La gioventù
Ernesto Luigi Castrillo nasce a Pietravairano (CE) il 18 febbraio 1904. Figlio di Raffaele Castrillo e Concetta Melenghi, sin da piccolissimo mostrò segni di santità: il piccolo Ernesto era infatti solito costruirsi degli altarini dove si raccoglieva in preghiera. A 15 anni vestì l'abito francescano nella Provincia dei Frati Minori di San Michele Arcangelo di Puglia e Molise. La vicinanza del Venerabile Ernesto Castrillo al mondo francescano fu incentivata dall'opera delle zie, terziarie francescane, e dalla madre che lo esortava a farsi Santo. Un qualcosa di incredibile se si pensa al mondo di oggi dove, purtroppo, i giovani sono invitati a seguire modelli sociali sbagliati che regalano gioie effimere e vuote.
Le prime esperienze sacerdotali
Ernesto Castrillo, compiuti gli studi filosofici e teologici, ricevette l'ordinazione sacerdotale l'11 giugno 1927 nel santuario della Madonna dei Martiri di Molfetta.
Castrillo iniziò la sua esperienza sacerdotale ad Ascoli Satriano presso il Convento dei Frati Minori di S. Potito. Mons. Castrillo ha vissuto ad Ascoli Satriano fino al 1931, un tempo breve in cui però ha fatto un qualcosa di indimenticabile. Nel luglio 1930, infatti, Ascoli Satriano fu colpita da un forte terremoto, Padre Castrillo si prodigò, notte e giorno, nell’assistenza ai senzatetto che si accampavano, sul piazzale davanti al Convento e accompagnava, molto spesso, i giovani a visitare gli anziani ospiti del Ricovero di Mendicità "Mons. Domenico Cocchia“ della Congrega di Maria SS. del Soccorso adiacente al Convento di S. Potito.
Padre Castrillo fu nominato confessore del Seminario Vescovile di Ascoli dal Vescovo di Ascoli Mons. Giovanni Sodo, incarico confermato dall’Amministratore Apostolico della Diocesi di Ascoli e Cerignola Mons. Fortunato Maria Farina (Vescovo di Troia e Foggia) fino al 1931.
L'Esperienza a Foggia
Dal 1936 Padre Castrillo fu parroco a Foggia dove visse il tragico periodo della Seconda Guerra Mondiale in cui la città subì pesanti bombardamenti. Padre Castrillo non esitò a scendere in strada, tra i cadaveri, per dare conforto a tutte le persone che incontrava per la via. Fu un gesto straordinario, rimasto nella memoria del popolo foggiano che lo ricorda come il Vescovo Santo.
Padre Castrillo fu Ministro provinciale per due volte consecutive dal 1940 al 1946. Successivamente fu custode fino al 1948, quando fu nominato Ministro provinciale della provincia francescana di Salerno. E anche nella sua opera di Ministro provinciale riuscì a lasciare un segno indelebile: fu proprio il lavoro di Padre Castrillo che rese possibile l'unione delle province religiose di Puglia e Molise.
La nomina a Vescovo e l'incontro con Padre Pio
Il 17 settembre 1953 Papa Pio XII nominò Ernesto Castrillo Vescovo delle Diocesi di San Marco e Bisignano. Mons. Castrillo ricevette l'ordinazione episcopale a Foggia, nella parrocchia di "Gesù e Maria", il 13 dicembre 1953 dall'arcivescovo Fortunato Maria Farina, coconsacranti arcivescovo Giacomo Palombella e arcivescovo Giuseppe Amici.
Ed è proprio in relazione alla nomina a Vescovo del Venerabile Castrillo che si ricollega un episodio particolare: l'incontro con Padre Pio. Mons. Castrillo, infatti, era titubante sulla nomina a Vescovo, la sua umiltà lo portava a non essere sicuro sull'opportunità che aveva davanti. Proprio per questo si recò a San Giovanni Rotondo per parlare con Padre Pio. La testimonianza dell'incontro è data dal nipote del Venerabile, padre Paolino Castrillo, il quale ci racconta di un Mons. Castrillo che, uscito dall'incontro con Padre Pio, era finalmente sereno. Questo perché San Pio gli disse: “la barca è in mare e deve andare”. Poche parole, dal sapore profetico, che lo rassicurarono.
