Maria Rosaria Dalle Mura era suora della fraternità “ Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù” e direttrice di Casa F.A.C.I a Marina di Massa. Conosciutissima anche fuori dalla provincia di Massa-Carrara, Suor Rosaria era originaria di Capezzano Pianore e fin da giovanissima, a soli diciotto anni, decise che la sua vita sarebbe stata al servizio del Signore e delle persone più bisognose ed entrò in confraternita per prendere i voti. Dal 1997 Maria Rosaria, grazie alla sua devozione per il lavoro, fu eletta direttrice di Casa F.A.C.I (struttura alberghiera gestita dalle Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù, che ospita anche gli immigranti) e da quel giorno con devozione ed umiltà, gestiva l'intera attività. Amata e stimata da tutti, lascia un vuoto incolmabile tra i parenti gli amici e i colleghi, che la ricordano come una persona buona, generosa e sempre pronta ad ascoltare e consolare tutti coloro che ne avessero avuto bisogno, proprio come una mamma fa con i suoi figli.
«E’ stata un esempio di vita per me, con la sua semplicità ed il suo rigore, mi ha insegnato ad ascoltare il prossimo, a coltivare l’amore per il Signore nella vita di tutti i giorni e, a donare me stessa senza alcun timore personale. Era come una madre per me, una guida spirituale, che ti indica la strada nei momenti più duri della vita. Anche con i ragazzi immigranti che sono arrivati da noi, ha sempre aiutato e dato una parola buona a tutti, tanto che era soprannominata la “mamma” », racconta Suor Maria Ausilia.
«Con la morte di Suor Rosaria, -continua Don Ivo parroco di Marina di Massa-, abbiamo perso un punto di riferimento per tutta la comunità, perché lei oltre che essere stata una donna dolce e generosa sapeva consolare e riportare la pace nello spirito anche nei sacerdoti, che proprio qua a Casa F.A.C.I venivano in riposo ed in preghiera. Maria Rosaria infatti non si tirava mai indietro quando qualcuno aveva bisogno di lei, neanche la guerra riuscì a fermare la sua voglia di donare la sua vita per gli altri e negli anni novanta fu addirittura missionaria in Ruanda, villaggio dell' Africa. Poi tornò in Italia e si mise a disposizione delle ragazze madri in una casa famiglia di Pisa e poi ancora in un Seminario di Lucca e successivamente a Montecatini. Una vita spesa per gli altri, per testimoniare anche quando era malata ormai terminale, che l’amore di Dio era più forte di qualsiasi altro problema.
E così anche quando stava ormai per morire, Rosaria con il sorriso sulle labbra diceva sempre: «Metto la mia vita in mano al Signore, faccia di me ciò che vuole».
«Non scorderò mai Maria Rosaria, anche la malattia è stata vissuta da lei con dignità e non si è mai lamentata, neanche in punto di morte per il dolore che provava. Ha lavorato, servendo gli ospiti e i ragazzi immigrati qua ospitati da noi, fino allo stremo delle sue forze. Di lei ora rimarrà un bellissimo ricordo, che accompagnerà tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla», conclude Claudio Pucciarelli responsabile del gruppo d’accoglienza immigrati.
Autore: Sara Lavorini
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