Il Cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere Apostolico, é nato a Łódź (Polonia) il 25 novembre 1963. Dopo gli studi liceali, nel 1982 è entrato nel Seminario diocesano di Łódź. L’11 giugno 1988, dopo aver ottenuto la Laurea in Teologia presso l’Università Cattolica di Lublino, è stato ordinato Sacerdote. Per due anni ha svolto lavoro pastorale nella propria diocesi come Vicario Parrocchiale, prima a Rusiec e poi a Łódź. Nel 1990 è stato mandato a Roma per proseguire gli studi presso l’Istituto Liturgico di S. Anselmo. Il 5 marzo 1993 ha conseguito la Licenza in Sacra Liturgia presso il medesimo Istituto Liturgico e il 10 marzo 1995 la Laurea in Teologia, con specializzazione in liturgia, presso la Pontificia Università di S. Tommaso. Durante la permanenza a Roma, ha collaborato con l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ed è stato Cappellano della Clinica Ortopedica e Traumatologica dell’Università La Sapienza. Rientrato in diocesi nel 1995, è stato cerimoniere dell’Arcivescovo ed ha insegnato liturgia nel Seminario diocesano e in quello dei Francescani e dei Salesiani, nonché nell’Accademia di Varsavia, essendo anche stato nominato Prefetto del Seminario diocesano. Nel 1998 ha fatto ritorno a Roma ed è stato assunto presso l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. Il 12 maggio 1999 è stato nominato Cerimoniere Pontificio. Il 3 agosto 2013 è stato nominato Elemosiniere di Sua Santità e Arcivescovo titolare di Benevento. Da Papa Francesco creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 28 giugno 2018, della Diaconia di Santa Maria Immacolata all'Esquilino.
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«Stavo preparando la bicicletta per uscire dal Vaticano, quando mi hanno chiamato per dirmi di ascoltare il Papa al Regina Coeli... Non ne sapevo assolutamente nulla. E non ci voglio proprio pensare a ciò che mi è capitato addosso: mi sto preparando per andare questa sera alla stazione Ostiense, a portare da mangiare ai senzatetto». La voce del vescovo polacco Konrad Krajewski, 54 anni, Elemosiniere di Sua Santità, originario di Łódź e per tutti “don Corradoˮ, tradisce l'emozione e la sorpresa per l'essersi visto incluso nella lista dei nuovi cardinali. Il braccio operativo del Pontefice per la carità verso i clochard, gli immigrati, i rifugiati, i bisognosi riceverà insieme ad altri tredici “colleghiˮ la berretta di porpora il 29 giugno, entrando così a far parte dei più stretti consiglieri del Papa e degli elettori del suo successore in caso di conclave, disposti a servire la Chiesa e il Vescovo di Roma «usque ad sanguinis effusionem», fino all'effusione del sangue, simboleggiato dal colore degli abiti.
L'Elemosiniere pontificio non è mai stato un incarico cardinalizio. Il gesto di Francesco rappresenta dunque un segno di predilezione e anche un riflettore acceso sull'attività che don Corrado porta avanti in prima persona, senza risparmiarsi e senza mai rimanere dietro la scrivania. Il suo lavoro principale si svolge per strada, nelle stazioni, nei centri di accoglienza. «Per me e per il mio lavoro questo onore del cardinalato può rappresentare una complicazione - spiega a Vatican Insider dopo essere rimasto per due ore a pregare in cappella, senza capacitarsi per quanto accaduto, per lui totalmente inaspettato - ma forse il Santo Padre vuole manifestare così la sua attenzione per le periferie e per le nuove e vecchie povertà».
Il nome di Krajewski è stato associato tante volte negli ultimi cinque anni ad iniziative spesso clamorose: le docce e il servizio barberia sotto il colonnato per poveri e senzatetto, gli ambulatori medici “volantiˮ per curare i poveri per la strada, la distribuzione di cibo e sacchi a pelo nelle stazioni, le tessere telefoniche per gli immigrati, gli aiuti distribuiti personalmente ai terremotati. «Ma io non ho fatto niente di mia iniziativa, tutto è sempre partito dal Papa, dunque a me non va attribuito proprio alcun merito. La notizia è arrivata come un'assoluta sorpresa. Penso che sia un attestato di attenzione e vicinanza per tutte quelle realtà che assistono i poveri. A me bastava essere Elemosiniere del Papa per essere ascoltato, perché rappresento lui. Quando mi danno delle offerte per i poveri si fidano perché si fidano del Papa».
Monsignor Kraiewski, che si occupa anche di trovare luoghi di accoglienza per rifugiati e migranti, vive in un piccolo appartamento al piano terra, prospiciente l'ufficio dell'Elemosineria apostolica vaticana, a ridosso delle mura affacciate su via di Porta Angelica. Conosce per nome molti senzatetto che dimorano nei dintorni del Vaticano e in altre zone della città. Quando è possibile, li coinvolge per far loro svolgere piccoli lavori, assicurando sempre anche un pasto caldo. È come se Francesco avesse voluto dire: quelli che prendono sul serio le parole di Gesù nel Vangelo sul dar da mangiare all'affamato, da bere all'assetato, visitare il carcerato, ospitare il forestiero, sono i miei principali collaboratori.
«Sono ancora molto confuso - conclude don Corrado prima di uscire accompagnato da alcuni volontari, gendarmi vaticani, per distribuire derrate alimentari alla stazione Ostiense - e in queste ore continuo a ripetere le parole di un santo sacerdote, don Dolindo Ruotolo, ben conosciuto da Padre Pio, che diceva “Pensaci tu Gesùˮ».
Autore: Andrea Tornielli
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