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Fallica Giuseppe Il miracolo dei corpi incorrotti Edizioni Segno

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Il prodigio dell’incorruzione del corpo dei santi è accompagnato quasi sempre da fenomeni insoliti e inspiegabili, che appaiono come un ulteriore segno dell’intervento diretto di Dio.
Come spiega Giuseppe Fallica in “Il miracolo dei corpi incorrotti” (edizioni Segno), possono essere suddivisi in dodici categorie.

1) L’ODORE DI SANTITA’

Il fenomeno costatato con più frequenza è quello di una dolcissima fragranza preternaturale, percettibile nelle vicinanze del corpo del defunto, e che qualche volta dura per mesi o persino per anni.
Qui basti citare il caso di Sant’Alberto Magno (m. nel 1280), fragrante a 200 anni di distanza dal trapasso; quello del Beato Angelo da Sansepolcro (m. nel 1306), profumatissimo dopo 176 anni; quello di Santa Teresa d’Avila (m. nel 1582), dopo 330 anni, o ancora quello di Santa Rita da Cascia (m. nel 1447), fragrante ancora oggi.
La principale obiezione dei critici è che si possa trattare di un odore prodotto da balsami che furono utilizzati per la conservazione della salma. Tuttavia, diversi elementi concorrono a smentire tale ipotesi.
In primo luogo le prove testimoniali che, oltre ad escludere il ricorso a sostanze conservative, dimostrano come solitamente il profumo cominci immediatamente dopo il decesso (per esempio San Vincenzo Pallotti, Beata Giuseppa di Sant’Agnese, ecc).
In secondo luogo le circostanze della morte o della sepoltura, che consentono di escludere l’applicazione di balsami. Per esempio la santa di York, Inghilterra, Santa Margherita Clitherow Middleton, martire, fu condannata a morte dai protestanti, stesa al suolo legata con le mani e i piedi a dei pioli. Poi sotto la schiena fu posta una pietra aguzza e sul corpo una porta di legno sulla quale furono ammassati grossi pesi fino a schiacciarla mortalmente. Il martirio durò in tutto una quindicina di minuti, poi il corpo fu gettato in una fossa di acqua putrida e melmosa. Per sei settimane venne ricercato il suo corpo, finché non fu ritrovato ancora incorrotto fresco, puro e profumato. Il Beato Bernardo Scammacca, invece, fu gettato in una fossa comune, e quando si aprì la tomba per trasferirlo in un luogo più dignitoso, il suo corpo era incorrotto e rilasciava un odore inebriante.
In terzo luogo le ricognizioni necroscopiche dei corpi, durante le quali non fu mai riscontrata l’applicazione di trattamenti (per esempio Serva di Dio Maria Margherita Wake, San Gaspare Del Bufalo, ecc.).
Per di più, in certi casi il miracolo non si limita alla salma. L’aroma sulla salma di Santa Lucia da Narni (m. nel 1544) si trasmise a tutti gli oggetti con cui la reliquia venne a contatto durante la sua esposizione. Nel caso di San Vincenzo Pallotti (m. nel 1850), il profumo esalato dal cadavere persistette per un mese nella stanza in cui era deceduto, malgrado la finestra aperta.

2) LA FLESSIBILITA’ PERMANENTE DELLE MEMBRA

Dopo il buon odore, l’assenza della rigidità cadaverica è il fenomeno riscontrato con più frequenza nei corpi di persone morte in fama di santità.
Alla morte della Beata Maria della Passione (1912), per esempio, il suo medico testimoniò: “Nonostante la stagione fosse caldissima, essendosi al 27, 28, e 29 luglio, nell’Italia meridionale, in Chiesa piccolissima e con numeroso concorso di popolo, tuttavia il corpo ancora flessibilissimo, e sebbene maltrattato dal continuo toccare delle persone che si avvicinavano, con meraviglia di tutti, rimase sempre incorrotto e senza tramandare il benché minimo cattivo odore; anzi si osservò che il volto diveniva sempre più bello e profilato” (l. Fontana)

3) L’EFFUSIONE DI SANGUE FRESCO

Il flusso di sangue fresco nei corpi santi, anche dopo un intervallo di settimane, mesi, o persino anni, è un fenomeno abbastanza ricorrente nei casi d’incorruzione, anche se meno comune dell’odore di santità e del- l’assenza del rigor.
Tra i tanti episodi che si possono citare, ricordiamo il flusso di sangue fresco scaturito dalle narici di Santa Caterina da Bologna (m. nel 1463) a distanza di tre mesi dalla dipartita; il versamento generato dal- l’amputazione di un dito della salma di San Giovanni della Croce (m. nel 1591), nove mesi dopo il trapasso; l’effusione di sangue dal naso che si verificò il ventiquattresimo giorno d’esposizione del corpo di San Bernardino da Siena (m. nel 1444).

