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Haroué, Francia, 28 novembre 1914 - Palay, Laos, 19 dicembre 1959
Padre Renè Dubroux entrò nell’Istituto delle Missioni Estere di Parigi dopo aver trascorso quattro anni come sacerdote della diocesi di Saint-Dié e aver servito come infermiere militare nella seconda guerra mondiale. Destinato alla missione di Thakhek, nel Laos, poi in un’altra stazione missionaria presso Pakse, s’impegnò per migliorare le condizioni di vita degli abitanti e per educarli alla fede. La sera del 19 dicembre 1959 venne abbattuto a colpi di pallottole dai militanti comunisti che si stavano espandendo nel Paese, tradito da uno dei suoi più fedeli collaboratori. Inserito nel gruppo di quindici martiri capeggiato dal sacerdote laotiano Joseph Thao Tiên, è stato beatificato l’11 dicembre 2016 a Vientiane, nel Laos.
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René Dubroux nacque il 28 novembre 1914 a Haroué, nella diocesi di Nancy in Francia. L’8 gennaio 1939 venne ordinato sacerdote per la diocesi di Saint-Dié e nominato vicario della parrocchia di San Pietro Fourier a Chantraine. Nel 1940, durante l’attacco dei tedeschi, fece da infermiere militare al fronte, mettendosi in luce per il suo coraggio.
Il 30 ottobre 1943 fu ammesso nella Società delle Missioni Estere di Parigi e fu presto destinato alla missione di Thakhek, nel Laos. Non poté tuttavia raggiungerla prima di due anni, in qualità di cappellano militare nell’allora Indocina.
Nella stazione missionaria di Namdek, dal 1948 in poi, sviluppò la vita cristiana dei suoi fedeli tramite le sue istruzioni catechistiche e amministrando i sacramenti dell’Eucaristia e della Confessione. Sul piano materiale, invece, fece il possibile per migliorare la loro sorte, ad esempio incoraggiandoli a sfruttare le risorse della foresta, come il legname.
Nel 1957 venne incaricato del distretto di Nonghkene, vicino Pakse; un luogo pericoloso, a diretto contatto con la nascente guerriglia comunista. Di lì a poco subì parecchie minacce: i ribelli volevano dimostrare che lui era un ostacolo alla loro volontà di liberare il Paese. Due anni dopo, nonostante ciò, i missionari ricevettero l’ordine dalla Santa Sede di restare al proprio posto, a meno che non fossero anziani o malati.
Nella tarda serata del 19 dicembre 1959, padre Dubroux si trovava a conversare con i suoi catechisti nella sacrestia della piccola cappella di Palay, che fungeva anche da alloggio per lui. Tradito da uno di essi, subì gli spari dei guerriglieri e fu ferito a morte.
Dato che il suo ricordo è rimasto molto vivo tra i suoi parrocchiani, è stato inserito in un elenco di quindici tra sacerdoti, diocesani e missionari, e laici, uccisi tra Laos e Vietnam negli anni 1954-1970 e capeggiati dal sacerdote laotiano Joseph Thao Tiên. La fase diocesana del loro processo di beatificazione, ottenuto il nulla osta dalla Santa Sede il 18 gennaio 2008, si è svolta a Nantes (di cui era originario il suo confratello padre Jean-Baptiste Malo) dal 10 giugno 2008 al 27 febbraio 2010, supportata da una commissione storica.
A partire dalla fase romana, ovvero dal 13 ottobre 2012, la Congregazione delle Cause dei Santi ha concesso che la loro “Positio super martyrio”, consegnata nel 2014, venisse coordinata, poi studiata, congiuntamente a quella di padre Mario Borzaga, degli Oblati Missionari di Maria Immacolata, e del catechista Paul Thoj Xyooj (la cui fase diocesana si era svolta a Trento).
Il 27 novembre 2014 la riunione dei consultori teologi si è quindi pronunciata favorevolmente circa il martirio di tutti e diciassette. Questo parere positivo è stato confermato il 2 giugno 2015 dal congresso dei cardinali e vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi, ma solo per Joseph Thao Tiên e i suoi quattordici compagni: padre Borzaga e il catechista, infatti, avevano già ottenuto la promulgazione del decreto sul martirio il 5 maggio 2015. Esattamente un mese dopo, il 5 giugno, papa Francesco autorizzava anche quello per gli altri quindici.
La beatificazione congiunta dei diciassette martiri, dopo accaniti dibattiti, è stata infine fissata a domenica 11 dicembre 2016 a Vientiane, nel Laos. A presiederla, come inviato del Santo Padre, il cardinal Orlando Quevedo, arcivescovo di Cotabato nelle Filippine e Missionario Oblato di Maria Immacolata.
Autore: Emilia Flocchini
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