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Servo di Dio Tommaso da Trebiano Religioso cappuccino
Festa:
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† 1634
Nato a Trebiano di Arcola (La Spezia), sulle montagne liguri, contadino come i suoi genitori, pregando, come faceva spesso, davanti ad un’immagine sacra di Maria Madre di Dio, Tommaso vide una cesta di colorati frutti ma fuori stagione. Tommaso volle vedervi un segno della benevolenza della Santa Vergine, e uno stimolo a seguire i suoi sogni. Recatosi a Genova da uno zio cappuccino, dopo avergli raccontato il fatto, fu da questi persuaso a seguire la vocazione francescana. Venne accolto in convento il giorno della festa di S. Tommaso, nel 1558, per cui non cambiò nome come invece si usava fare in quei tempi. Visse da religioso laico, con grande umiltà e serenità, benvoluto da tutti, sempre a disposizione di chiunque lo desiderasse, per una parola o una preghiera, svolgendo soprattutto il compito di questuante per il convento. Muore nel 1634, più che novantenne.
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Tommaso da Trebiano è un religioso cappuccino, vissuto tra il XVI e XVII secolo, definito servo di Dio, che viene festeggiato nel santorale francescano il giorno 17 gennaio.
Poche e scarne sono le notizie su questo francescano. Tommaso nacque a Trebiano di Arcola in provincia di La Spezia, un paesino sulle montagne liguri, in una famiglia di contadini. Sulla sua giovinezza si ricorda che andava spesso a pregare davanti ad un’immagine sacra di Maria Madre di Dio. Un giorno Tommaso vide una cesta di colorati frutti fuori stagione, e il giovane in questo volle vedervi un segno della benevolenza della Santa Vergine, e uno stimolo a seguire i suoi sogni.
Recatosi a Genova da uno zio cappuccino, dopo avergli raccontato il fatto, fu da questi persuaso a seguire la propria vocazione francescana.
Tommaso venne accolto in convento nel giorno della festa di San Tommaso, nel 1558, per cui i suoi superiori non gli fecero cambiare nome come invece si usava fare in quei tempi.
Trascorse tutta la sua vita, quale religioso laico, con grande umiltà e serenità, benvoluto da tutti, sempre a disposizione di chiunque lo desiderasse, per una parola o una preghiera. Gli annali francescani riportano che gli era stato assegnato il compito di questuante per il convento che svolgeva in perfetta letizia.
Nel testo “Biografia serafica degli uomini illustri che fiorirono nel francescano istituto per santità dottrina e dignità fino ai nostri giorni” del padre fra Sigismondo da Venezia, pubblicato nel 1846 viene ricordato con queste parole:
“Per giungere alla perfezione si servì di una profonda umiltà. Fu grande la sua pazienza nelle dolorose malattie a cui fu soggetto. Si rese mirabile nella povertà. L’abito stesso teneva così corto, stretto e rappezzato che bastava appena per ripararsi dal freddo. Nella cella non aveva che una ignuda tavola per letto. Rigorosa era in lui la mortificazione de’ sensi. Sollecita e indefessa la cura degli infermi. Intima l’unione con Dio nell’orazione.
Moltissime furono le visioni e le rivelazioni colle quali fu favorito dal cielo. Morì e dopo morte non lasciò il Signore di renderlo celebre per miracoli.
Tommaso da Trebiano, muore nel 1634, più che novantenne.
Autore: Mauro Bonato
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