VIII sec.
E' stato un abate benedettino di Autun. Su di lui non abbiamo alcun dato cronologico, sappiamo solo che il culto che gli è stato reso nella basilica di San Sinforiano di Autun è molto antico. Alcuni martirologi antichi indicano San Placido quale vescovo di Autun; ma questo nome non figura nella lista dei vescovi della diocesi. Si presume che il governo dell’abbazia da parte di San Placido sia da collocarsi prima del 731, data in cuoi la basilica venne incendiata e completamente distrutta dai saraceni. Nel Martirologio Gerominiano era menzionato alle date 7 maggio e gli era attribuito il titolo di sacerdote e abate della basilica di San Sinforniano.
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Le informazioni su San Placido (Placide o Plait), abate benedettino di Autun, sono pochissime. La sua esistenza è certa, testimoniata dal culto antico che gli era tributato nella basilica di San Sinforiano ad Autun. Tuttavia, mancano dati cronologici precisi e la sua figura rimane sfuggente, oggetto di incertezze e congetture.
Non si possiede alcuna conoscenza certa sulla sua nascita, la sua formazione o il suo percorso di fede. La sua stessa identità episcopale è dubbia: alcuni antichi martirologi lo indicano come vescovo di Autun, ma il suo nome non compare nella lista ufficiale dei vescovi della diocesi.
L'unica certezza riguarda il suo ruolo di abate della basilica di San Sinforiano ad Autun. Si presume che il suo governo dell'abbazia sia avvenuto prima del 731, anno in cui la basilica fu incendiata e distrutta dai Saraceni.
Il Martirologio Gerominiano menziona San Placido alle date del 7 maggio, attribuendogli il titolo di sacerdote e abate della basilica di San Sinforiano. La sua memoria liturgica è fissata per questa data.
Nonostante le scarse notizie biografiche, San Placido rimane una figura venerata nella tradizione locale. La sua memoria è preservata nella basilica di San Sinforiano, ricostruita dopo la distruzione saracena. La sua agiografia, seppur frammentaria, rappresenta un tassello importante nella storia della Chiesa di Autun e del monachesimo benedettino.
Autore: Franco Dieghi
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