Suor M. Berchmana Johanna Leidenix, nome di battesimo Karoline Anna, nacque il 28 novembre 1865 a Enzersdorf in Austria, prima di due figlie della madre Jozefa (nata Benkhofer) e del padre Michael. Ambedue le sorelle studiarono all'Istituto di Maria a Vienna, fondato e guidato dalla Congregazione delle Figlie della divina carità. Suor Berchmana entrò nella Congregazione l'11 settembre 1881. Si consacrò a Dio il 20 agosto 1883. Nel 1888 anche sua sorella Mathilda – suor Bernarda - entrò nella Congregazione.
Alla fine del 1883 suor Berchmana fu inviata in Bosnia che in quel tempo era una terra di missione, più precisamente a Tuzla. In seguito svolse il proprio servizio nei conventi di Sarajevo, Pale, Višegrad e Breške. Era insegnante e infermiera, e quindi, durante la Prima Guerra Mondiale, lavorò nell'ospedale a Višegrad come infermiera. Dal 1920 al 1923 fu superiora del convento di Breške, e dal 1931 al 1936 maestra delle novizie. Nel 1939, esausta e debole di salute, fu trasferita alla Casa di Maria a Pale, dove rimase fino alla morte.
Oltre al lavoro ordinario, privatamente insegnava a leggere e scrivere. Volentieri insegnava il tedesco a tutti bambini, ai cattolici ma anche a quelli ortodossi, musulmani ed ebrei.
Nel Necrologio delle suore della Congregazione delle figlie della Divina Carità è scritto di lei: «Era di carattere molto se vero, tuttavia aveva un grande desiderio di trasmettere alle suore novizie il vero spirito delle buone religiose. Al di là di questa sua severità derivata dal suo carattere, era una bravissima educatrice dei giovani. Voleva trasmettere agli altri la sua devozione».
Suora M. Apolonija Pečniko dice di lei: «Era buona, ma era anche severa, molto puntuale e chiedeva anche a noi di essere simili. Insegnava molto bene e aveva amore per ciascuna suora in particolare. Aveva una fede profonda ed era molto pia. Spesso ci incoraggiava a seguire le sante regole, di pregare, di fare silenzio e di essere perseveranti nella nostra vocazione».
Suora Berchmana visse 58 anni fuori del suo Paese, in un mondo che, soprattutto in quel periodo storico, era molto differente dal suo. Non faceva differenza tra persone, non escludeva nessuno in base alla nazionalità, alla fede o all’istruzione. Anche suor. M. Ilijana Ivić dà testimonianza della larghezza d’animo di suor M. Berchmana: «Capitava che soffrisse molto per certe cose, ma sopportava tutto in silenzio. In quel tempo (al tempo del noviziato di suor Ilijana) Mahatma Gandhi era tormentato.
Lo rispettava molto e so che offriva alcune sue sofferenze per il bene di lui. Questo ebbe una grande influenza su di me e mi entusiasmava...».
Fonte:
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