Alfredo Leaden, sacerdote pallottino, membro della Provincia Irlandese, nato a Buenos Aires il 23 maggio 1919, era stato ordinato sacerdote il 19 dicembre 1942. Egli apparteneva al gruppo dei cinque pallottini uccisi il 4 luglio 1976 a Buenos Aires.
Alfredo Leaden fece il noviziato pallottino in Irlanda e lì ha compiuto gli studi filosofici; invece gli studi teologici li iniziò a Roma e, a motivo della seconda guerra mondiale, li ha terminati in Argentina, nel Collegio Massimo di san Michele dei Gesuiti. Da sacerdote ha servito la Delegatura pallottina e la Chiesa in qualità di parroco, di rettore della Comunità Locale di Mercedes, di maestro dei novizi e di Delegato del Provinciale dal 1972 al 1976, anno della sua morte.
Il molto stimato P. Kevin O’Neill SAC così caratterizza il P. Alfredo: “Possiamo riassumere le sue qualità in una sola parola – amabile. Nel senso proprio del termine, vuol dire non soltanto degno d’amore, ma anche facile ad amarlo, a volergli bene, perché era un uomo di pace, di una grande pace interiore, che mostrava nelle sue azioni. I suoi modi erano tanto soavi e sensibili, e per questo soffriva molto. Questo non toglieva che fosse sensato e d’un grande coraggio, quando le situazioni lo richiedevano. Le sue qualità umane e sacerdotali ci ricordano quelle del padre Tomas O’Grady, di santa memoria, che ci ha lasciato un ricordo indelebile nella nostra missione argentina. La morte tragica e prematura del P. Alfredo Leaden lascia un vuoto nelle nostre file che non sarà riempito per molto tempo”.
Rodolfo Capalozza SAC, alunno di don Alfredo e poi Rettore Regionale d’Argentina, ha scritto di lui: “Alfredo aveva una presenza di pace sopranaturale, una pace che non era comune. Egli ti trasmetteva la pace di Dio. Entrare nella sua stanza assomigliava all’esperienza psicologica di entrare in un santuario, per l’ordine, l’amabilità e l’innocenza. Il confessarsi con lui era un’esperienza di tenerezza, di affabilità; i suoi gesti e i suoi atti parlavano in un modo diretto della presenza di Dio (…). Era un uomo che rispettava le nuove esperienze, che non voleva ignorare la voce dello Spirito.”.
Don Alfredo è stato eliminato, probabilmente, per il suo coraggio profuso nella proclamazione schietta del Vangelo. Questo modo di realizzare il servizio sacerdotale toccava profondamente il cuore dei nemici della verità e della giustizia, i quali non avevano altre armi di risposta se non la violenza cruda e gratuita.
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