IV sec.
Nell'Armenia del IV secolo, quaranta soldati cristiani, tra cui Candido e Quirino, subirono un martirio atroce per la loro fede: esposti nudi su un lago gelato durante una notte gelida. Rifiutarono di abiurare, testimoniando l'amore per Dio e la speranza nella vita eterna. Il mattino seguente, tutti tranne il più giovane morirono. Sua madre lo portò in braccio tra i corpi dei compagni fino al suo ultimo respiro. I loro corpi, deposti insieme, sono simbolo di coraggio e perseveranza.
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Quirino e Candido sono due santi martiri venerati quali patroni a Montaldo di Castro.
A Montaldo di Castro esiste un’urna che contiene due teschi ricoperti di cera con alcune ossa e un’ampolla. Quest’urna è conservata presso l’altare maggiore della parrocchia e nel giorno della loro festa, vengono portate in processione tra le vie del paese.
Ovviamente sono dei corpi santi che provengono da Roma.
Si presume che Candido e Quirino facciano parte, secondo la tradizione, dei quaranta soldati messi a morte nel 320 a Sebaste in Armenia, dall’imperatore Licinio.
Furono esposti nudi su un lago gelato, mentre sulla riva un bagno caldo doveva invogliarli ad abiurare. Uno cedette, ma il suo posto fu preso da una delle guardie, convertita dall’eroismo degli altri.
Il mattino seguente i quaranta soldati erano tutti morti, tranne il più giovane. Sua madre lo portò in braccio dietro i cadaveri dei compagni finché non spirò anch’egli, e allora depose il suo corpo a fianco degli altri.
La loro iconografia li rappresenta nudi, in piedi su un lago gelato.
Si racconta che le ossa dei martiri sono state ritrovate a Montalto di Castro nel XVI secolo, in occasione dei lavori di ampliamento della chiesetta di Santa Lucia, ad opera di mons. Mozzanica, auditore del card. Odoardo Farnese. Il suo cavallo, narra la leggenda, si sarebbe inginocchiato proprio nel luogo, dove erano sepolte le ossa dei santi con una “tabella” dove c’era scritto “Hic requiescunt ossa Beatorum Quirini et Candidi martirum”. I resti vennero ricomposti e sistemati in una cassa dietro nella chiesa di Santa Maria Assunta dove attualmente si trovano.
La loro festa ricorre il 9 marzo.
Autore: Mauro Bonato
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