri Scolopi, tre religiosi della Compagnia di Maria o Marianisti, diciassette suore della Congregazione della Dottrina Cristiana e un padre di famiglia della Diocesi di Valencia.
Nell’omelia della Messa per la beatificazione, il Pontefice li definì come segue:
«Anselmo Polanco, religioso agostiniano, scelse come motto vescovile: “Per conto mio mi prodigherò volentieri, anzi consumerò me stesso per le vostre anime” (cf. 2 Cor 12, 15). Il giorno del suo ingresso nella diocesi diceva come un presentimento: “Sono venuto a dare la vita per le mie pecore”. Per questo, insieme a Felipe Ripoll, volle rimanere accanto al suo gregge in mezzo ai pericoli e soltanto con la forza fu separato da esso. I nuovi Beati, di fronte all’alternativa di abbandonare le esigenze della fede o morire per essa, irrobustiti dalla grazia di Dio, mettono il proprio destino nelle sue mani. I martiri rinunciano a difendersi non perché stimino poco la vita, bensì per il loro amore totale verso Gesù Cristo. Gli abitanti di Teruel, quelli di Palencia e i religiosi agostiniani gioiscono oggi con tutta la Chiesa per questa beatificazione. […]
I nove membri della Confraternita dei Sacerdoti Operai del Cuore di Gesù […] dediti da una profonda spiritualità sacerdotale al fomento delle vocazioni, come continuatori dello zelo apostolico del Beato Manuel Domingo y Sol, la loro vita, coronata dalla palma del martirio, ci ricorda l’urgenza di questo apostolato.
Pedro Ruiz de los Panos arricchì inoltre la Chiesa con la fondazione delle Discepole di Gesù, che si dedicano all’apostolato vocazionale. Grande è oggi la gioia di queste Religiose, insieme a quella della Chiesa in Castiglia, Catalogna e nella Comunità Valenziana, terre di cui sono originari i nuovi Beati. […]
Dioniso Pamplona e i suoi compagni martiri non sono eroi di una guerra umana, ma educatori della gioventù che per la propria condizione di religiosi e maestri affrontarono il loro tragico destino come autentica testimonianza di fede, dandoci con il proprio martirio l’ultima lezione della loro vita. Il loro esempio e la loro intercessione raggiungano tutta la famiglia calasanziana! […]
I martiri della Compagnia di Maria, Carlos Erana, Fidel Fuidío e Jesús Hita, per la loro fede e la loro dedizione alla educazione cristiana dei bambini e dei giovani, seguirono Cristo fino all’immolazione di sé. Come marianisti impararono ad amare intensamente la Vergine e nel corso della loro vita si rifugiarono nella sua speciale protezione.
Andarono con mansuetudine verso il martirio, atto supremo della loro dedizione a Cristo e a Maria e, come altri che li avevano preceduti, morirono perdonando, sicuri così di stare percorrendo i passi dello stesso Cristo. Le Comunità ecclesiali del Paese Basco e di La Rioja, luoghi di origine dei nuovi Beati, e quelle di Ciudad Real, terra che irrorarono con il proprio sangue, si mantengano salde nella fede che essi vissero, insegnarono e firmarono con il loro martirio! […]
Quando si dispersero le varie comunità della Congregazione, la Madre Angeles de San José radunò in un appartamento tutte coloro che non avevano familiari o amici che le ospitassero. Lì, vivendo la carità fraterna, scoprirono come anche la persecuzione, la povertà e la sofferenza siano vie che portano a Dio.
Queste Sorelle, mettendo in pratica quello che avevano tante volte trasmesso nell’insegnamento del catechismo, trascorsero i loro ultimi mesi cucendo le vesti di coloro che avrebbero posto fine alle loro vite. La loro morte allora e la loro glorificazione adesso proclamano la forza del Risorto e la necessità di dedicarsi alla missione dell’evangelizzazione. Con esse, la Comunità Valenziana e la Catalogna aggiungono nuovi nomi al loro martirologio. […]
Arricchisce il martirologio di Valenza, dalla sua città natale di Manises anche il Beato Vicente Vilar David, che coronò con il martirio la sua esistenza vissuta dedicandosi totalmente a Dio, al prossimo e alla promozione della giustizia nel mondo del lavoro, specialmente nella Scuola di Ceramica e nel Patronato di Azione Sociale. La preghiera e la grande devozione all’Eucarestia nutrirono tutta la sua vita, tanto che il suo lavoro portava l’impronta della presenza di Dio.
Lo stato matrimoniale, l’esercizio della professione, le attività che sono proprie dei secolari, sono vie che conducono alla santità se sono vissute con sincerità e donazione evangelica, come esigenze del battesimo».
Di seguito l’elenco completo dei nomi, accanto ai quali è presente il numero della scheda di ciascun martire o gruppetto di martiri. Nei titoli delle singole schede i nomi propri compaiono in italiano, per seguire il Martirologio Romano.
90145 - Anselmo Polanco Fontecha, religioso agostiniano e vescovo della Diocesi di Teruel
91402 - Felipe Ripoll Morata, vicario generale della Diocesi di Teruel
91461 - Pedro Ruiz De Los Panos y Angel e 8 compagni, dei Sacerdoti Operai Diocesani del Cuore di Gesù
94971 - Dionisio Pamplona Polo e 12 compagni, dei padri Scolopi
90600 - Carlos Eraña Guruceta, religioso marianista
90614 - Fidel Fuidio Rodriguez, religioso marianista
90601 - Jesús Hita Miranda, religioso marianista
91009 - Angela di San Giuseppe (Francisca Honorata Lloret Martí) e 16 compagne, religiose della Congregazione della Dottrina Cristiana
92552 - Vicente Vilar David, laico della Diocesi di Valencia, padre di famiglia
Autore: Emilia Flocchini
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