4) L’ESSUDAZIONE DI FLUIDI

Un altro evento tipico è l’essudazione di particolari fluidi, descritti (secondo i casi) come olio vegetale, liquore, unguento, manna, profumo o acqua; e in grado di operare miracolose guarigioni.
Ad esempio su San Gerardo Maiella (m. nel 1756 e sepolto a Materdomini, Avellino), un secolo dopo la sua scomparsa le autorità ecclesiastiche ordinarono una ricognizione delle reliquie. All’apertura della tomba si scoprì che un olio fragrante sgorgava copiosamente dal cranio e dalle ossa.
A Toledo, in Spagna, il corpo della Beata Maria di Gesù (m. nel 1640) essuda ancora oggi un profumo (descritto come aroma di rose e gelsomini), insieme con una manna oleosa.
Il fenomeno risulta assolutamente inspiegabile per la scienza, che non è stata in grado di individuare casi simili d’essudazione, né sui corpi conservati artificialmente, né su quelli preservati da cause naturali. Naturalmente è da scartare in partenza l’ingenua tesi che si possa trattare di balsamo utilizzato per la conservazione delle salme: come spiegare, infatti, la quantità e la durata di tali secrezioni (persino centinaia d’anni), la loro cadenza periodica, oppure il fatto che ad essudare siano semplici ossa o una lapide?

5) IL MANTENIMENTO DEL CALORE

Meno frequente, ma riferita da testimoni degni di fiducia, è la persistenza del calore per molto tempo dopo la morte; a volte con una temperatura notevolmente alta.
Nel caso della Serva di Dio Maria Villani (m. nel 1670), il chirurgo che eseguì (nove ore dopo il decesso) l’intervento per l’estrazione del cuore, ebbe difficoltà a introdurre la mano nelle cavità addominali, talmente forte era il calore. Lo stesso fenomeno venne riscontrato con la Venerabile Serafina di Dio (m. nel 1699), a trenta ore di distanza dal trapasso.
Secondo la scienza, è possibile che i fenomeni putrefattivi possano com- portare il ritorno di un certa temperatura, ma l’ipotesi non è applicabile agli incorrotti, in quanto (nel loro caso) il calore si accompagnava alla constatazione di organi freschi, assenza di cattivo odore e nessuna traccia di putrefazione.

6) I MOVIMENTI RAZIONALI E VOLONTARI DELLA SALMA

Non mancano gli episodi in cui il Santo, già morto, abbia alzato un braccio per benedire (San Gibriano, Santa Eustochia da Messina), sollevato un piede per essere baciato (Sant’Agnese da Montepulciano), aperto gli occhi e rivolto il capo verso il Santissimo Sacramento (San Pasquale Baylon), coperto le parti intime con le mani mentre veniva rivestito (San Filippo Neri, San Gerardo da Aurillac), incrociato le braccia sul petto (Beata Veronica da Binasco), oppure abbia sorriso mentre veniva trasportato davanti all’altare (Santa Caterina De’ Vigri).
Si tratta di eventi, per i quali si deve escludere la possibilità di uno stato catalettico o di una morte apparente, a causa delle circostanze stesse che accompagnano il fenomeno; così come, la razionalità e la logica dei gesti escludono la possibilità di movimenti convulsivi del cadavere dovuti alle conseguenze della putrefazione.

