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Di lei si parla nella Vita di San Ugo di Cluny. In quel testo si riporta che Sabina, monaca di Jouarre, un giorno vide la Vergine Maria, circondata da numerosi santi e accanto a Lei c’era uno scranno bianco vuoto. Una voce gli rivelò che in breve tempo Ugo di Cluny avrebbe occupato quello scranno. Poco tempo dopo arrivò un messaggero in città con la notizia che San Ugo era appena morto (1109). Andrea di Saussay nel suo “Martirologium Gallicanum” del 1637, riferisce del culto e della tradizione su questa Santa e della sua festa al 30 aprile.
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La figura di Santa Sabina di Jouarre si dipana attraverso la tradizione orale e le scarne informazioni tramandate nella "Vita di San Ugo di Cluny".
Di Santa Sabina, vergine di Jouarre, non si possiedono notizie certe. La sua esistenza è attestata unicamente nella "Vita di San Ugo di Cluny", dove viene descritta come una monaca dedita alla preghiera e alla contemplazione.
L'unico episodio narrato della sua vita è di natura mistica. Un giorno, durante una preghiera, Sabina ebbe la visione della Vergine Maria, circondata da una schiera di santi. Accanto alla Madonna, un seggio bianco attendeva di essere occupato. Una voce rivelò alla monaca che quello scranno sarebbe stato presto occupato da San Ugo di Cluny.
Poco tempo dopo la visione, un messaggero giunse a Jouarre con la notizia della morte di San Ugo, avvenuta nel 1109. La coincidenza con la visione di Sabina rafforzò la fede dei fedeli e alimentò la devozione verso la monaca, venerata come veggente e intercessora.
Andrea di Saussay, nel suo "Martirologio Gallicano" del 1637, menziona il culto di Santa Sabina e ne fissa la festa liturgica al 30 aprile. La sua memoria è rimasta viva nella tradizione locale, soprattutto nella città di Jouarre.
Autore: Franco Dieghi
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