La vita dei monaci spagnoli dal 1800 in poi
La vita monastica in Spagna venne pressoché estinta dal 1835, quando, a seguito di alcune leggi liberali, vennero chiusi i monasteri e le comunità religiose maschili e tutti i beni vennero incamerati dallo Stato. Dal 1880 al 1931, per converso, si assistette alla loro rinascita, grazie all’intervento delle congregazioni di appartenenza.
È il caso, ad esempio, dell’Ordine di San Benedetto, che ha dato 44 martiri tra quanti, ecclesiastici ma non solo, sono stati uccisi durante la guerra civile spagnola, durata dal 1936 al 1939.
I Benedettini in Spagna
I Benedettini spagnoli contavano all’epoca tre comunità: Santa Maria di Montserrat, a Barcellona, vicino all’omonimo santuario; Nostra Signora di El Pueyo, in Aragona, anche questo nei pressi di un santuario; Nostra Signora di Montserrat a Madrid.
Quest’ultima, situata in calle de San Bernardo, nel centro della capitale spagnola, era in realtà alle dipendenze dell’abbazia di San Domenico di Silos, che a sua volta era stata restaurata alla vita monastica nel 1880 grazie ad alcuni Benedettini di Solesmes in Francia. La vita comunitaria, dedita alla preghiera e allo studio, ripartì nel 1922.
Gli inizi della persecuzione
L’11 maggio 1931, a poco più di un mese dalla proclamazione della Seconda Repubblica, avvenuta l’11 aprile, fu evidente che la persecuzione religiosa stava incominciando, con l’assalto e l’incendio di molte chiese e monasteri, anche a Madrid.
Il “Montserratico”, com’era più conosciuto, venne risparmiato, ma per precauzione i monaci vennero dispersi in case private. Una volta venuto meno il pericolo, i religiosi ritornarono e la vita comunitaria riprese come prima.
La guerra civile
Il 17 luglio 1936 padre Rafael Alcocer riferì ai confratelli la notizia del sollevamento (“alzamiento”) della guarnigione di Melilla, avvenuta il giorno precedente: era l’inizio della guerra civile. Due giorni dopo, il 19, fu data alle fiamme l’allora cattedrale di Sant’Isidoro. A quel punto, la comunità si disperse di nuovo e nel monastero rimase solo padre Luis Vidaurrázaga González.
I monaci andarono e tornarono più volte nelle ore seguenti, finché, il 21, i miliziani comunisti appiccarono il fuoco alla porta della chiesa del monastero. Tuttavia, la dirigente Dolores Ibárruri, detta “la Pasionaria”, impedì l’incendio perché abitava lì accanto: “Quest’edificio è del popolo e per il popolo”, gridò, arringando la folla.
La chiesa venne comunque profanata e saccheggiata, mentre il monastero venne reimpiegato come carcere e per altri usi di tipo politico. Di conseguenza, i monaci non poterono più farvi ritorno.
I quattro martiri in breve
Sette erano i membri della comunità monastica: tre, seppure imprigionati, sopravvissero alla guerra. Padre José Antón Gómez, il priore, rifugiatosi nella pensione “Laris”, venne catturato il 24 settembre 1936. Condotto alla “checa” (un luogo appartato per gli interrogatori) in calle de Fomento, fu sottoposto a un interrogatorio e dichiarò di essere un sacerdote religioso: venne quindi ucciso lungo la lungo la carretera de Andalucía nella notte tra il 25 e il 26 settembre.
Padre Rafael Alcocer Martínez, quello che aveva dato l’avviso dell’inizio della guerra civile, passò di rifugio in rifugio, riparando infine da un suo amico libraio. Alcuni anarchici lo trovarono il 30 settembre e l’uccisero il 4 ottobre, insieme a un sacerdote della diocesi di Sigüenza.
Padre Antolín Pablos Villanueva, invece, venne scoperto nell’ottobre 1936 e rinchiuso nel carcere Modelo, da cui uscì solo per essere fucilato l’8 novembre, insieme ad altre centinaia di detenuti.
Infine padre Luis Vidaurrázaga González, che aveva custodito il convento prima del saccheggio ed era il più giovane dei quattro, si era nascosto in casa di un amico. Morì la notte del 31 dicembre 1936 a La Elipa.
La causa di beatificazione
La causa di padre José Antón Gómez e dei suoi tre compagni è stata avviata nella diocesi di Madrid, dopo aver ottenuto il nulla osta da parte della Santa Sede il 22 settembre 2004. L’inchiesta diocesana è stata convalidata il 31 marzo 2006, anno nel quale è stata presentata la “Positio super martyrio”.
Sia i consultori teologi, il 9 dicembre 2014, sia i cardinali e vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi hanno riportato un parere positivo circa l’effettiva morte in odio alla fede cattolica dei quattro monaci. Ricevendo quindi il Prefetto della Congregazione, il cardinal Angelo Amato, il 26 aprile 2016 papa Francesco ha confermato il loro martirio.
La beatificazione si è quindi svolta sabato 29 ottobre 2016 presso la cattedrale di Santa Maria Real de la Almudena a Madrid, col rito presieduto dal cardinal Amato come inviato del Santo Padre.
I resti mortali dei quattro Beati sono venerati nella chiesa di Nostra Signora di Montserrat a Madrid.
Di seguito, accanto al nome di ciascun martire, il rimando alle schede biografiche più dettagliate.
96856 - José Antón Gómez, sacerdote benedettino, 58 anni
+ 25 settembre 1936 a Madrid
96858 - Rafael Alcocer Martínez, sacerdote benedettino, 46 anni
+ 5 ottobre 1936 a La Elipa, Madrid
96857 - Antolín Pablos Villanueva, sacerdote benedettino, 65 anni
+ 8 novembre 1936 a Soto de Aldovea, Torrejón de Ardoz, Madrid
96859 - Luis Vidaurrázaga González, sacerdote benedettino, 35 anni
+ 31 dicembre 1936 a La Elipa, Madrid
Autore: Emilia Flocchini
Note:
Per approfondire: www.losmartiresdesilos.magix.net/public/
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