Un'interpretazione dubbia di un documento portò alcuni storici ad inserire, per secoli, nel santorale sabaudo, due “venerabili”, presunti fratelli del Beato Umberto III conte di Savoia: Giovanni e Pietro, monaci Antoniani a Ranverso. Lo storico Luigi Cibrario (in Brevi notizie storiche e genealogiche dei reali di Savoia, Torino 1859, pp. 43-44) fu il primo a confutare la tesi che indusse persino il re Carlo Alberto, nell'Ottocento, a far collocare un ritratto del “Venerabile Pietro” nella Sala del Consiglio di Palazzo Reale, oggi detta "Sala dei Beati", ed a commissionare ricerche sui due personaggi (Archivio di Stato di Torino, Storia della Real Casa, Cat. IV, mazzo I; cfr. nota 1). Il documento in questione è un atto di donazione, datato 27 giugno 1188, da parte di Umberto III all’ospedale di Ranverso (I. Rufino, Storia ospedaliera antoniana, Torino 2006, pp. 31-39), per il “diletto e caro” Giovanni e per il fratello Pietro. Giovanni fu precettore e rettore della casa degli Antoniani di Susa nel 1186, poi tra i fondatori a Ranverso; Pietro fu suo confratello. Il Beato Umberto ebbe però certammente due sorelle monache. A Carlo Alberto riuscì di ottenere da Roma la beatificazione di Umberto III, Bonifacio e Ludovica di Savoia, mentre cadde nel vuoto il tentativo circa Giovanni e Pietro. A prescindere dalla reale appartenenza all dinastia sabauda, resta a secoli di distanza il ricordo di due vite sante legato ai nomi di questi due monaci di Sant'Antonio di Ranverso in Val di Susa.
Autore: Don Fabio Arduino
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