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Venerabile Domenica da Paradiso Religiosa

Festa: .

Paradiso, Firenze, 8 settembre 1473 - Firenze, 5 agosto 1553


Nacque da Francesco Narducci e da Costanza l'8 settembre 1473 a Paradiso nella periferia fiorentina e morì a Firenze il 5 agosto 1553. Orfana di padre a sei anni, cominciò ad aiutare la mamma nei lavori di casa e di campagna. Attratta dalla vita solitaria, a quindici anni tentò di fuggire verso la Sainte-Baume (Santa grotta) di S. Maria Maddalena. Non riuscendo a convincerla ad entrare nell'ospedale di S. Maria Novella, ove era già professa una parente, la madre le permise di monacarsi nel monastero delle Agostiniane, detto di Candeli, nel 1492, quando aveva diciannove anni. Vi rimase, senza prender l'abito, due anni, frammezzati da malattie e da prolungati soggiorni in famiglia. Ritornata definitivamente a casa, continuò la sua vita di penitenza e di orazione con l'abito delle suore di s. Brigida.
Incompresa e maltrattata dai familiari, nel 1499 si trasferì a Firenze, prima presso una amica, poi presso una famiglia sulla quale esercitò decisiva influenza, preparandosi, nella preghiera e fra le persecuzioni, alla fondazione del monastero della Crocetta. Nutrendo grande venerazione per l'Ordine Domenicano, si pose sotto la direzione dei frati di S. Marco che, in quegli anni, aveva dato s. Antonino Pierozzi, il Beato Angelico e fra Girolamo Savonarola che, secondo alcuni storici, Domenica venerò come santo. Senza averne avuto autorizzazione ecclesiastica, un giorno uscì in città con la tonaca bianca e la cappa nera, così come l'avevano rivestita s. Domenico e s. Caterina da Siena. Fra Tommaso de Vio Gaetano, maestro generale dell'Ordine, trovandosi di passaggio a Firenze, avendo sentito lamentele in merito, rimandò l'affare all'arcivescovo. Ammonì, intanto, come risulta anche dal registro dei maestri generali O.P., i frati di S. Marco a non essere facili propagandisti delle sue visioni, profezie e rivelazioni private, vietando ogni relazione con Domenica, la quale non poteva essere ricevuta in nessuna casa dell'Ordine.
Prendendola sotto la sua giurisdizione, l'arcivescovo volle che l'abito fosse in qualche modo distinto da quello dei frati predicatori. Domenica vi aggiunse una croce rossa sul mantello nero; croce che era l'insegna delle confraternite istituite dal Savonarola. Il 9 febbraio 1511 iniziò la costruzione del monastero della Crocetta con i risparmi suoi e delle giovani che, nel frattempo, attratte dalla fama della sua santità, si erano poste sotto la sua direzione. Insieme con le figlie spirituali il 18 aprile 1513 vi si trasferì e, il 18 novembre 1515, venti di esse ricevettero l'abito domenicano, iniziando in pieno la vita claustrale. Domenica dotò largamente il monastero, per non dipendere da alcuno, e dignitosamente rifiutò munifiche offerte di signori, che avrebbero voluto, così, mettere l'opera sotto la loro protezione. In virtù dei poteri ricevuti, nominò una priora e si pose tra le suore converse. L'autorità ecclesiastica, però, la nominò vicaria, per un anno, al di sopra della stessa priora. Tentò una nuova fuga alla Sainte-Baume e desisté solo sotto la minaccia di scomunica. Leone X il 10 gennaio 1516 approvò l'abito e nominò Domenica vicaria perpetua della Crocetta. Invano cercò di esserne esentata da Clemente VII, il quale la confermò.
Vissuta in un periodo di lotte, di egoismi, di odi, per tutti pregò e soffrì, implorando la divina misericordia sulla Chiesa, sull'Italia e, soprattutto, sulla sua tormentatissima Firenze, per la cui pace e salvezza avrebbe volentieri dato il sangue. Scrisse a papi, come Leone X, Clemente VII, Paolo III, e a principi, manifestando i divini castighi che incombevano sugli uomini per la loro irreligiosità e invocando il ritorno di tutti a Dio. Non cessava di raccomandare alle sue figliuole di pregare per Firenze e per il suo duca, per i principi cristiani, per la Chiesa e, particolarmente, per i Domenicani di S. Marco, che maggiormente le stavano a cuore. Diresse il monastero per tutta la vita, emettendo la professione solo a settantanove anni, poco prima della morte. Si spense il 5 agosto, nel giorno sacro, allora, alla Madonna della Neve e a s. Domenico.
Fu sepolta nella chiesetta del monastero. Nel 1584, dovendosi ingrandire la chiesa, fu fatta la prima ricognizione del corpo per ordine del card. Alessandro de' Medici, il futuro Leone XI. Nella nuova cassa fu posta una lastra di piombo. Dopo il 1611, per interessamento della granduchessa Cristina di Lorena, si iniziò il processo per la causa di beatificazione con la ricognizione del corpo, avvenuta l'11 novembre 1630 e il 5 luglio 1631, ripetuta ancora il 3 marzo 1749, quando fu ripresa la causa e il 18 luglio 1943. Ancor oggi le sono attribuite grazie e miracoli.
Nell'Index Causarum è segnata come venerabile.
 


Autore:
Sadoc M. Bertucci


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2015-08-05

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