V sec.
E' il quindicesimo vescovo della diocesi soppressa nel 1790 di Vienne. Succede a Saint Jérôme vescovo nel 421 e precede Saint Nizier ou Nicet, vescovo verso 449. Verosimilmente governò la diocesi intorno al 440. Mentre governava la diocesi partecipò al concilio di Orange nel 441, dove discussero di questioni pratiche della vita della chiesa, inclusa l'affermazione sul dovere del celibato per coloro che sono in stato clericale. Partecipò anche al sinodo locale di Vaison nel 442 dove si discusse della Trinità, delle offerte e sepolture dei morenti e dell’unzione a Pasqua di preti e diaconi. Di San Claudio ignoriamo sia la data di nascita che quella di morte. Fa parte di quei cinquanta vescovi che ressero la diocesi dalle origini del periodo romano al periodo carolingio fino all’anno mille, che sono stati tutti canonizzati.
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Consacrato quindicesimo vescovo di Vienne nel 421, San Claudio ereditò una diocesi in un periodo di grandi trasformazioni. Guidò la comunità con saggezza e zelo per circa vent'anni, lasciando un'impronta indelebile. La sua leadership fu caratterizzata da una partecipazione attiva ai concili ecclesiastici, dove si distinse per la sua perspicacia teologica e il suo contributo costruttivo.
Nel 441, presenziò al concilio di Orange, dove si discussero questioni cruciali relative alla vita della Chiesa, tra cui il celibato dei presbiteri. Claudio sostenne con fermezza questa posizione, ritenendola essenziale per preservare la purezza e l'integrità del clero. L'anno successivo, partecipò al sinodo locale di Vaison, dove si approfondirono tematiche teologiche come la natura della Trinità e si stabilirono norme per i sacramenti e i riti funebri.
Le opere di San Claudio, seppur non pervenute integralmente, offrono spunti preziosi per comprendere la sua dottrina e il suo pensiero teologico. Un'opera particolarmente significativa è il commento all'Ecclesiaste, dedicato al vescovo Salviano, andato purtroppo perduto. In questo scritto, Claudio probabilmente esponeva la sua visione sulla natura effimera della vita terrena e sull'importanza di perseguire i valori spirituali eterni.
La fama di santità di San Claudio si diffuse rapidamente in tutta la Gallia. La sua devozione fu particolarmente sentita nella diocesi di Vienne, dove la sua memoria era venerata con grande devozione. Il martirologio geronimiano fissò la sua festa liturgica al 1° giugno, data che ancora oggi viene celebrata da diverse comunità cattoliche.
Autore: Franco Dieghi
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