Alessandro Faggioni nacque l’8 febbraio del 1713 a Marola, un piccolo borgo del Golfo di Spezia, in una famiglia di umili condizioni in cui visse un’adolescenza contrassegnata da una genuina religiosità. Vestì il saio cappuccino il 10 gennaio del 1735, professando in seguito solennemente nel convento di S. Barnaba. Fu religioso dalla vita esemplare, testimoniò ogni virtù cristiana dimentico di se stesso. Per molti anni si cibò solo a pane e acqua, dormiva sutavole e martoriava la propria carne con cilizi e flagelli, fino a quando i superiori gli imposero di limitare tali eccessive penitenze. Ebbe il dono della sapienza, parlava dei dogmi della fede come un dotto teologo. Ebbe pure il dono delle profezie, tra le sue predizioni l’occupazione francese in Italia alla fine del secolo XVIII. Leggeva nei cuori, tanto da poter esortare molti peccatori a confessarsi e mutar vita.
Un giorno, mentre, come di consuetudine, faceva la questua, incontrò un uomo che lo affrontò dandogli uno schiaffo. Frate Felice rispose alla lettera secondo gli insegnamenti del Vangelo: si inginocchiò e porse l’altra guancia, causando vergogna e confusione nel suo aggressore e nei suoi compagni. Ebbe anche il dono dei miracoli, un giorno col segno di croce guarì da un grave malanno il confratello Modesto da Polcevera. Sanò inoltre un fanciullo nato coi piedi storti.Circa due mesi prima di morire, mentre era presso il Conservatorio di san Giuseppe di Genova, fu visto circondato da un raggio di luce straordinario. Predisse il giorno della sua morte. Mentre era nel coro della Chiesa della Santissima Concezione di Genova spirò improvvisamente: era il 25 settembre 1787. Acclamato santo dal popolo, una grande folla volle pregare davanti alla sua salma ed avere qualche reliquia, pezzetti dell’abito e persino capelli e peli della barba. Presso la sua sepoltura molti fedeli ottennero per sua intercessione grazie e miracoli. Ebbe inizio presso l’arcidiocesi di Genova il processo di beatificazione, non trasmesso a Roma, per i gravi eventi storici che seguirono nei decenni a venire.
Autore: Daniele Bolognini
|