Se n’è andato in punta di piedi, all’improvviso, nel giorno in cui la Chiesa festeggia Maria Vergine Regina: il 22 agosto 2016 alle 8 il vescovo emerito di Civitavecchia Girolamo Grillo è morto in Romania, presso l’orfanotrofio di suor Maria Ionela, la Casa “S. Iosif” di Odorhei in Transilvania, dov’era solito trascorrere alcune settimane durante l’estate. Ieri sera aveva passeggiato, nonostante le difficoltà deambulatorie, e recitato la compieta. Aveva compiuto 86 anni lo scorso 18 agosto.
Nato in Calabria a Parghelia, dopo aver ultimato gli studi filosofici e teologici decide di frequentare la Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregoriana e a Lovanio in Belgio (1952-56), per poter meglio aiutare la sua terra. Elabora, pertanto, il suo dottorato con una ricerca sociologica su «Riforma fondiaria in Sila: leggi economico – sociali e loro verifiche induttive», su suggerimento di don Luigi Sturzo e dell’economista Ugo Papi, Rettore dell’Università «La Sapienza».
A Roma ricopre l’incarico di segretario delle «Settimane Sociali dei Cattolici d’Italia», quindi entra in Segreteria di Stato, dove presta servizio a Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II. Diviene uno dei collaboratori di Giovanni Benelli, il Sostituto della Segreteria di Stato di Papa Montini, in anni cruciali per la vita della Chiesa e della politica italiana, che Grillo vive da un punto d’osservazione privilegiato.
Nel 1977, al momento in cui Benelli lascia la Santa Sede per diventare arcivescovo e cardinale a Firenze, Grillo a soli 47 anni viene eletto vescovo di Cassano allo Ionio, dove inizia il suo ministero con una Lettera pastorale dal significativo titolo di stampo sociologico: «Una diocesi del Sud si confronta con Cristo». Dopo cinque anni viene trasferito nella diocesi di Civitavecchia-Tarquinia, dove rimane per 25 anni.
È qui, nel 1995, che la sua vita viene sconvolta e radicalmente cambiata dall’evento della Madonnina piangente, la povera statuina di gesso che nel giardino della famiglia Gregori versa lacrime di sangue. Il vescovo Grillo, poco simpatizzante per questi fenomeni, è inizialmente scettico. Apre all’ipotesi del soprannaturale soltanto perché gli viene chiesto esplicitamente dal Segretario di Stato Angelo Sodano, il quale gli telefona per conto di Giovanni Paolo II. Il Papa polacco sa di quella Madonnina proveniente da Medjugorje. Crede alla soprannaturalità dell’evento. Anche Grillo è costretto a cedere all’evidenza, quando la statuina, che è stata radiografata al Policlinico Gemelli e non contiene trucchi o marchingegni, lacrima sangue mentre è nelle sue mani, in presenza della sorella, del cognato del vescovo e di una suora. In quell’occasione Grillo è colto da un malore e viene chiamato il suo cardiologo di fiducia, che dopo averlo fatto riprendere constata di persona la presenza di un nuovo flebile ma visibilissimo rigagnolo di sangue scaturito dall’occhio della Madonnina.
Da scettico il vescovo di trasforma in un sostenitore della soprannaturalità della lacrimazione, continuando ad avere un alleato in Vaticano: Papa Wojtyla. Il Pontefice, oggi santo, metterà la sua firma su un documento oggi conservato presso la Congregazione per la dottrina della fede, nel quale si attesta che lui ha venerato la statuina ospitata nel suo appartamento e l’ha incoronata.
Il resto della vita di Grillo è segnata da queste vicende. Il vescovo continuerà a raccogliere testimonianze e a promuovere il culto della Madonnina. Cessato il suo servizio episcopale a Civitavecchia-Tarquinia, Grillo viene nominato da Benedetto XVI canonico di Santa Maria Maggiore e viene a vivere a Roma. Continuando ogni estate a far visita alla suora rumena che aiuta gli orfani e vive da decenni nutrendosi soltanto dell’eucaristia.
Autore: Andrea Tornielli
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