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Scutari, Albania, 24 gennaio 1896 – Shelqet, Albania, 24 gennaio 1947
Luigj Prendushi, partito giovanissimo per l’Italia, venne ordinato sacerdote e fece ritorno in patria nel 1921. Esercitò il ministero in parecchie città e villaggi del nord del Paese. Arrestato il 5 dicembre 1946, fu accusato di essere una spia al servizio del Vaticano. Venne condannato a morte e fucilato il 27 gennaio 1947. Compreso nell’elenco dei 38 martiri albanesi capeggiati da monsignor Vinçenc Prennushi, è stato beatificato a Scutari il 5 novembre 2016.
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Luigj Prendushi nacque a Scutari in Albania il 24 gennaio 1896. Già a dodici anni partì per l’Italia, dove frequentò le scuole e, allo stesso tempo, maturò la vocazione al sacerdozio.
Ordinato sacerdote, nel 1921 fece ritorno in patria, ma la nave dove viaggiava affondò. I passeggeri, tra i quali molti commercianti, si misero in salvo, mentre le merci andarono perdute. Mentre tutti piangevano per questo motivo, solo don Luigj rimase calmo. Quando gli fu chiesto come facesse, rispose: «Non ho alcun motivo per piangere. Il mio capitale è il Vangelo. Non può affondare nel mare!».
Rientrato quindi in Albania, cercò di risollevare, alla luce delle conoscenze europee, la vita degli abitanti più poveri. Condivise perfino le loro abitazioni, che erano poco più che delle grotte nei villaggi di Mazrek, Nënshat, Shllak, Dardhë, Koman, Kaçë, Naraç, Shelqet.
All’insorgere del regime comunista, avrebbe potuto fuggire e tornare in Europa, ma scelse di restare. Fu quindi arrestato il 5 dicembre 1946, con l’accusa, comune a molti altri sacerdoti della sua epoca, di essere una spia del Vaticano. Venne fucilato a Shelqet il 24 gennnaio 1947.
Compreso nell’elenco dei 38 martiri albanesi capeggiati da monsignor Vinçenc Prennushi, don Luigj Prendushi è stato beatificato a Scutari il 5 novembre 2016. Dello stesso gruppo fanno parte altri venti sacerdoti diocesani.
Autore: Emilia Flocchini
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