Salvador Barbeito Doval (1946-1976), alunno del Seminario Maggiore pallottino, membro della Provincia Irlandese di consacrazione temporanea, nacque a Pontevedra in Spagna il 1 settembre 1946. Egli apparteneva al gruppo dei cinque pallottini, uccisi il 4 luglio 1976 nella casa della SAC di Buenos Aires.
Salvador a tre anni partì dalla Spagna per l’Argentina con i suoi genitori e con la sorella. Frequentò la scuola elementare nel villaggio di Barracas. A tredici anni entrò nel seminario minore dell’Arcidiocesi di Buenos Aires e nel 1965 in quello maggiore. In quel periodo, come seminarista, portò il suo aiuto nella pastorale di due parrocchie a Barracas. Nel 1969 uscì dal Seminario per verificare la sua vocazione sacerdotale. Completò i suoi studi di filosofia e pedagogia presso un Istituto legato al Consiglio Superiore di Educazione Cattolica. Allo stesso tempo rivestì diversi incarichi come docente di psicologia e di filosofia, e come catechista. Fra l’altro, si impegnò presso il collegio Bethania, il collegio San Vincenzo Pallotti e nella Parrocchia di San Patricio a Belgrano, rione di Buenos Aires. Nel 1974 diventò anche Rettore del collegio San Marón dei Padri Maroniti. Comprendeva e rispettava profondamente l’adolescente e voleva offrire la sua vita per un collegio.
In modo particolare si occupava di un gruppo di giovani, chiamato l’Ateneo di San Patricio. Lo scopo che questo gruppo voleva raggiungere era “crescere nella fede”, “crescere nella conoscenza di Cristo”. Il modo per realizzare questo progetto consisteva nel fare incontri tra i membri del gruppo ogni sabato, la lettura del Vangelo, la preghiera, come anche i concreti impegni per servire i bisognosi e seguire i deboli.
Nel 1975 Salvador entrò ufficialmente fra i pallottini e iniziò la formazione del Periodo Introduttorio presso la Parrocchia di San Patricio; il 31 maggio 1976 emise la prima consacrazione pallottina, desiderando poi diventare sacerdote e servire soprattutto i giovani.
Don Rodolfo Capalozza SAC, che 13 anni visse accanto a Salvador ne sottolinea così le caratteristiche: voleva essere amico di tutti, cercava sempre la volontà di Dio, vedeva tutto alla luce della fede, viveva per gli altri.
Una delle ragazze più attive nell’Ateneo di San Patricio così ringraziava Salvador e la Comunità dei Pallottini di Belgrano per il loro servizio ai giovani:
“Grazie per averci insegnato a vivere nell’amore,
Grazie perché sentiamo la presenza dell’amicizia,
Grazie perché comprendiamo la via che sapeste seguire,
Grazie per l’apostolato che ci ha mostrato il vero Volto del Vangelo,
Grazie per le parole che il tempo e la morte non estingueranno,
Grazie perché ora ci guardate dal cielo e intercedete davanti al Signore,
affinché ci illumini il cammino”.
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