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Beata Andrea (Ramona) Solans Ballesté Vergine e martire

Festa: 31 luglio

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Lerida, Spagna, 3 aprile 1875 – Hospitalet de Llobregat, Spagna, 31 luglio 1936

Ramona Solans Ballesté nacque a Lerida il 3 aprile 1875, da una famiglia di contadini. A diciassette anni entrò tra le Terziarie Cappuccine della Madre del Divin Pastore (poi Suore Cappuccine della Madre del Divin Pastore): con i voti temporanei cambiò nome in suor Andrea. Dopo i voti perpetui, si diede con entusiasmo e letizia francescana all’insegnamento: educava le sue piccole allieve non solo a diventare buone mogli e madri, ma anche ad amare molto la Vergine Maria. Allo scoppio della guerra civile spagnola, faceva parte della comunità di Premià de Mar, a circa sessanta chilometri da Barcellona. Insieme alle consorelle, cercò riparo in case fidate, ma i miliziani le colsero tutte mentre erano ospitate dal loro cappellano. Concessero loro di lasciare la città a piccoli gruppi, ma le catturarono ugualmente. Suor Andrea e un’altra suora, suor Maria Ausilio, erano in viaggio verso Manresa, dove i parenti della seconda le avrebbero accolte, ma vennero arrestate e dichiararono di essere delle religiose. Vennero quindi fucilate in un luogo isolato vicino a Hospitalet de Llobregat, il 31 luglio 1936. Inserite in un gruppo di sedici martiri uccisi durante la guerra civile nei pressi di Barcellona, tra i quali è compresa un’altra loro consorella, suor Patrocinio Vilanova, sono state beatificate a Barcellona il 10 novembre 2018, sotto il pontificato di papa Francesco. La loro memoria liturgica cade il 6 novembre, giorno in cui tutte le diocesi spagnole ricordano i Martiri del XX secolo.



