Alfredo Kelly, sacerdote pallottino, membro della Provincia Irlandese, nato a Suipacha in Argentina il 5 marzo 1933, fu ordinato sacerdote il 15 luglio 1957. Egli apparteneva al gruppo dei cinque pallottini uccisi il 4 luglio 1976, nella casa pallottina di Buenos Aires.
Alfredo, chiamato spesso Alfie, figlio di Juan Kelly e di Elisa Casey, era il minore di quattro fratelli e due sorelle. Alfie da adolescente cominciò la sua educazione scolastica media presso i Pallottini di Mercedes e continuò a Rawson. Il Noviziato lo fece a San Antonio de Areco, dove il 4 marzo 1954 emise la prima consacrazione pallottina. Studiò la filosofia al Collegio Massimo di San Miguel dei Gesuiti, nella Provincia di Buenos Aires, e la teologia all’Università Gregoriana di Roma. Ricevette l’ordinazione sacerdotale il 15 giugno 1957, nella Chiesa di San Patrizio a Mercedes.
Nei primi anni di sacerdozio collaborò nel servizio pastorale parrocchiale poi, dal 1960 al 1965, fu direttore vocazionale e, dal 1966 al 1973, rettore e parroco a San Antonio de Areco, e, infine, parroco e direttore degli studenti pallottini a Buenos Aires fino alla sua morte. Facendo tutto ciò, come scrive il molto stimato P. Kevin O’Neill SAC, “si specializzò nella direzione spirituale, nei ritiri, nella catechesi e nell’apostolato giovanile che fu il suo principale lavoro. Il termine solido sarebbe il più adeguato per definire il suo carattere. Questa qualità faceva sì che fosse serio e integro in tutti i suoi compiti e nei suoi rapporti con gli altri. Di una laboriosità instancabile, affrontò, fino all’ultimo, tutte le difficoltà con la serenità propria che viene da una vita di profonda orazione e unione con Dio”. Fu anche Direttore del Seminario Catechistico Arcidiocesano Juan XXIII, un incarico particolarmente delicato per i tempi che correvano”.
Vale la pena citare ancora altre parole di P. Kevin, che conosceva bene Alfie e che caratterizzandolo sottolineò la profondità della sua spiritualità, in modo particolare di quella dell’ultimo periodo della sua vita. P. Kevin scrisse: “Nelle ultime settimane della sua vita, Alfie era un uomo trasformato che parlava e agiva come se avesse avuto una premonizione o un avviso di ciò che sarebbe avvenuto e, in ogni momento, mostrò una completa accettazione della volontà di Dio /…/. Alfie condusse una vita santa e morì come testimone della verità evangelica”. Anche P. Rodolfo Capalozza fa riferimento a qualche presentimento o premonizione di P. Alfredo, dicendo che “Quest’ultimo venerdì rimase molte ore nell’Oratorio”.
Altri testimoni dicono che P. Alfredo fu molto aperto verso i bisogni del prossimo, essendo cordiale con i giovani e con gli anziani; incoraggiò fortemente i laici a prendere le iniziative nel fare del bene. Egli, nell’accompagnamento spirituale personale sottolineava spesso di dover cercare la Volontà di Dio e insieme al suo gruppo giovanile aiutava gli altri gruppi ad organizzare ritiri.
E’ da notare che lo stesso p. Alfredo tre giorni prima di morire scrisse nel proprio diario: “Ho avuto una delle esperienze più profonde nella preghiera. Di mattina mi resi conto della gravità della calunnia che stava circolando intorno a me. Durante tutto il giorno avvertivo il pericolo in cui si trovava la mia vita. Di notte ho pregato intensamente (…) Ho pianto molto (…). Mi sono reso conto, fra le lacrime, di essere molto attaccato alla vita, che la mia vita e la mia morte sono offerta libera e che hanno, per disegno amorevole di Dio, molto valore. Da vivo o da morto offro la mia vita al Signore, ma nei limiti del possibile devo lottare per conservarla; sarò chiamato al Padre nell’ora e nel modo in cui Egli voglia e non quando io o altri lo vogliano. Ora (…) mi sento felice in un modo indescrivibile (…). Non appartengo ormai a me stesso perché ho scoperto a chi sono obbligato ad appartenere. Grazie Signore”.
|