Vescovo a San Marco e Bisignano
Mons. Castrillo insediò in San Marco Argentano (Cs) il 3 gennaio del 1954 tra una folla festante che lo conosceva come “novello Sant'Antonio” e subito entrò nel cuore dei cittadini per la sua bontà e la sua umiltà. Molti abitanti del piccolo borgo normanno ricordano questo vescovo che teneva molto ai giovani. Fu lui, per esempio, a istituire la Messa del Fanciullo, ma soprattutto teneva agli ultimi a quelle persone che non avevano nulla. Non sono pochi in casi in cui Mons. Castrillo donava tutto quello che aveva a favore delle persone che avevano bisogno. Altri ricordi sono legati al periodo della sua malattia. Il primo è quello del suo medico curante, dott. Filippelli, che rimase sorpreso in occasione di un episodio particolare. Dopo il consulto medico avvenuto a Bari i medici rivelarono al dottor Filippelli la gravità del male che aveva colpito Mons. Castrillo, ma concordarono su una diagnosi diversa (reumatismi e non tumore ai polmoni). Venuto a sapere del risultato dei controlli, Mons. Castrillo rimase male dicendo che ne avrebbe preferita una più dura. Il medico lo prese per “pazzo” in realtà la volontà di Mons. Castrillo era quella di vivere totalmente le sofferenze della Croce.
Mons. Castrillo fu Vescovo per meno di due anni, poiché, colpito da un incurabile tumore polmonare che lo costrinse all'immobilità a letto per 13 mesi. Morì a San Marco Argentano il 16 ottobre 1955. Una particolarità: da Vescovo continuò a utilizzare l'abito “cenerino” tipico dei francescani.
La Causa di Beatificazione
Grazie all'opera del Vescovo Emerito di San Marco-Scalea Mons. Augusto Lauro, inizia il processo di beatificazione che nel 1999 conclude il suo iter diocesano. Il 17 giugno 2017 Papa Francesco firma il decreto di Venerabilità che viene poi letto in San Marco Argentano alla presenza del Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi Cardinale Angelo Amato il 7 dicembre 2017.
La figura del letterato
Umile, amico dei bambini, confortatore degli ammalati e dei bisognosi,straordinario sopportatore della sofferenza, in una parola “santo”.
Ciò è quanto emerso non solo dalla vita del Venerabile Mons. Castrillo, ma anche dalle varie testimonianze di chi lo ha conosciuto.
Nel corso delle nostre intense ricerche, è emersa una sfaccettatura di Mons. Castrillo, ai più sconosciuta,ma che senza dubbio alcuno è affascinante e,in un certo senso,rafforza la poliedricità di quest’uomo.
Va, insomma, sottolineata la figura del Ernesto Castrillo “letterato”; amante dei classici (La Divina Commedia in particolare) e ottimo professore di lettere (basti richiamare alla memoria,il vivo ricordo di Agostino, non solo come professore ma come maestro di vita, dove per un biennio (1931 - 1932) fu insegnante di lettere nel ginnasio francescano,presso il convento della madonna della Vetrana Castellana Grotte).
L'impegno civico
La figura del Venerabile Castrillo è molto amata a San Marco Argentano, paese che ha l'onore di conservare il corpo nella cripta della Cattedrale, ed è proprio nel borgo normanno che, negli ultimi anni, si è sviluppata un'intensa attività di un gruppo civico che in sinergia con la Diocesi, il Comune, i Frati OFM e OM e le associazioni del territorio ha ideato una serie di iniziative volte a far conoscere la figura di questo meraviglioso testimone della Fede.
Importante anche l'impegno dell'Associazione Pro Servo di Dio di Pietravairano e dei frati di Puglia e Molise.
Autore: Antonio Modaffari
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