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San Pietro Zhang Banniu Padre di famiglia, Terziario francescano e martire
Festa:
9 luglio
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Tuling, Cina, 1849 circa – Taiyuan, Cina, 9 luglio 1900
Pietro Zhang Banniu (scritto anche Chang Panniu o Tchang-Pan-Nieu) nacque a Tuling, nella provincia cinese dello Shanxi, intorno al 1849. Era figlio della famiglia di Zhang Yuke, che aveva abbracciato la religione cattolica. Intorno al 1890, lasciò la fattoria dove lavorava per trasferirsi a Taiyuan, dove si occupò di vari servizi presso la “Casa di San Pasquale”, il nome della missione cattolica retta dai Frati Minori Osservanti. Divenne anche Terziario francescano. Quando esplose la rivolta dei Boxer, contrari all’espansione occidentale e alla religione cristiana, condivise la prigionia e, il 9 luglio 1900, il martirio insieme agli altri servitori, ai due vescovi residenti, agli altri frati, a cinque seminaristi e a sette suore Francescane Missionarie di Maria. Pietro Zhang Banniu e i suoi compagni di martirio furono beatificati il 24 novembre 1946 da papa Pio XII e canonizzati da san Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000.
Martirologio Romano: Nella città di Taiyuan nella provincia dello Shanxi sempre in Cina, passione dei santi Gregorio Grassi e Francesco Fogolla, vescovi dell’Ordine dei Frati Minori, e ventiquattro compagni, martiri, che durante la persecuzione dei seguaci della setta dei Boxer furono uccisi in odio al nome di Cristo.
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Pietro Zhang Banniu (scritto anche Chang Panniu o Tchang-Pan-Nieu) nacque a Tuling, nella provincia cinese dello Shanxi, intorno al 1849. Era figlio della famiglia di Zhang Yuke, che aveva abbracciato la religione cattolica.
Intorno al 1890, lasciò la fattoria dove lavorava per trasferirsi a Taiyuan, dove si occupò di vari servizi presso la “Casa di San Pasquale”, il nome della missione cattolica retta dai Frati Minori Osservanti. Divenne anche Terziario francescano.
Intanto, in Cina cominciarono a moltiplicarsi azioni di rivolta condotte dai cosiddetti Boxer, contrari all’espansione occidentale e alla religione cristiana. Il 17 giugno 1900 i Boxer distrussero una chiesa protestante, ma presto arrivarono a minacciare anche i cattolici.
Il 5 luglio, tutti i membri della missione cattolica dovettero lasciarla. I Boxer, infatti, li avevano invitati a trasferirsi in un’abitazione più sicura, chiamata “Albergo della pace celeste”: di fatto, era un luogo di prigionia. Vi furono rinchiusi il vicario apostolico dello Shanxi, monsignor Gregorio Maria Grassi, il suo vicario, monsignor Francesco Fogolla, i frati, le sette suore Francescane Missionarie di Maria addette all’orfanotrofio della missione, cinque seminaristi e i domestici.
Verso le quattro del pomeriggio del 9 luglio 1900, gli uomini del viceré fecero irruzione nell’altro padiglione, dov’erano prigionieri alcuni protestanti, uccidendoli. A quel punto, monsignor Grassi invitò tutti a prepararsi alla morte e diede l’ultima assoluzione.
I Boxer giunsero anche da loro e li condussero al palazzo del viceré, dove vennero condannati a morte. Condotti nell’ampio cortile, subirono l’esecuzione a colpi di sciabola e di arma da fuoco. Alcuni giorni dopo, Pietro apparve a suo figlio, mentre questi stava pregando in una cappella, e gli raccomandò di restare saldo nella fede. Anche lui, poco dopo, morì in quanto cristiano.
Pietro Zhang Banniu fu beatificato il 24 novembre 1946 da papa Pio XII, insieme ai suoi compagni di martirio. Della stessa causa, quindi beatificati nella stessa occasione, facevano parte altri tre religiosi dei Frati Minori Osservanti: padre Cesidio Giacomantonio, ucciso il 4 luglio 1900 a Hangzhou, monsignor Antonino Fantosati e padre Giuseppe Maria Gambaro, morti tre giorni dopo. La memoria liturgica di tutto il gruppo fu fissata al 9 luglio, giorno della loro nascita al Cielo.
A poco più di cent’anni dal loro martirio, il Papa san Giovanni Paolo II ha autorizzato la fusione delle cause di vari Beati martiri in Cina, inclusi Pietro Zhang Banniu e i suoi venticinque compagni, in una sola: il decreto relativo porta la data dell’11 gennaio 2000. Dopo la firma del decreto “de signis”, avvenuta undici giorni dopo, il 22 gennaio, lo stesso Pontefice li ha iscritti fra i Santi il 1° ottobre successivo.
Autore: Emilia Flocchini
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