Martire venerato ad Anversa sul quale sappiamo pochissimo, in quanto si tratta di un corpo santo, che venne riesumato dal cimitero di Calepodio nel 1650, e donato ai gesuiti di Anversa da mons. Alessandro Vittrici, vice-gerente di Papa Innocenzo X. Il corpo venne trasportato solennemente nella chiesa dei Gesuiti nel 1656. Il “corpo” fu autenticato dal vescovo locale e la sua festa venne fissata nel giorno della traslazione, il 14 maggio.
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La figura di San Claudio, martire venerato ad Anversa, presenta un'agiografia singolare, tra la scarsità di informazioni concrete e la devozione popolare, alimentata dal ritrovamento del suo corpo santo nel 1650.
Nel 1650, il corpo di San Claudio venne riesumato dal cimitero di Calepodio, un antico luogo di sepoltura cristiana situato ad Anversa. Le spoglie del santo martire giunsero in un periodo storico di fervore religioso e di rinnovata attenzione alle reliquie, considerate testimoni tangibili della fede e intercessori presso Dio.
Mons. Alessandro Vittrici, vice-gerente di Papa Innocenzo X, donò il corpo di San Claudio ai Gesuiti di Anversa, che ne divennero custodi e promotori della devozione. Nel 1656, le spoglie del santo martire furono solennemente traslate nella chiesa dei Gesuiti, dove ancora oggi riposano.
L'autenticità del corpo di San Claudio venne riconosciuta e certificata dal vescovo locale, conferendo alla sua venerazione un carattere ufficiale. La festa liturgica in suo onore fu fissata il 14 maggio, giorno della traslazione delle sue spoglie mortali nella chiesa dei Gesuiti.
Nonostante la mancanza di dettagli precisi sulla vita e il martirio di San Claudio, la sua figura ha suscitato una devozione popolare sincera e profonda. I fedeli si rivolgono a lui con preghiere e richieste di intercessione, affidandosi alla sua protezione e al suo esempio di fede.
Autore: Franco Dieghi
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