7) IL RINGIOVANIMENTO DEI CORPI

Il corpo incorrotto generalmente non suscita né orrore né spavento, anzi colpisce per la serenità dell’aspetto, simile a quello di una persona addormentata. Ma si conoscono casi clamorosi in cui i testimoni presenti al trapasso hanno assistito ad autentici miracoli: in pratica (scomparse improvvisamente le tracce che il tempo e le malattie avevano lasciato) le sembianze del defunto apparivano abbellite e ringiovanite di molti anni.
Un caso esemplare è quello di San Francesco d’Assisi. Ma si possono citare anche Sant’Antonio da Padova, Santa Lutgarda, Sant’Andrea Avellino, la Beata Colomba da Rieti.

8) LA CRESCITA DELLE UNGHIE, DELLA BARBA, DEI CAPELLI

In alcune circostanze, oltre al fenomeno dell’incorruzione è stata riscontrata una prodigiosa crescita delle unghie, dei capelli o della barba. Citiamo ad esempio San Gaudenzio, San Jodoco, Sant’Amando da Maastricht, la Venerabile Maria Lorenza Longo, la Beata Elena Enselmini.

9) LA TRAS-VERBERAZIONE DEL CUORE

A volte, durante la ricognizione della salma è stata notata la presenza di stigmate nel cuore, già preannunciate (e descritte minutamente) dal Santo mentre era in vita. In alcuni casi il muscolo cardiaco è apparso letteralmente trapassato da una lesione (Santa Teresa d’Avila), mentre in altri conteneva escrescenze carnose raffiguranti il crocifisso, i chiodi della passione, o altri simboli religiosi (Santa Veronica Giuliani, Santa Chiara da Montefalco, la Venerabile Caterina Savelli, la Venerabile Serafina di Dio, ecc.).
Alcuni critici hanno contestato la realtà di questi miracoli, sostenendo che si trattava piuttosto di patologie cardiache scambiate ingenuamente per prodigi. Una tesi, questa, che non regge alla prova dei fatti, in quanto furono proprio medici e chirurghi ad eseguire le autopsie.
Inoltre, rimarrebbe inspiegabile come questi grandi mistici abbiano potuto anticipare le immagini, poi trovate all’interno dei loro corpi.

10) LA COMPARSA DI LUCI PRODIGIOSE

Numerosi testimoni hanno assistito all’apparizione di luci, provenienti dai corpi o dalle tombe di alcuni di questi Santi. Subito dopo la morte di San Luigi Bertrand (1581), una misteriosa luce uscì per parecchi minuti dalla sua bocca illuminando l’intera cella. Durante i due giorni d’esposizione della Beata Marianna di Gesù (m. nel 1624), molti testimoni videro il viso effondere luminosità, al punto da rischiarare l’umile stanzetta dove visse.
Ma la manifestazione più impressionante avvenne nella tomba di San Charbel Makhlouf (m. nel 1898): la forte luce che brillò per quarantacinque notti sopra la sepoltura, venne osservata da molti compaesani e in seguito si ripeté durante l’esumazione.

11) L’INCORRUZIONE ESTESA AGLI ABITI, AI FIORI, ECC

In alcuni casi, il fenomeno dell’incorruzione è sembrato estendersi anche agli abiti ed agli oggetti presenti all’interno della sepoltura.
Nel 2001, in occasione dell’esumazione della Serva di Dio Teresa di Gesù da Coopersburg (m. nel 1939), è stato trovato un ramoscello di palma ancora verde dentro la bara. Altri casi rilevanti riguardano Santa Gemma Galgani (fiori intatti dopo sei anni), Santa Lucia Filippini (fiori di giacinto, freschi e fragranti dopo centoventi anni).

12) LA GERMINAZIONE DI FIORI DAL CUORE O DALLA BOCCA

E’ un genere di miracoli talmente inverosimile da apparire leggendario; eppure, anche per questi eventi non mancano le testimonianze.
All’apertura del sepolcro del Beato Cherubino da Avigliana (m. nel 1479), si vide che un giglio profumatissimo era germogliato dal cuore. Lo stesso avvenne col Beato Ugolino da Cortona m. nel 1367) e col Beato Francesco da Siena (m. nel 1328). Invece, nel caso della Beata Elena Enselmini (m. nel 1241) e del Beato Antonio da Monticiano (m. nel 1311), il fiore germinò dalla bocca.


Autore:
Gelsomino Del Guercio


Fonte:
Aleteia

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Aggiunto/modificato il 2017-06-16

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