San Simplicio è il terzo vescovo di Verona. Nella cronotassi ufficiale della diocesi scaligera figura dopo San Dimitriano e prima di San Procolo.
Di lui non abbiamo notizie certe.
Solo il Vescovo Valier nel Martirologio veronese lo dice “sapientissimo nelle umane e divine cose”.
Si credeva morto il 20 novembre. Venne sepolto nella cripta di San Procolo. Dela traslazione dei suoi resti nella Chiesa di Santo Stefano, avvenuta un 21 ottobre verso la fine del V secolo, ne parlò il canonico Gian Giacomo Dionisi nel Settecento. Sempre lo stesso autore ricorda anche una seconda traslazione avvenuta il 20 febbraio 1550.
Nel “Catalogus Sanctorum Ecclesiae Veronensis”, mons. Franco Segala ne trascrive l’elogium dal Martirologio della chiesa veronese: “Veronae sancti Simplicii eiusdem civitatis episcopi (qui, cum esset vir humanarum divinarumque rerum schientissimus, doctrina et rebus gestis populo veronensi plurimum profuit atque Ecclesiam cum in primis mirabiliter ornasset et ad magnum splendorem perduxisset, sanctissime ex hac vita dessit)".
Di lui c’è un’unica raffigurazione, tra i Santi Girolamo, Francesco, Mauro e Placidia, in una pala di Nicolò Giolfino.
Nel martirologio diocesano, era ricordato nel giorno della sua festa il giorno 20 novembre, fino alla riforma del Proprio veronese, del 1961, voluta dal vescovo Carraro, quando è stato annoverato nella festa comune di tutti i vescovi veronesi, e la sua festa venne a cessare.
Autore: Mauro Bonato
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