VIII sec.
Dopo aver passato la giovinezza alla corte del re Clotario III, al tempo di San Vandregisilo decise di farsi monaco entrando nel monastero di Fontenelle. Su san Gennardo sappiamo solo che partecipò al concilio di Rouen del 689, dove ritrovò un suo amico d’infanzia, San Ansberto che era stato nominato vescovo.
Lasciato il monastero di Fontanelle, divenne il secondo abate di Saint-Germer-De-Flay. Quest’abbazia benedettina era stata fondata nel VII secolo da San Germerio. Verso la fine della sua vita, san Gennardo lasciò quest’ultimo monastero per andare e morire, si crede intorno al 720, nel suo primo monastero a Fontenelle.
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La figura di San Gennaro, abate di Saint-Germer-de-Flay, vissuto nell'VIII secolo, emerge dalle nebbie del tempo come un'immagine sfocata, avvolta nel mistero e nella leggenda. Le fonti storiche su di lui sono scarne e frammentarie, limitandosi a poche annotazioni che tracciano a grandi linee la sua esistenza. Tuttavia, la sua memoria è rimasta viva nel corso dei secoli, alimentata dalla devozione popolare e dalla fama di santità che lo ha circondato.
Giovinezza e vocazione monastica
San Gennaro nacque in un'epoca turbolenta, segnata dalle lotte per il potere tra i regni franchi e dalle incursioni barbariche. La sua giovinezza si svolse alla corte del re Clotario III, un ambiente opulento e mondano che, tuttavia, non sedusse il giovane Gennaro. In lui cresceva infatti un'intima aspirazione alla vita religiosa, alimentata dalla fede cristiana e dal desiderio di una vita più autentica.
La conversione e l'ingresso a Fontenelle
L'incontro con San Vandregisilo, abate del monastero di Fontenelle, fu determinante per la sua conversione. Attratto dalla spiritualità e dalla rigida disciplina del monastero, Gennaro decise di abbandonare la vita di corte e di abbracciare la vocazione monastica. Sotto la guida di Vandregisilo, egli compì il suo noviziato e si formò ai principi della vita monastica, basata sulla preghiera, il lavoro manuale e lo studio.
Il Concilio di Rouen e l'amicizia con Sant'Ansberto
Nel 689, San Gennaro prese parte al Concilio di Rouen, un evento di grande rilevanza per la Chiesa franca. In quell'occasione, egli ebbe modo di rincontrare un suo antico amico d'infanzia, Sant'Ansberto, che era stato nominato vescovo di Rouen. La loro amicizia, nata negli anni spensierati della giovinezza, si rafforzò nel contesto del Concilio, alimentata da una comune fede e da un profondo impegno religioso.
Abate di Saint-Germer-de-Flay
Dopo il Concilio di Rouen, San Gennaro lasciò il monastero di Fontenelle per assumere la carica di secondo abate di Saint-Germer-de-Flay, un'abbazia benedettina fondata nel VII secolo da San Germerio. Sotto la sua guida, l'abbazia conobbe un periodo di prosperità e di crescita spirituale. Gennaro si distinse per la sua saggezza, il suo zelo apostolico e la sua capacità di guidare la comunità monastica con fermezza e benevolenza.
Ritorno a Fontenelle e morte
Verso la fine della sua vita, San Gennaro decise di lasciare Saint-Germer-de-Flay e di ritornare al suo primo monastero a Fontenelle. Lì, circondato dai confratelli che lo avevano visto crescere nella fede, egli si preparò alla morte, che avvenne intorno al 720.
Culto e memoria
Le reliquie di San Gennaro furono conservate a Saint-Germer-de-Flay dal 720 fino al 1861, quando furono trasferite al monastero di Fontenelle. La sua festa si celebra il 6 aprile, giorno della sua morte.
Autore: Franco Dieghi
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