Costa de’ Nobili, Pavia, 19 novembre 1929 - Esine, Brescia, 15 febbraio 1993
Enzo Boschetti nasce a Costa de’ Nobili, in provincia di Pavia, il 19 novembre 1929. Inizialmente attratto dalla spiritualità di santa Teresa di Gesù Bambino, nel 1949 scappa di casa, per entrare tra i Carmelitani Scalzi a Monza. Diventato religioso col nome di fra’ Giuliano, nella primavera del 1956 viene inviato in Kuwait, realizzando quindi il sogno di diventare missionario, ma non quello di essere sacerdote: le regole carmelitane, infatti, non permettono che un religioso fratello non avviato all’Ordine Sacro possa accedervi. In seguito a un esaurimento nervoso e dopo aver molto riflettuto, lascia il Carmelo. Viene quindi accolto nell’Opera Capelli per vocazioni adulte: il 29 giugno 1962 è ordinato sacerdote. Decide di aprire l’oratorio della parrocchia del SS. Salvatore a Pavia, di cui è viceparroco, anche di notte, per accogliere i ragazzi emigrati dal Sud Italia. Poco tempo dopo, capisce di doversi impegnare anche per i giovani che fanno uso di droga. La prima Casa del Giovane viene avviata nel 1971 a Pavia; sette anni dopo, nasce anche la Fraternità di Vita della Casa del Giovane, che comprende sacerdoti, consacrati uomini e donne e famiglie.Nonostante glistrascichi dell’antico esaurimento nervoso e un’operazione al fegato, don Enzo continua a seguire la formazione degli educatori e dei giovani. Muore il 15 febbraio 1993 ad Esine (BS) per un tumore al pancreas; un anno prima, la Casa del Giovane è stata riconosciuta come Associazione Privata di Fedeli. L’11 giugno 2019 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui don Enzo Boschetti, i cui resti mortali riposano presso il cimitero di Costa de’ Nobili, è stato dichiarato Venerabile.
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A quei tempi (siamo agli inizi del 1949) «Chi l’ha visto» ancora non c’era, anzi, neppure la televisione, altrimenti questo sarebbe il tipico caso di scomparsa di cui interessarsi. Riguarda un ragazzo di vent’anni, che un mattino di gennaio scappa di casa, con appena un cambio d’abito buttato in una borsa.
Lo cercano per tre mesi, inutilmente, nei dintorni e anche più lontano, finché a Pasqua i Carmelitani di Monza avvisano per telefono che il fuggitivo è da loro, vuole farsi frate e non ha nessuna intenzione di tornare a casa. Mamma Carolina ci prova di persona due volte, ma ritornasempre da sola, perché lui ha deciso di farsi rivedere in paese soltanto se vestito da frate.
Purtroppo ha parecchi conti in sospeso con la scuola, non ha familiarità con i libri e in convento si dedica con generosità solo ai lavori più umili, in giardino e nella mensa, con in cuore però il desiderio di essere prete, pur sapendo che è come desiderare di avere residenza sulla luna. E non solo perché per il sacerdozio occorre studiare, ma soprattutto perché la strada gli è sbarrata dai voti perpetui che ormai ha pronunciato.
Va persino missionario in Kuwait, sperando che almeno là possano fare un’eccezione, ma neanche il vescovo del posto fa miracoli e deve così tornare con le pive nel sacco e con un bell’esaurimento nervoso.
Fortuna vuole che nel frattempo sia natoun istituto per le vocazioni adulte, dove inizia a studiare teologia, naturalmentein latino, con uno sforzo sovrumano, prima di proseguirla al Collegio Lombardo di Roma, sempre con identiche difficoltà. Lo licenziano con il “minimo sindacale”(36/60esimi), ma lodando il suo impegno e la sua costanza.
Finalmente prete il 29 giugno 1962, don Enzo Boschetti nelle sue prime esperienze pastorali in diocesi di Pavia affina la sua sensibilità per le problematiche sociali, insieme ad una particolare attenzione ai poveri.
Nel 1968, sei anni di Messa appena compiuti, avvia in modo povero nascosto e immediato un cammino di servizio e condivisione con i giovani, come risposta alle tensioni e alle difficoltà presenti nella società e nei giovani dell’epoca.
Bussano alla sua porta, in prevalenza, giovani emigrati dal sud e, di conseguenza, in cerca di lavoro e con la famiglia lontana.Molte volte non hanno neppure un tetto sotto cui dormire e allora don Enzo comincia a spalancare le porte dell’oratorio e, anche se dormire sul tavolo da pingpong o del biliardo non è proprio il massimo, è sempre meglio che restare all’addiaccio.
Poi arrivano altre forme di disagio giovanile e non ultima la droga, per cui bisogna sognare in grande e osare, in proporzione alle sfide del momento e alle nuove povertà. Dopo alcuni tentativi di accoglienza residenziale, nel 1971, quando l’emergenza si chiama eroina, inizia in uno scantinato a raccogliere i giovani, per dar loro un materasso e toglierli dalla strada: il medesimo locale gli serve il mattino da cappella e la notte da dormitorio.
«Il povero è prima di tutto scomodo, tanto quanto il Vangelo, e ci chiede tutto», è solito dire e gli si deve credere, visto che lui ai poveri dà veramente tutto. La sua «Casa del Giovane» diventa sempre più un’istituzione complessa, che glicresce tra le mani quasi a sua insaputa. Don Enzo muore il 15 febbraio 1993 ad Esine (BS). Per sua espressa volontà, viene sepolto nella tomba di famiglia presso il cimitero di Costa de’ Nobili.
La sua opera continua a crescere e prosperare. Oggi è composta da dieci comunità, un centro di ascolto e quattro centri diurni, aperti alle più varie forme di disagio: minori stranieri o con problemi familiari, giovani con problemi di dipendenza, madri sole con figli, persone con disagio psichico e senza fissa dimora, fino al più recente movimento “No Slot”, per curare la dipendenza del momento, la ludopatia.
«Raggiungeremo la perfezione del servizio solo quando il rapporto che viviamo con il fratello povero non sarà diverso da quello che abbiamo con Gesù nel momento della preghiera-contemplazione», era solito dire. Quanti l’hanno conosciuto sono del parere cheabbia raggiunto un simile traguardo.
Per questo è stata avviata la sua causa di beatificazione e canonizzazione, il cui processo diocesano si è svolto a Pavia dal 15 febbraio 2006 allo stesso giorno del 2008. I relativi atti processuali sono stati convalidati il 7 maggio 2010. La sua “Positio super virtutibus” è invece stata consegnata nel 2014.
L’11 giugno 2019, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui don Enzo Boschetti è stato dichiarato Venerabile.
Autore: Gianpiero Pettiti
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