La vicenda di Astanzio e Antoniano, molto assomiglia a quella dei gloriosi Arialdo ed Erembaldo e ripropone lo schema agiografico della coppia di martiri uniti in vita e in morte da una solidarietà unica nel nome di Cristo.
Siamo nel 1000, anno in cui la tradizione colloca la nascita di Astanzio e Antoniano a Vigonzone (un tempo nel territorio e nella diocesi milanese oggi in provincia di Pavia). Non è chiaro se fossero fratelli di sangue, ma sicuramente lo erano nella fede e nella carità. vissuti in famiglie di forte fede, come quella di Gervasio e Protasio, e poi arruolati nell’esercito dell’Arcivescovo di Milano, Ariberto, nella lotta contro le eresie. Alla morte di Ariberto, succede Giudone“di stirpe ignobile e plebea”, che cominciò a dar man forte alla rappresaglie eretiche che devastavano la diocesi di Milano. Proprio in queste lotta essi soccombero in Porta Romana dove erano accorsi per sostenere due amici per difendere dalla profanazione una chiesa. Inizialmente i sacri corpi furono deposti dal sacerdote Eriberto e dal diacono Lieto in San Dionigi. Poi dopo le esequie, furono traslati con solennità a Vigonzone.
Dopo un periodo di smarrimento della memoria, il culto fiori nuovamente nel 1151. Nel 1185 papa Eugenio III ne riconobbe il culto. I loro corpi però, successivamente, furono riportati a Milano, in San Satiro, come punizione, dopo un fatto sacrilego operato a Massazio di Vigonzone. Solo nel 1802 i sacri corpi tornarono a Vingonzone, dove sono venerati come illustri concittadini e martiri il giorno 25 agosto.
I due santi rappresentano in modo semplice ma concreto la solidarietà della fede che vince il male e difende dalle eresie, pertanto sono martiri e modelli di carità. I miracoli che vengono loro attribuiti parlano di riconciliazione e di opere di pacificazione, invocati per tenere salde le amicizie portare pace nelle famiglie.
Autore: Don Luca Roveda
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