Ramona Solans Ballesté nacque a Lerida il 3 aprile 1875, primogenita dei tre figli di Ramón Solans e Antonia Ballesté y Brich, di professione contadini. Fu battezzata nella chiesa di San Lorenzo martire, coi nomi di Ramona Antonia, gli stessi dei suoi genitori. Il 3 maggio 1876, ad appena un anno di vita, ricevette il Sacramento della Cresima.
Trascorse un’infanzia serena, nell’ambiente semplice della sua famiglia, che non le fece mancare nulla per garantirle una crescita armonica e per aiutarla a sviluppare tutte le sue potenzialità. I genitori e la nonna materna, che era stata la sua madrina di Battesimo, l’educarono alla fede.
Ramona partecipava anche al catechismo impartito dal suo parroco in preparazione alla Prima Comunione, andava a Messa tutte le domeniche coi familiari e partecipava alle varie forme di devozione dell’epoca, in particolare a quelle legate alla Vergine Maria.
Intorno ai sei anni cominciò a intuire la propria vocazione. Undici anni più tardi, il 7 ottobre 1892, i suoi genitori si presentarono dal parroco di San Lorenzo per certificare che lei intendeva entrare nel convento delle Terziarie Cappuccine della Madre del Divin Pastore (poi Suore Cappuccine della Madre del Divin Pastore) a Barcellona e che entrambi erano d’accordo. Ramona, come d’uso, scrisse personalmente al vescovo di Barcellona per lo stesso motivo.
Dopo i sei mesi di postulandato previsti dalle Costituzioni, il 30 aprile 1893 cambiò gli abiti secolari con quelli religiosi, cambiando nome in suor Andrea. Nell’anno di noviziato, insieme alle sue compagne, si preparò alla vita religiosa, corroborata dalle devozioni tipiche dell’Istituto, fondato dal padre cappuccino Giuseppe da Igualada (al secolo José Tous y Soler, beatificato nel 2010): quelle più cristocentriche, ovvero a Gesù Crocifisso, all’Eucaristia, al Sacro Cuore, ma anche quelle legate al culto della Vergine Maria, invocata specialmente come Divina Pastora, e a san Francesco d’Assisi.
Il 20 maggio 1894 professò i voti temporanei nella casa di Sants, presso Barcellona. Continuò quindi la sua formazione spirituale e pedagogica, dato che l’indirizzo specifico dell’Istituto mirava all’educazione delle bambine. Professò i voti perpetui il 13 dicembre 1899, a Igualada, cittadina in provincia di Barcellona e diocesi di Vic.
Suor Andrea si diede con entusiasmo all’insegnamento nella scuola che le Terziarie Cappuccine della Madre del Divin Pastore avevano a Igualada. Le sue exallieve ricordano come insegnasse loro sia le materie scolastiche, sia ad amare la Vergine.
All’inizio e alla fine delle lezioni le invitava a pregare perché la Madonna ottenesse loro le virtù della purezza, dell’umiltà e dell’amore di Dio, ma anche i doni della perseveranza finale e di una buona morte. Insisteva in particolare su quest’ultimo concetto, con notevole fervore.
Sul finire del 1934 suor Andrea si trovava nella comunità di Premià de Mar. Anche in quella località si dedicò alle allieve più piccole, preparandole a essere, un giorno, mogli e madri credenti. Come educatrice era molto preparata e professionale.
Pochi giorni dopo lo scoppio della guerra civile spagnola, il 20 luglio, le suore abbandonarono la casa di Premià. Vennero accolte in case di famiglie amiche, che accettarono di correre il rischio di venire a propria volta catturate e uccise. Un gruppo di suore andò in casa del cappellano della comunità, don Martí, mentre la superiora e un’altra suora furono le ultime a lasciare il convento.
Tuttavia, quando ormai la maggior parte delle suore era radunata in casa del cappellano, iniziarono le perquisizioni e gli interrogatori individuali. Il capo dei miliziani, dopo aver interpellato tutte, mandò una suora a comprare i biglietti ferroviari per uscire dalla città.
All’alba, a piccoli gruppi per non destare sospetti, le religiose si diressero alla stazione ferroviaria, la Estación de Francia. Molte furono arrestate e condotte in una “checa”, ovvero una prigione improvvisata e non autorizzata.
Suor Andrea, invece, proseguì il viaggio verso Manresa, insieme alla consorella suor Maria Ausilio, i cui parenti le avrebbero accolte. Arrivate alla stazione della metropolitana di La Torrassa, però, vennero fermate da altri miliziani. Dichiararono subito la loro identità, il loro stato di religiose e che venivano da Premià de Mar.
Vennero quindi condotte in un luogo isolato, nei pressi di un ponte che univa i quartieri di Santa Eulalia e La Torrasa. Lungo il tragitto invocarono ripetutamente il Sacro Cuore di Gesù, fino a quando, trovandosi con le armi rivolte contro di loro, esclamarono: «Sacro Cuore di Gesù, confido in te!». Era il 31 luglio 1936.
Il cadavere di suor Andrea, con due ferite d’arma da fuoco alla testa, venne identificato dalle consorelle in base al numero che le corrispondeva nell’Istituto, segnato su un fazzoletto che aveva con sé al momento della fucilazione.
Suor Andrea e suor Maria Ausilio, insieme alla consorella suor Patrocinio Vilanova Alsina, che apparteneva alla comunità di Sarrià, sono state inserite nella causa di beatificazione e canonizzazione volta ad accertare il martirio di tredici candidati agli altari, morti nella medesima persecuzione e vissuti nella diocesi di Barcellona. A capo del gruppo è stato posto padre Teodoro Illera del Olmo, superiore della comunità di Sant Feliu de Llobregat della Congregazione di San Pietro in Vincoli.
Il nulla osta per l’avvio della causa rimonta all’8 marzo 2006. Il 26 ottobre dello stesso anno è stato emesso il nulla osta anche per tre laici che avevano ospitato e aiutato alcuni religiosi della Congregazione di San Pietro in Vincoli, che sono stati inclusi nella causa.
Il processo diocesano per padre Teodoro Illera del Olmo e quindici compagni, dunque, è stato aperto a Barcellona il 25 gennaio 2007 e concluso il 26 novembre 2010. Il decreto di convalida degli atti dell’inchiesta porta la data del 27 giugno 2012.
La “Positio super martyrio”, trasmessa nel 2016, è stata quindi esaminata dai Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, poi dai cardinali e dai vescovi membri della stessa Congregazione.
Il 18 dicembre 2017, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui i sedici Servi di Dio, incluse quindi le tre Cappuccine della Madre del Divin Pastore, potevano essere dichiarati martiri.
La loro beatificazione è stata celebrata nella basilica della Sagrada Familia di Barcellona il 10 novembre 2018. A presiedere il rito in qualità d’inviato del Santo Padre, il cardinal Giovanni Angelo Becciu, successore del cardinal Amato come Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
La loro memoria liturgica cade il 6 novembre, giorno in cui tutte le diocesi spagnole ricordano i Martiri del XX secolo.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2018-11-08

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