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Nidáguila, Spagna, 24 dicembre 1899 – Barcellona, Spagna, 15 febbraio 1937
Gregorio Díez Blanco nacque a Nidáguila presso Burgos il 24 dicembre 1899. Fu battezzato lo stesso giorno della nascita e ricevette la Cresima nel 1903. Per motivi lavorativi si trasferì a Barcellona e lavorò nella compagnia tranviaria. Sposò Paulina Díez Anidobro, che gli diede quattro figli, ma morì il 24 marzo 1930. Per questa ragione, fu raggiunto da sua sorella Camila, che ricoprì il ruolo di donna di casa. Responsabile nel suo lavoro, era anche un padre affettuoso, che badò all’educazione umana e religiosa dei figli. Quando scoppiò la guerra civile, non esitò ad accogliere in casa propria i religiosi che glielo chiesero. Si presentò alla prigione improvvisata nel monastero di San Felice, mettendo in pericolo la sua stessa vita, per chiedere la liberazione dei religiosi della Congregazione di San Pietro in Vincoli, lì detenuti. Il 15 febbraio 1937 fu arrestato nella propria abitazione insieme a tre religiosi di quella Congregazione, a Camila e a Eliseo Moradillo García, che faceva da tramite tra i vari rifugi dei padri e dei fratelli religiosi. Tutti e sei furono rinchiusi nella “checa” (prigione improvvisata) del monastero di Sant’Elia, poi condotti sulla strada de La Rabassada e assassinati. I loro corpi furono gettati in una fossa comune. Gregorio e i suoi compagni di martirio, inseriti in un gruppo che comprende anche altri religiosi della Congregazione di San Pietro in Vincoli e quattro suore di due congregazioni distinte, sono stati beatificati il 10 novembre 2018 a Barcellona, sotto il pontificato di papa Francesco. La loro memoria liturgica cade il 6 novembre, giorno in cui tutte le diocesi spagnole ricordano i Martiri del XX secolo.
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